tag:blogger.com,1999:blog-24957268368400890792024-03-14T18:53:48.894+01:00L'OSTINATO LETTOREUna vita senza libri è una vita di seteAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.comBlogger34125tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-20868930744904649612016-08-25T17:43:00.001+02:002016-08-25T17:43:33.042+02:00LA FINE È NOTA di Geoffrey Holiday Hall<h2>
</h2>
<h2>
</h2>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilrH71ZIVSS4Wr9v3LtyyHDb05C0O-9B4lO9ap5NAUn9oZ6fOhBbBDf-MjXv4vdCy2QGkd_MwAm6v6_1rvswHUh0Bu8xeIjf_1WGu85q8rJs23_5D4lztEN02_MqzH5WJnGpSmMYqBr0V_/s1600/LaFine%25C3%25A8Nota_1.jpg" imageanchor="1"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it/2016/08/la-fine-e-nota-geoffrey-holiday-hall" border="0" height="442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilrH71ZIVSS4Wr9v3LtyyHDb05C0O-9B4lO9ap5NAUn9oZ6fOhBbBDf-MjXv4vdCy2QGkd_MwAm6v6_1rvswHUh0Bu8xeIjf_1WGu85q8rJs23_5D4lztEN02_MqzH5WJnGpSmMYqBr0V_/s640/LaFine%25C3%25A8Nota_1.jpg" title="La Fine è Nota di Geoffrey Holiday" width="640" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
- Torni a scrivere? -</h2>
<h3>
- Non me ne sono mica andato. -</h3>
<h3>
- Allora dove sei stato? -</h3>
<h2>
- A visitare qualche dubbio. -</h2>
<div>
<br /></div>
<div>
A ritroso, ecco come posso definire il mio ritorno alle recensioni. #Progetto52 non è naufragato del tutto, o meglio i libri si son continuati a sommare, la voglia di recensire per non dimenticare invece è andata a sottrarsi fino ad estinguersi.</div>
<div>
Non è colpa di nessuno, figurarsi di pagine sporche di inchiostro, "la vita" è una parola troppo grande con cui ci si riempie la bocca per crearsi un alibi. Quindi? </div>
<div>
Semplicemente?</div>
<div>
Ho avuto altre urgenze, altre immediatezze.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
A ritroso, è il classico genere di giallo che non mi manca per niente, banale il più delle volte, scontato come un cappotto a luglio, sciatto nei personaggi.</div>
<div>
Non so dunque se sia il classico caso di eccezione che confermi una regola, ma quando mani e occhi si sono immersi in <i>"La fine è nota" </i>di <i>Geoffrey Holiday Hall</i> l'impressione è stata di avere a che fare con "altro".</div>
<div>
Non ingannino le parole di Sciascia nelle alette della copertina, le lodi dedicate al "misterioso" scrittore americano sono assolutamente meritate e non mera pratica pubblicitaria.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La fine è nota, inizio Shakespeariano, cosa dunque vi è di più noto se non la morte di un personaggio. Un fatto grave, inaudito che sconvolge da subito la vita agiata e borghese di Margo, donna dall'aria distante, con un viso delicato di bambina e sguardo innocente quasi irreale; Lei sola nel suo appartamento all'ultimo grido, nella lussuosa New York anni 50, che assiste in diretta al suicidio di Roy Kearney.</div>
<div>
Un uomo all'apparenza insignificante, l'aria da commesso o fattorino, ma <i>con una bocca amara come la brina, aspra come la pianura gelata dal vento invernale</i> .</div>
<div>
Il marito di Margo, il Sig Paulton vede tutto da una prospettiva diversa, privilegiata, la morte di Kearney è letteralmente un tonfo, si mancano per una frazione di secondo. L'impatto dell'incontro viene assorbito dal marciapiede mentre al Sig Paulton non resta che considerare quanto il corpo giaccia storto sul selciato come un pupazzo di stracci.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La storia nasce così ed è una ricerca continua, ostinata e tenace, di Bayard Paulton sulla vita di Roy Kearney, una ricerca che diventa una ossessione. Perchè quell'uomo dall'aria insignificante aveva deciso di suicidarsi gettandosi dalla finestra del suo appartamento che affaccia su Central Park?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La grandezza di questo romanzo sta nella sua scrittura, nel tratteggio dei personaggi, nelle scoperte e non nei colpi di scena, perchè tutto è già noto, è scritto, ma quello che non sappiamo è cosa muove le persone nelle loro vite a compiere delle scelte. Quali sono i demoni o i sogni che tormentano le notti dei giovani quanto di chi si prende cura di loro. Cosa si è disposti a fare per trovare pace e conforto?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Una riga dopo l'altra prendono vita uomini e donne delle due Americhe, quella rurale e riservata, talmente timida e spaventata che seppur a conoscenza della propria imminente fine si ostina a credere che una ferrovia o una strada possano cambiare le sorti di una città e delle vite che la animano, di contro quella ricca borghese, che nella metropoli ha trovato conforto nell'agio e nel possesso, cercando di dimenticare l'esistenza del prossimo passando da un martini all'altro.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Quello che il Sig Paulton non sa è che il futuro non può essere trattenuto, perchè <i>esistono persone che hanno avuto ben poco dalla vita e che non sanno resistere, quando possono impadronirsi di qualche cosa</i> anche se ciò significasse mettere in serio pericolo l'esistenza altrui.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Personaggi come "il più grande cervello del mondo" all'anagrafe Pincus Holtsinger e di Jessie "la matta" Dermond, rendono indimenticabile un testo ricco di atmosfere umane, di vite palpitanti e disperate che non sono impresse come graffio su un vetro, ma semplicemente come ombra che le foglie gettano sui marciapiedi. A noi resta solo il saltellare da una all'altra cercando di colmare quella distanza che passa dal senso di colpa ad un tuffo nel vuoto.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h3>
Recensione Sensoriale</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Una ferrovia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=6XJBDX3Z0BY" target="_blank">Awake di Tyco</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Vernice fresca</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Marmellata di mirtilli</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Bourbon</div>
<div>
<br />
<br />
<h3>
Voglie Impulsive</h3>
</div>
<div>
<br />
Sabbia sotto i piedi<br />
<br />
Tabacco secco<br />
<br />
Un viaggio posto finestrino<br />
<br />
<h4>
<br /><b>Peso in Valigia: </b><span style="font-weight: normal;">125 Grammi</span></h4>
<br />
<h4>
<b>Investimento: </b><span style="font-weight: normal;">12€</span></h4>
<br />
<h4>
<b>Editori: </b><span style="font-weight: normal;"><a href="http://sellerio.it/it/home/" target="_blank">Sellerio</a></span></h4>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com1Torino, Italia45.070312 7.686856499999976244.8908855 7.3641329999999758 45.2497385 8.0095799999999766tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-58990953926947682212015-11-05T23:55:00.000+01:002015-11-05T23:55:09.993+01:00CENTRAL PARK di Guillaume Musso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7QqOhl7SfZ0u8ddfHsZCS1vUy9g1ove8rDVqLmgj06JbmoI9mbK4YWalTzIYNi3YCxYH3owCwA2ei9J_4gXuIp8DHjZgJd4qZXsIV9FSwCJIOZvy4aSofqTqtdVZB7KeeNeyRWpR151vO/s1600/Central_Park_book.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7QqOhl7SfZ0u8ddfHsZCS1vUy9g1ove8rDVqLmgj06JbmoI9mbK4YWalTzIYNi3YCxYH3owCwA2ei9J_4gXuIp8DHjZgJd4qZXsIV9FSwCJIOZvy4aSofqTqtdVZB7KeeNeyRWpR151vO/s1600/Central_Park_book.jpg" title="Central Park di Guillaume Musso" /></a></div>
<br />
<h2>
-Di cosa hai paura?-</h2>
<h3>
-Di dimenticarmi-</h3>
<h3>
-Che cosa?-</h3>
<h2>
-Me stesso-</h2>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Central Park </i>di <i>Guillaume Musso </i>è un thriller, sembra che l'autore sia stato guidato nella stesura dalla stessa urgenza con cui il lettore vuole arrivarne alla conclusione. Non ci sono tregue, a ben vedere i colpi di scena sono pochi ma strabilianti, l'immediatezza della trama così come la costante tensione emotiva, che solo una scrittura semplice e ritmata possono supportare, fanno di questo libro un piccolo capolavoro.</div>
<div>
Il tempo sembra dilatarsi, le pagine una dopo l'altra vengono declinate al passato e se Alice e Gabriel vogliono riuscire a scoprire chi può aver ordito un "gioco" tanto sadico quanto terrificante, dovranno scavare a fondo nelle loro vite, nei loro ricordi, ansie, paure.</div>
<div>
Fino a toccare con mano il dolore, vivo e acuto, quel dolore che solo chi ha perso tutto, di chi sente che il proprio presente non conceda più un domani per cui valga la pena portare avanti il peso della propria esistenza, è tenuto a sopportare e ad accettare.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Alice è una poliziotta di Parigi, dirige un nucleo investigativo, l'unica donna fra cinque uomini. È risoluta, determinata, astuta e ciò che più conta attenta ai dettagli anche a quelli all'apparenza insignificanti, ma essere un detective è come dover montare un puzzle di migliaia di tessere.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Non avere davanti però l'immagine esatta di ciò che si deve andare a ricostruire porta a dover usare intuito e razionalità, ma quando queste non son sufficienti per venirne a capo allora adrenalina e vanità fanno si che, anche se incompleto, questo puzzle lo si reputi risolto e si prendano decisioni, talvolta vitali, non solo per se stessi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gabriel è un musicista jazz, attraente e sbruffone, il suo vissuto fa di lui il più classico degli "irrisolti" metropolitani, troppo alcool, troppa musica, troppi pensieri, troppe donne, ma Gabriel dietro quello sguardo così accogliente e strafottente nasconde un'anima combattiva, una umanità che lo porta a prendersi a cuore il bene delle persone e come se si fosse svegliato in un labirinto fatto di soli specchi deformati, riesce comunque a trovare una via d'uscita, una soluzione, a tutto, per tutti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gabriel ed Alice si svegliano una mattina di Ottobre, l'uno ammanettato all'altra, su una panchina a Central Park. La sera prima l'uno suonava in un club di Dublino, l'altra era uscita a divertirsi con le amiche sugli Champs-Elysées a Parigi.</div>
<div>
Quelle manette, che ora ai due segnano i polsi e lacerano la pelle, in breve diverranno un legame che va oltre il freddo dell'acciaio. Non sono in dubbio solo le loro esistenze, in bilico tra il possibile e l'improbabile, ma come in un gioco di ruolo dovranno, l'uno per l'altra, combattere una entità ostile e subdola che fin dal principio sembra aver segnato un percorso a ritroso nel doloroso e fumoso passato di entrambi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Central Park</i> è come una partita a scacchi, un bagno freddo per la mente.</div>
<div>
Ed è come avere il pezzo da muovere sospeso a mezz'aria e proprio nel mentre stiamo per compiere la nostra mossa, la scacchiera stessa prende vita e modifica la situazione di partenza.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Alice si sente esattamente così:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>"Mentalmente ricostruisco uno scenario fondato su ipotesi improbabili, alle quali tuttavia desidero credere."</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
E noi con lei.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
C'è un solo modo per ricordarsi di una strada, percorrerla a ritroso.</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
RECENSIONE SENSORIALE</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Un cumulo di foglie</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=gmBRRaqGYNw&index=1&list=RDgmBRRaqGYNw" target="_blank">Midnight Moon degli Oh Wonder</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: La persistenza di un buon vino</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: I denti di una cerniera</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Caldarroste</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
VOGLIE IMPULSIVE</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Il Paese delle Meraviglie</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Godermi il finale</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il sole freddo di Novembre</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
PESO IN VALIGIA: <span style="font-weight: normal;">427 Grammi</span></h4>
<div>
<span style="font-weight: normal;"><br /></span></div>
<h4>
INVESTIMENTO: <span style="font-weight: normal;">18€</span></h4>
<div>
<span style="font-weight: normal;"><br /></span></div>
<h4>
EDITORE: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.rcslibri.it/libri/central-park/" target="_blank">Bompiani</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-52246597482771771072015-10-23T01:17:00.000+02:002015-10-23T01:17:10.223+02:00ODETTE TOULEMONDE di Eric-Emmanuel Schmitt - LA LOTTERIA di Shirley Jackson<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFjRMNIu-qmObaaVG2WAVlaDt1V8dE0WYlhJcRfL5RkZ8XaRH4iRzEkTMb1aggDMBIBzWUeibNLj9OyEXcBdfQNoT_TNWxUoq9v0YGLjWNFPFBUdmXHJkCfgm-2UW_HlqIaT2pP7bvMRAp/s1600/Racconto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFjRMNIu-qmObaaVG2WAVlaDt1V8dE0WYlhJcRfL5RkZ8XaRH4iRzEkTMb1aggDMBIBzWUeibNLj9OyEXcBdfQNoT_TNWxUoq9v0YGLjWNFPFBUdmXHJkCfgm-2UW_HlqIaT2pP7bvMRAp/s1600/Racconto.jpg" title="Odette Toulemonde - La Lotteria" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z</h2>
<br />
Ci insegnavano, ovviamente, a parlare, a esprimerci, a dialogare, la prima persona, la terza persona, il noi e il voi, ci insegnavano dicevano la lingua dei nostri tempi: Le Immagini.<br />
<br />
Avete capito bene, "leggevamo" le immagini, parlavamo attraverso le immagini, dialogavamo con esse e attraverso esse. Un tempo remoto mio nonno mi raccontò di una civiltà che non usava solo le immagini, ma che si esprimeva usando le parole; obiettai che anche noi ci esprimevamo usando le <i>parole</i> ma lui mi interruppe e avvicinando la sua bocca al mio orecchio pronunciò quello che aveva l'aria di essere un vocabolo proibito, sapeva di tabacco e nocciola, sapeva di silenzio e clangore, e disse: Scrivevano.<br />
<br />
<i>Scrivevano</i>, mi ci vollero anni per comprendere appieno cosa significasse, dopo che udii quella parola capii di non poter avere altro scopo nella vita. Dovevo <i>Scrivere.</i><br />
<i><br /></i>
Facile direte voi, prendi una penna, unisci le lettere dell'alfabeto fino a formare una parola più o meno lunga, e mentre la scrivi ne scopri il suono nella mente, muovendo quasi impercettibilmente la lingua sul palato.<br />
Ecco, già che ci siamo io non sapevo nemmeno cosa fosse una penna, non sapevo cosa fosse l'alfabeto, sapevo però dirvi cos'era un <i>albero</i> e come era fatto, conoscevo la parola <i>albero</i>, ma solo perchè me l'avevano fatto vedere su una lavagna luminosa in una classe affollata di bambini vestiti tutti uguali.<br />
<br />
Eh ma <i>scrivere A L B E R O </i>è tutta un'altra cosa. È l'immagine più potente che esista è come se i colori, la forma, esplodessero letteralmente nelle sinapsi. È come avere un proiettore potentissimo, dietro gli occhi, che occupa tutto il nostro campo visivo con la quercia più grande che abbiate mai visto.<br />
<br />
Ero un analfabeta, leggere immagini e comunicare con esse era molto più facile, richiedeva meno impegno, era tutto a portata di indice; a pensarci bene <i>tutto </i>poteva essere additato.<br />
Laddove il semplice indicare non era sufficiente, interveniva un chip neurale il quale collegato in remoto ad una specie di cervellone centrale, faceva si che quelle cose per cui non si riuscivano a trovare immagini a portata di mano, diventassero disponibili su dei piccoli palmari che avevamo sempre con noi.<br />
<br />
Un esempio? pensate ad un bambino che piange e ad un genitore che non ne capisce il perchè, di colpo sul palmare del padre e della madre compare l'immagine di un biberon.<br />
Il bambino ha fame, mamma e papà sollevati lo accontentano e il bambino smette di piangere.<br />
Il chip leggeva la nostra mente, le nostre emozioni, sensazioni, bisogni e li traduceva in concetti il più elementari possibili.<br />
<br />
È complicato? se lo è per voi, figuratevi per me quanto lo è stato imparare a <i>scrivere.</i><br />
Dopo quell'incontro con mio nonno, ne fecero seguito altri e ogni volta gli chiedevo di raccontarmi qualche cosa di più, di addentrarsi nei ricordi di quella civiltà, di mettermi a disposizioni gli strumenti per imparare quella che sembrava un'arte magica e antica, potentissima.<br />
Mio nonno era reticente, continuava a ripetere di non parlarne con nessuno, di tenere segreto il contenuto dei nostri incontri, e di comportarmi come sempre.<br />
<br />
Mi parlò dei libri, della carta, di matite e dell'inchiostro, dei caratteri, della stampa e dei numeri. Ero affascinato, le sue parole parevano uscire da un carillon che per troppo tempo aveva preso polvere, era una musica arrugginita ma squillante, era il lascito di un uomo a cui mancava irrimediabilmente poter imprimere qualcosa: io ero la sua pagina bianca, la sua voce l'inchiostro.<br />
<br />
Vorrei poter continuare a raccontarvi la mia storia, e forse un domani lo farò, ma ora devo andare, vivo in clandestinità. Delle quattro dimensioni mi manca quella fondamentale, così come mancò a mio nonno, il tempo.<br />
Se troverete queste mie parole, e so che le troverete, allora riprendete da dove ho lasciato io.<br />
Tutto quello che vi serve è custodito in questi due oggetti, si chiamano libri, (me li regalò mio nonno) son fatti di carta (fate attenzione alle fonti di calore, tende a prendere fuoco) e si leggono (che parola meravigliosa) da sinistra verso destra, dall'alto verso il basso. Sono le due ultime copie rimaste, credo in tutto il mondo, scoprirete con essi non solo le parole, ma la grammatica, la punteggiatura, l'uso delle virgole e dei punti, sui punti e virgola invece ammetto che ancora adesso ho qualche dubbio.<br />
<br />
Non scoraggiatevi, so che tutto questo vi sembrerà un ammasso di simboli neri su sfondo bianco e che vi mancano un sacco di spiegazioni su come si compongono e leggono le parole, ma risolverete l'enigma se avrete utilizzato l'immagine che vi ho lasciato all'inizio di questo racconto. Mettete insieme le lettere e troverete la soluzione: la storia.<br />
Se ci sono riuscito io, allora ce la farete anche voi.<br />
<br />
Scrivete, perchè le immagini se non incontrano le parole non diventano mai emozioni.<br />
<br />
Sinceramente Vostro<br />
<br />
<i>Albero.</i><br />
<br />
<br />
<h4>
RECENSIONE SENSORIALE</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Credo che non ci sia bisogno di aggiungere i cinque sensi a quello che ho scritto, questa è una recensione sensoriale nel vero senso della parola, ho usato quello che sentivo e l ho tramutato in un racconto. </div>
<div>
Il tutto è stato ispirato da due storie contenute in questi affascinanti libri, che per motivi diversi, catturano e coinvolgono.</div>
<div>
Il primo, <i>È una bella giornata di pioggia,</i> fa parte di una serie di otto racconti nel libro <i>Odette Toulemonde </i>di<i> Eric Emmanule Schmitt, </i>il secondo invece <i>Colloquio</i> è inserito nel libro <i>La Lotteria</i> di <i>Shirley Jackson.</i></div>
<div>
Se potete abbiatene cura.</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
VOGLIE IMPULSIVE</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
È quello che ho appena fatto.</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
PESO IN VALIGIA: <span style="font-weight: normal;">250Grammi in totale</span></h4>
<h4>
INVESTIMENTO: <span style="font-weight: normal;">8€ + 9.50€</span></h4>
<h4>
EDITORI: <a href="http://www.edizionieo.it/catalogue/reply/0a9bcc52a23b068446595d254a132a1d/p1" target="_blank">Edizioni e/o</a> <span style="font-weight: normal;">(<i>Odette Toulemonde</i>), </span><a href="http://www.adelphi.it/catalogo/reply/eNqrVipUslLKSVTIyS8pSS3KTFTSUUrLL0pOjc9MAUrAeSWVBan5aRCR8ozUolQlq2oluKCtVVJ_fnaxUm0tABooGkQ=/p1" target="_blank">Adelphi</a> <span style="font-weight: normal;">(<i>La Lotteria</i>)</span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-34319138452139935542015-10-17T02:15:00.000+02:002015-10-17T02:15:56.956+02:00BASTADDI di Stefano Amato<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix4FJD3yctWcU9b03wJtU2Q42QZDPfcpq1t5LcpHBbtxV5-MEl3ut9ZHIqvTpMY-fWv3VVoEVacKMaNl-4eZok5NCMfspEGZFQTX_GzU7Ib-AeoU8MHnuwulfX_sE8l6EWfZghWD_B5h79/s1600/Bastaddi_Rece.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix4FJD3yctWcU9b03wJtU2Q42QZDPfcpq1t5LcpHBbtxV5-MEl3ut9ZHIqvTpMY-fWv3VVoEVacKMaNl-4eZok5NCMfspEGZFQTX_GzU7Ib-AeoU8MHnuwulfX_sE8l6EWfZghWD_B5h79/s1600/Bastaddi_Rece.jpg" title="Bastaddi di Stefano Amato" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
- ..Ma son morti tutti? -</h2>
<h4>
- Si perchè? -</h4>
<h4>
- Perchè uno l' avrei ammazzato volentieri -</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
"Con il termine Mafia si intende un sistema di potere esercitato attraverso l'uso della violenza e dell'intimidazione per il controllo del territorio, di commerci illegali e di attività economiche e imprenditoriale; è un potere che si presenta come alternativo a quello legittimo fondato sulle leggi e rappresentato dallo Stato."</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Una sorta di Contro-Potere.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Dunque, come si fa ad annientare un sistema come Cosa Nostra se il solo Potere dello Stato non è abbastanza efficace; Potere e Contro-Potere paiono annullarsi a vicenda, un testa a testa che non porta a nulla, per sbilanciare i rapporti di forza serve una variabile.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Bastaddi </i>vuole suggerire questa variabile, è un libro provocatorio, Stefano Amato è un provocatore e di mestiere fa lo scrittore, non l'esempio.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Prendere in "prestito" una sceneggiatura di un film come <i>Bastardi Senza Gloria</i> e riadattarla con una cover letteraria in chiave Siciliana è stato un azzardo che alla fine ha pagato. Il Film di Tarantino ha riscosso grandi consensi, coinvolto il grande pubblico, portando sullo schermo con un linguaggio semplice e pungente quello che sostanzialmente è l'istinto umano contro ogni ingiustizia. </div>
<div>
Solo che nel farlo ha deciso di dar voce a quell'istinto basso, belluino, incontrollato ed incontrollabile come solo la violenza contro i soprusi può essere, che però se libera di sfogarsi può tramutarsi in sadismo e perfidia.</div>
<div>
Quindi quale scenario migliore se non quello della guerra, dove le regole del vivere civile avevano abbandonato intere nazione, dove la violenza sembrava essere l'unica via verso la salvezza.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Machiavelli sarebbe orgoglioso sia di <i>Bastardi Senza Gloria</i> che di <i>Bastaddi: </i>Il fine che giustifica i mezzi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Di cosa tratta dunque <i>Bastaddi</i>?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Di Guerra alla Mafia, di un gruppo di uomini, di prescelti, lontanissimi dai canoni dei militari in carriera, per i quali la missione è tanto più importante quanto più se ne sentono coinvolti emotivamente. Quindi, armi e coltelli in pugno son pronti ad una lotta senza quartiere, e senza regole, senza pietà contro quella montagna di merda che sono la Mafia ed i Mafiosi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questo manipolo di <i>Bastaddi</i> fa incetta di scalpi Mafiosi, gira in lungo ed in largo la Sicilia uccidendone il più possibile, il più barbaramente possibile. Chiaramente tra i vari picciotti inizia a serpeggiare paura e i Boss vogliono arginare questa isteria cercando di dare una dimostrazione sia di forza che di compattezza. Così, come se si trattasse dell' esercito ed il malcontento che serpeggia nelle truppe andasse estinto, i Boss di Cosa Nostra vogliono celebrare il loro onore e la loro comunanza, auto celebrandosi ad una serata al Cinematografo proiettando un film Mafioso su uno dei loro novelli e coraggiosi "eroi".</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La Bravura di <i>Stefano Amato</i> sta nell'aver usato una scrittura godibile, creativa il giusto, senza mai lasciarsi prendere dalla smania di voler ricalcare pedissequamente tutti i passaggi del film. In questo modo è riuscito a costruire una trama nuova, del film utilizza grosso modo le trovate e le situazioni, ma riscrive completamente la storia, i personaggi e riesce magistralmente a collocarli nella sua Sicilia; caratterizzandoli talmente bene da rendere vividi tutti i luoghi comuni attraverso cui, da esterni, osservando questa terra circondata dal mare, si possa puntare il dito e dire "ecco vedi che è proprio così".</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Già, ma i luoghi comuni come i mafiosi sono duri a morire, e sta qui la provocazione profonda di questo testo, cioè che per sconfiggere i Mostri bisogna essere disposti ad esserlo a propria volta.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La fortuna vuole che questa sia solo una storia.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La sfortuna, invece, vuole che questa stia <i>solo</i> dentro un libro.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Al di la di tutto questo incrocio tra etica e opportunità mi ha riportato alla mente le parole di Piero Calamandrei, il quale dall'alto del suo senso civico/civile ci vuole ricordare sempre che</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Dove non v'è libertà, non può esservi legalità.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Con tutto quello che ne consegue...sopratutto per i <i>Bastaddi.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<h4>
RECENSIONE SENSORIALE</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Una foto di Robert Capa</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=U_c70SUU49M" target="_blank">Depressione Caspica dei Csi</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Gesso</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Canditi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Mandorle</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
VOGLIE IMPULSIVE</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Libera</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Rivedere i Cento Passi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
'Fanculo l'Onore e l'Omertà (Litfiba - Dimmi il Nome)</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
PESO IN VALIGIA:<span style="font-weight: normal;"> 276 Grammi</span></h4>
<h4>
INVESTIMENTO: <span style="font-weight: normal;">16€</span></h4>
<h4>
EDITORE: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.marcosymarcos.com/?s=bastaddi" target="_blank">Marcos Y Marcos</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-77298667126356707692015-10-11T23:41:00.001+02:002015-10-11T23:41:21.383+02:00SETE di KERRY HUDSON<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzbpHs24IOxZo-WP5MsDUchqlvwFulMOAh5Rn1vfteNuhgRcjlRHnWfbuu4cYJ-W-M3qJ4eDop7q-dOPkGffSdbwClA7vQrg4Dl-3izXDEiuzI0VuuaCmvlFPzi6ECrOIWPrcKP65qQ-UN/s1600/sete_recensione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzbpHs24IOxZo-WP5MsDUchqlvwFulMOAh5Rn1vfteNuhgRcjlRHnWfbuu4cYJ-W-M3qJ4eDop7q-dOPkGffSdbwClA7vQrg4Dl-3izXDEiuzI0VuuaCmvlFPzi6ECrOIWPrcKP65qQ-UN/s1600/sete_recensione.jpg" title="Sete di Kerry Hudson" /></a></div>
<h2>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></h2>
<h2>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Tu sai cosa è un clichè?</span></h2>
<h2>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Io no, e tu?</span></h2>
<h3>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">A me sembra di averlo appena letto.</span></h3>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">L’avevo detto in tempi non sospetti, quando all’inizio di
questa avventura avevo stilato le “regole” di #Progetto52; certi libri vanno
abbandonati. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Probabilmente, il fatto che in questo periodo della mia
vita non riesca ad essere empatico verso certe storie d’amore non è di aiuto. Quando
lo sguardo deve scorrere tra righe che tessono un canovaccio che lentamente si
impregna di un certo sentimentalismo, la lettura assume più i tratti della
punizione che del piacere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Kerry Hudson </span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">giovane
autrice del romanzo <i>Sete</i> ha l’indubbia
capacità di legare le parole e raccontare una storia che si sviluppa abbastanza
agevolmente in una trama ricca e complessa, dove i due protagonisti Dave ed
Alena cercano come novelli Renzo e Lucia di raggiungere non la felicità, ma
quell’<i>Una</i> che a tutti è concessa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">È un racconto di due solitudini come tante ce ne sono nella
letteratura, che attraverso alcuni balzi letterari sembra solcare mari in
tempesta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Una giovane ragazza Russa, ingenua e sognatrice che con la
superficialità di chi vuole evadere dalla mediocrità credendo di meritare di
più, si lascia convincere a partire per il sogno della grande città, del grande
amore, della grande e fallace avventura in terra straniera per poi un domani
sentirla propria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Un altrettanto giovane ragazzo, confinato in una vita
mediocre e ripetitiva, senza sussulti con un passato fatto di amicizie e amori
talvolta sbagliati lo spingono a lasciare la sua periferia dove sente di vedere
e vivere solo i bordi della vita, per respirare il profumo potente dei propri
sogni e seguirne la scia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Inevitabilmente due persone così, sprovvedute e sensibili, son destinate ad intrecciare i loro destini. Una città immensa e decadente come
Londra riserva per loro posti e situazioni che fanno di una storia d’amore un
calvario. Progetti sbagliati, Persone
abiette e malvagie, bugie, fughe da paure che più che forza propulsiva son argini
viscidi e insormontabili e quell’incomunicabilità di certi passati che diventa
straziante, tanto da leggere quanto da vivere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Il “ma” in tutta questa storia è il suo essere piatta,
artificiale, dove tutti i clichè laddove possono essere applicati trovano spazio
e conforto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">l’odore di
sesso non consumato</span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"> ed è esattamente così che ti senti dopo aver lasciato
indietro l’ultima sillaba di questa storia. Con addosso quella strana
sensazione di cose che sai che sarebbero capitate e nell’ordine esatto in cui
sarebbero successe, ma questa consapevolezza
ti infastidisce perché non trova conforto in quello che più di tutto volevi,
lasciarti dietro non solo la loro storia ma forse anche un pezzo della tua.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Sete</span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"> è un romanzo
per chi vuole una storia di oggi, in cui ci sono tutti gli ingredienti per empatizzare
con due protagonisti in cerca di sé stessi. Sarebbe ingeneroso comunque
chiudere questa recensione senza dare il dovuto merito a <i>Kerry Hudson</i>, scrittrice di indubbio talento, abile e raffinata nel
linguaggio, sicura e scorrevole anche quando il miele inizia a diventare troppo
e si rischia il diabete. I passaggi migliori rimangono quelli in cui i
personaggi secondari intervengono sulla scena, scombinando i parametri rendendo
più rapsodico il movimento concettuale della storia e creando storie nella
storia senza mai impedire a questa la sua immediatezza e semplicità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">La Meravigliosa copertina di questo volume edito da
BeatEdizioni fa di questo libro un <i>oggetto</i>
bellissimo al di la del piacere o meno che si prova leggendolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<h4>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">RECENSIONE SENSORIALE</span></h4>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Vista: La luce di una finestra<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=tXeSbQrmsQQ&index=5&list=LLOlxxUIBUqLoQ8bGLZhYMvA" target="_blank">Small Blue Thing</a> di Suzanne
Vega<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Tatto: I tasti neri di un pianoforte<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Gusto: Impasto per dolci<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Olfatto: Il filtro bruciato di una sigaretta<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<h4>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">VOGLIE IMPULSIVE</span></h4>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Fare la spesa</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Pulire casa<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">Impegnare la mente<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><b>PESO IN VALIGIA: 279 Grammi</b></span><br />
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><b>INVESTIMENTO: 13.90€</b></span><br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">EDITORE: </span><a href="http://www.beatedizioni.it/" style="font-family: 'Times New Roman', serif;" target="_blank">Beat Edizioni</a></b></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-64399724431046705582015-08-22T15:42:00.000+02:002015-08-22T15:42:32.503+02:00FINAL CUT di Vins Gallico<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmpRSxxUrNWyo79zUVhO0BRkuXLEoIf54cmGUU9y0YxKY8VkZXGjqsSaa_kiL5VEOflN4-Z3mIpA5WPtlg-Iceu4fMbUcbcBDM0lxYTZQMDR84uRYUTgwxwzfmXOIxYt3-8M22-kJFB_eg/s1600/FinalCut.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmpRSxxUrNWyo79zUVhO0BRkuXLEoIf54cmGUU9y0YxKY8VkZXGjqsSaa_kiL5VEOflN4-Z3mIpA5WPtlg-Iceu4fMbUcbcBDM0lxYTZQMDR84uRYUTgwxwzfmXOIxYt3-8M22-kJFB_eg/s1600/FinalCut.jpg" title="Final Cut - Vins Gallico" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
Se ti sei tagliato, metti un cerotto.</h2>
<h3>
Certo ma se a tagliarmi è stato l'amore?</h3>
<h4>
allora mettici coraggio...</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ventinovesima Copertina tra le mie mani, ventinovesima recensione, come mi è già capitato vado a parlare di un libro che mi ha affascinato prima per il titolo poi per il contenuto. L'ho notato uno stiracchiato giorno d'estate nell'inserto TuttoLibri de La Stampa e il pomeriggio stesso lo ordinavo in una nota libreria Torinese di Via Po.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
L'idea è geniale; la Final Cut S.r.l si occupa unicamente di traslochi, a voler essere precisi si tratta di traslochi <i>emotivi.</i></div>
<div>
Ogni anno centinaia se non migliaia di coppie si lasciano, smettono di amarsi, si odiano, vogliono farla finita col proprio partner, vogliono cambiare, darci un taglio, netto, decisivo, finale.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Quando un amore si arena l'istante più difficile, per chi non riesce ad uscire dalla secca sentimentale, è quello di comunicare la fine del rapporto, di riconsegnare gli oggetti che hanno in un modo o nell'altro fatto parte dell'arredo emozionale dell'individuo amato.</div>
<div>
Riprendere in mano anche solo un libro, rileggere una dedica, o sfiorare una souvenir comprato in una remota vacanza felice di coppia, possono generare dubbi, ricordi, rimorsi, perplessità e spesso si cede al ricordo di ciò che si era per preservare se stessi dalla fatica di una separazione e l'altro dal peso di subirla.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ed è qui che entra invece in gioco la <i>Final Cut</i>. Ad occuparsi di tutto questo, sotto la attenta supervisione del committente, ci pensa il nostro protagonista, inventore e realizzatore di questa particolare agenzia di servizi. </div>
<div>
Il trasloco avviene avendo prima concordato il prezzo in base al tariffario di cui l'azienda dispone; una volta deciso il tipo di trattamento, si passa all'atto pratico: quello di confezionare e caricare i colli al cui interno andranno a trovare posto le <i>Cose </i>del destinatario. </div>
<div>
La <i>Final Cut</i> si occupa anche di comunicare al destinatario la conclusione del rapporto sentimentale, di elencarne, attraverso un format preimpostato ma malleabile, le motivazioni della rottura e di dare la possibilità al destinatario di allegare un messaggio di risposta.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La differenza la fa proprio questo aspetto, la possibilità di avere un tempo per riordinare le idee, tracciare le fila di un rapporto, insomma riavvolgere il nastro e lasciare che sia la <i>Final Cut</i> a declinare al passato il verbo amore e consegnare oltre agli oggetti una motivazione che è comunque frutto di un processo. La <i>Final Cut</i> fa quello che nella vita normale spesso non accade; semplicemente ti ascolta. </div>
<div>
Non giudica e non fa nulla perché la storia d'amore debba trovare un lieto fine, segue il flusso di parole e pensieri, prende appunti, traccia un profilo e trova al posto tuo, laddove tu non riesca, una motivazione plausibile, reale, accogliente.</div>
<div>
Ciò che rimane è esattamente il Taglio Finale, è come se così facendo la storia d'amore vissuta mantenesse la sua sensazione di sospensione, di eterno, come un palloncino che scappa dalle mani e vola via ma si ferma su un soffitto troppo alto per essere riacciuffato mentre resta comunque a portata di sguardo.</div>
<div>
E tutto il dolore, lo sconforto, la deriva verso il basso dei sentimenti rimangono isolati dalla storia, poichè non sembrano far parte di questa, bensì di una consegna.</div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>Io non consegnavo merci, restituivo simboli..</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Il protagonista di questa commedia cosi attenta ai nostri tempi non ha un nome, e non potrebbe essere diversamente, il vero protagonista è la <i>Final Cut, </i>la sua azienda, la sua missione. È una idea che non sarebbe venuta in mente a tutti noi, ma tutti, avremmo voluto almeno una volta nella vita averne potuto sfruttare i servigi. </div>
<div>
Il romanzo tra le varie vicende che vedono coinvolta questa particolare azienda, tra clienti fedelissimi, consegne complicate, e storie di un amore che mai come prima ci viene proposto come un <i>collo</i> da riconsegnare, scorre come un rivolo d'acqua in una tinozza, ci riempie pian piano; di domande, di sorrisi a denti stretti, di ricordi e di emozioni contrastanti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>L'amore non si può restituire, solo contraccambiare</i>.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma quando l'amore finisce bisogna amputare. Nessuno di noi ha la forza di tagliarsi un braccio od una gamba da solo, ecco la <i>Final Cut</i>, taglia ciò che altrimenti noi lasceremmo li ad incancrenirsi.</div>
<div>
L'arto fantasma avrà la forma del ricordo, ma il legame non sarà più effettivo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma perchè dunque rivolgersi alla <i>Final Cut?</i></div>
<div>
È il protagonista stesso a rispondere a questa domanda:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Chi si rivolge alla Final Cut non lo fa solo per vigliaccheria, come credevo quando l'ho fondata, ma anche per incapacità a contenere la sofferenza, ad accettarla.</i></div>
<div>
<i>Alcuni hanno bisogno di un'eutanasia, altri richiedono l'autopsia sul cadavere della loro storia d'amore.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
È una storia che ne racchiude altre, ed inevitabilmente, in almeno una di queste finiamo per immedesimarci; letta così l'amore pare questi banale, semplice, schematico, con una sua grammatica precisa. Forse è proprio così visto una volta finito, ma quella grammatica, quando si vive il Noi, muta; assume nuove regole e forme, esattamente come un dialetto le cui uniche persone capaci di capirlo e parlarlo sono gli innamorati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
L'autore <i>Vins Gallico</i> con una prosa sciolta e moderna ha saputo caratterizzare <i>l'azienda</i> lasciando al suo creatore la libertà di muoversi tra ricerche di Neuro-Marketing, suggestioni filosofiche, brevi trattati di psicologia e soprattutto non negare al lettore la scoperta della storia del protagonista, la sua difficile ricerca del <i>Final Cut</i>.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Le regole della <i>Final Cut</i> sono quattro e apparentemente semplici:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Assenza di partecipazione</div>
<div>
Distacco</div>
<div>
Sospensione del giudizio</div>
<div>
Imparzialità</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Bene, se per caso un giorno dovessero suonare alla vostra porta e sulla soglia foste costretti ad accogliere un individuo con una strana divisa ed un logo appariscente sappiate che forse non è esattamente la consegna che stavate aspettando, bensì quella definitiva.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Siate cortesi, in fin dei conti sta solo facendo il suo lavoro.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Una rampa di scale</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=RCQV7FYlwlE" target="_blank">The Breach di Dustin Tebbutt</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: La fredda cornice di un fotografia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Aceto</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Libri dimenticati</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Scatoloni, Forbici, Nastro</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ricordi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Domani...</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">304 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">16,00€</span></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.fandango.it/" target="_blank">Fandango Libri</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-33601736494466290622015-07-30T02:16:00.000+02:002015-07-30T02:16:23.449+02:00SETTE BREVI LEZIONI DI FISICA / NUDI E CRUDI / TROPPA IMPORTANZA ALL'AMORE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNyZ9kaWvEmJz9ygk8Rxp0IpJ58w-hBl_WbGmM7B7tkj88IoR_lAfNTTkVyW9xAAxPK2xmFk4ImKpGGatHNu8Otkys28AmDCoSRYm2kFVtN_exdzrnU9gbIfgah3m00qoohcYtFQmLGlBL/s1600/tripla.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNyZ9kaWvEmJz9ygk8Rxp0IpJ58w-hBl_WbGmM7B7tkj88IoR_lAfNTTkVyW9xAAxPK2xmFk4ImKpGGatHNu8Otkys28AmDCoSRYm2kFVtN_exdzrnU9gbIfgah3m00qoohcYtFQmLGlBL/s1600/tripla.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<h2>
</h2>
<h2>
All You Need Is Love</h2>
<div>
<br /></div>
<div>
Non poteva che essere questa l'intestazione alla tripla recensione che mi accingo a scrivere.</div>
<div>
In sede di presentazione a questo Blog ho citato una frase di<i> Pennac</i> che riguarda la lettura e che recita:</div>
<div>
<i>...la lettura non ha niente a che fare con l'organizzazione del tempo sociale.</i></div>
<div>
<i>La lettura è, come l'amore, un modo d'essere.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
C'è sempre tempo e spazio per avventurarsi tra le righe sottili di un romanzo e perdersi in una storia, talvolta questo tempo si espande, si contrae, così come lo spazio intorno a noi e quando intendo spazio il concetto si può tranquillamente associare al Cosmo, a quella infinita serie di puntini luminosi che colmano il nostro sguardo alzato al cielo fino alla curva linea d'orizzonte.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Calore</i>. Ecco, una parola all'apparenza semplice che rimanda a corpi stesi sotto il sole o ai medesimi avvolti da spesse coperte e tazze fumanti, eppure in questa <i>semplicità</i> si può racchiudere l'essenza stessa dell'esistenza, dell'Universo e perchè no dell'amore.</div>
<div>
Di fatto il concetto di Calore implica anche una variazione affatto trascurabile e cioè quella del Tempo, più precisamente di Passato e Futuro.</div>
<div>
Mi rendo conto che quello che sto scrivendo sembra più un trattato fisico-filosofico, ma come spesso accade le due cose viaggiano di pari passo e la scoperta che il Calore è il fenomeno fondamentale che distingue il Passato dal Futuro oltre ad essere una delle più grandi scoperte della Fisica Statistica, per chi è minimamente romantico può assumere un valore imprescindibile per quello che è la concezione dei sentimenti e il loro manifestarsi.</div>
<div>
Fu tale Boltzmann a intuire questa correlazione e per non farci mancare nulla sapete quale è il motivo per cui il Calore va dalle cose calde alle cose fredde e non viceversa e quindi perchè possiamo riconoscere ciò che è passato dal futuro? È Il <i>Caso</i>. Esatto...la probabilità.</div>
<div>
Forse vi ho persi, ma magari qualcuno è incuriosito e vorrebbe approfondire maggiormente l'argomento, ebbene non dovete seguire un corso di Fisica Statistica al Politecnico e rituffarvi anima e corpo in libri di fisica quantistica, vi basta accedere ad una libreria e chiedere <i>Sette Brevi Lezioni di fisica </i>di<i> Carlo Rovelli. </i></div>
<div>
Un bignami, praticamente, un centinaio di pagine che portano la mente a contatto con concetti e teorie all'apparenza immense e imperscrutabili ma che con delizia, passione e gusto (fondamentale trattandosi di argomenti complessi) nella scelta del linguaggio ci vengono proposte come un arricchimento personale, come un tarlo anzi un seme che ad alcuni potrebbe far nascere o tornare la voglia di prendere percorsi di studio ambiziosi ma di sicuro appassionanti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Le cose del mondo interagiscono in continuazione l'una con l'altra, e nel fare ciò lo stato di ciascuna porta traccia dello stato delle altre con cui ha interagito</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Applicate a ciò un concetto di <i>calore</i> umano e di tempo, di una condizione precedentemente unica e successivamente doppia e "fisicamente", a mio modesto parere, avrete trovato ciò che genera l'Amore.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>Furto</i>. Forse non basta la narrativa intera per descriverne le possibili varianti, vi sono furti tutti i giorni, e di ogni tipo, da quelli materiali a quelli della personalità ma restano eventi unici circostanziati; e se invece il Furto fosse solo un punto di partenza?</div>
<div>
Meglio andare per ordine o vi perdo anche qua.</div>
<div>
Casa Ransome è stata svaligiata, si ma non con il solito modus operandi dove tra cassetti ribaltati e mani che han frugato ovunque nell'appartamento signorile di una Londra borghese vengono a mancare gioielli, contanti e qualche componente d'arredo; no qui siamo di fronte alla massima espressione di furto, laddove tutto, e quando dico tutto intendo <i>Tutto </i>è stato sottratto dall'appartamento dei coniugi Ransome. Dal rotolo di carta igienica al divano, dal forno con lo sformato al suo interno, alla moquette.</div>
<div>
Restano a ricordare quello che era un appartamento le pareti, le porte e i sanitari.</div>
<div>
Ed è da questo "vuoto" che la coppia deve ripartire, con lui Mr Ransome avvocato snob e distaccato che si deve arrovellare per comprendere il perchè di un furto così ordito ed ardito e lei Mrs Ransome donna consumata da un matrimonio dispari dove il suo essere finisce sempre per essere rimproverato o corretto dalla tracotanza di un uomo troppo pieno dell'idea di sè.</div>
<div>
Attraverso la televisione, le nuove conoscenze di una città multietnica come Londra e per mezzo di una audiocassetta di effusioni e gioventù, la coppia inizierà a scoprire e forse in parte comprendere quello che le è realmente accaduto. Ovviamente essendo dispari come coppia, il ricostruire e ricostruirsi non avverrà per entrambi con gli stessi tempi e modalità e sarà una scoperta ancora più grande, da parte di uno dei due, quella di attribuire a quel <i>vuoto</i> un momento caro e infinitamente utile per ripartire.</div>
<div>
<i>Alan Bennet</i> con una scrittura asciutta ma mai banale ritrae questa situazione grottesca e paradossale facendo leva sull'ironia di fondo e sulle peculiarità dei due personaggi principali, anche qui ci troviamo di fronte ad un libro che non supera le cento pagine ma volenti o nolenti non sarebbe potuto essere diversamente pensato, scritto, pubblicato. Ed in fondo, anche qui c'è un Amore che da tempo era stato rubato.</div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>Nudi e Crudi </i>di <i>Alan Bennet </i>edizioni Adelphi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>La gente [...] può fare a meno di tante cose; il problema è che non riesce a non andare a comprarle</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Behave. </i>Nella lingua d'Albione significa <i>Comportarsi Bene</i>, che poi il comportamento è solo la somma di quello che siamo in base alle situazioni che abbiamo vissuto. Siamo macchine semplici, e per semplici intendo che abbiamo sempre la possibilità di scegliere tra due opzioni, il bene e il male.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma questo non c'entra col libro di <i>Valeria Parrella</i> - <i>Troppa importanza all'amore, </i>o meglio <i>Behave</i> è il titolo di uno dei suoi racconti inseriti in questo libro, in tutto otto.</div>
<div>
È facile immaginarsi un testo pregno di sentimenti, di spezzoni di amore distribuiti in momenti casuali ed auto-conclusivi, questo solo perchè non si è abiutati (come me) a leggere racconti, a scoprire la bellezza immediata di storie che iniziano e finiscono in un frammento di vita, quasi una pesca sportiva, dove una volta catturato il pesce lo si libera nuovamente nel mare. Ecco per me il racconto ha questa essenza, hai ottenuto quello che volevi, te lo sei guadagnato, ma non è tuo, la storia che hai pescato è di tutti e così nel mare di umanità dove l'hai scovata così va restituita.</div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>Behave</i> parla di un uomo ,Buddy, un marinaio, della sua famiglia e dell'amore; di un marito e di un padre. Le difficoltà che il mare porta ad affrontare durante le lunghe traversate, il perdere la direzione il senso della misura dal tempo, dalla vita e dalla morte.</div>
<div>
La casa, il porto, la città Liverpool che un tempo era essa stessa il porto e non solo una parte, la moglie Jude e il suo cuore che brucia battiti senza sosta per suo marito e per il loro figlio Brandon, un ragazzo che non è <i>uguale</i> agli altri, che nonostante i medici fin da piccolo dicessero che lo era, agli occhi di sua madre è invece chiaro non lo sia e non lo sarebbe mai stato. </div>
<div>
Dio talvolta non gioca per la squadra di casa, non gioca proprio, osserva, cazzo c'avrà da guardare...</div>
<div>
È un racconto vivo, di quelli che non riesci a smettere di leggere perchè a Buddy magari non riescono tanto bene le parole, ma si fa capire, la sua semplicità sta proprio nel fatto di avere sempre ben chiara la direzione da prendere.</div>
<div>
<i>Quella è la prua e quella è la poppa, sopra c'è il cielo e sotto il mare e tu stai in mezzo. Così ti devi dire, ti abituerai </i></div>
<div>
...e non riesco a dire molto altro, perchè sì il racconto di Buddy parla di amore, di quello di un genitore per un figlio, di quanto questo possa essere messo alla prova dalla vita dal quotidiano e di quanto solitaria possa essere questa navigazione senza alcuno strumento se non qualche stella e tanta sincerità.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Chissà perché quando si entra in libreria nessuno ti domanda</div>
<div>
"vuole leggere qualcosa?"</div>
<div>
Mi piacerebbe sentirmelo chiedere, ancor di più vorrei che questo interrogativo venisse accompagnato da un libro già aperto su una pagina specifica e che questo qualcuno mi incoraggiasse </div>
<div>
"avanti, non sia timido, inizi" </div>
<div>
Ecco mi piacerebbe che questo libro fosse aperto su questo racconto e che una volta iniziato a leggerlo mi potessi perdere in questo silenzio qua.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Solo con Jude io mi sono potuto permettere la ricchezza del silenzio perfetto: perchè sapevo che non stavamo perdendo nulla. E questa cosa qui se non l'hai mai sentita, non la puoi capire.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<h3>
Recensione Sensoriale</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Aula Magna</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Inlac4FyhD8" target="_blank">Wonderwall Cover di Ryan Adams</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Tracolla</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Riso Basmati</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Corda Bagnata</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h3>
Voglie impulsive</h3>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Un sonno che riposa a tratti</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Luci in lontananza</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La stanza e la sua presenza</div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<b><br /></b>
<b>Peso in Valigia:</b> 335 Grammi<br />
<b><br /></b>
<b>Investimento:</b> 33€ ( 9 + 10 + 14 )<br />
<b><br /></b>
<b>Editori</b>: Adelphi / EinaudiAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-29427109184191961662015-07-20T01:11:00.001+02:002015-07-20T01:11:46.867+02:00L'INVENTORE DEI SOGNI (Ian Mcewan) UNA STORIA SEMPLICE (Leonardo Sciascia)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwcHhgdM3AMm21z-VdKF_YtqpFo_hSpzyipz2otiSBE0rNnmraOb9bB0qwpZnTlGd96E4WU6DJEukJevgLIXqpmuKn_1OHEDmISmLkdPKarrjwsXc40EmHeR3RndxC_6Z_5wXw6zKay78Y/s1600/inventore_semplice.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwcHhgdM3AMm21z-VdKF_YtqpFo_hSpzyipz2otiSBE0rNnmraOb9bB0qwpZnTlGd96E4WU6DJEukJevgLIXqpmuKn_1OHEDmISmLkdPKarrjwsXc40EmHeR3RndxC_6Z_5wXw6zKay78Y/s1600/inventore_semplice.jpg" title="l'inventore dei sogni / Una Storia semplice" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Recensire due libri è quanto di più ostico si possa fare, soprattutto quando in entrambi non è la storia in sè ad essere il valore aggiunto, il contenuto decisivo, la variabile a farne o meno, di un semplice ventaglio di pagine, un capolavoro. La variabile decisiva è come sempre la scrittura.<br />
<br />
Sono in ritardo sulla tabella di marcia del #Progetto52 e questo al netto di quello che comunque la vita continua a propormi, scelte, emozioni, passioni, rimpianti.<br />
Talvolta è come trovarsi davanti alla lavagna fronteggiando i lineamenti tirati e stanchi di una professoressa di matematica oramai troppo avvezza agli anni di insegnamento per non aver capito al primo sguardo, da condannato a morte, dell'alunno che si avvicina a quel blocco nero di ardesia se questi ha studiato oppure no.<br />
La sensazione che a memoria ricordo come ottundente non era tanto l'ignoranza del non conoscere minimamente la materia in questione o la soluzione del problema, erano come sempre gli sguardi, codardi e sollevati del pubblico non pagante. Dei propri compagni che per nulla complici ma bensì spettatori vivevano quasi con gratitudine quei momenti di imbarazzo e vergogna che invece provavo io li sul patibolo.<br />
Già, vergogna, inadeguatezza e a ben poco serviva tornarsene al proprio posto col sorriso beffardo di quello che nonostante la valutazione fosse prossima più allo zero algebrico che all'eccellenza scolastica sembrava aver in tasca il segreto per un domani da uomo realizzato e felice, e fanculo l'algebra che tanto mica mi darà da mangiare.<br />
Eh già, peccato che poi nella vita saper far di conto a volte aiuta, e aver ignorato la logica che deve star dietro al ragionamento per arrivare ad una soluzione può solo portare a non risolvere un granchè; finendo per fare nuovamente, e da adulto, quella faccia abbozzata di chi va a posto impreparato, avendo meno tempo davanti e sè e un numero sempre maggiore di rimpianti a cui trovare una giustificazione.<br />
<br />
Sto finendo fuori tema...<br />
altro segno rosso di matita, un segno, che oggi sta diventando ricorrente, cosi come il colore.<br />
<br />
Ho letto due storie brevi, la prima è stata <i>L'inventore dei Sogni</i> di Ian Mcewan, la seconda <i>Una storia semplice</i> di Leonardo Sciascia.<br />
<br />
Sono due libri che non hanno nulla in comune, il primo è un insieme leggero e delicato di racconti per ragazzi, dove Peter bambino spensierato e fantasioso inizia a tessere legami profondi con la sua immaginazione e attraverso questa a renderci partecipi della sua visione della famiglia, degli affetti e del valore delle parole come dei legami. Quindi nonostante potenti Pomate Svanilline o pindariche fughe dentro le anime altrui o fronteggiando vicini dall'aspetto avvizzito e decadente o prepotenti compagni di scuola, ebbene questi racconti che ci vengono dettagliati in terza persona regalano a tutte le avventure un tocco di leggerezza e armoniosa empatia. Li si può scandagliare, leggere e rileggere solo per il gusto della storia o per cercarne quelle miriadi di significati che solo i bambini riescono a dare al mondo che li circonda, ribaltandone le regole o meglio costruendovi le proprie e i propri valori.<br />
È un libro per tutti, ma soprattutto è il Libro di Peter e della sua portentosa immaginazione.<br />
<br />
<i>Una storia semplice</i> di Sciascia è un giallo siciliano, scritto in un italiano ricco e complesso eppure così perfetto da rimanerne affascinati. Una forma cristallina per raccontare una storia assolutamente probabile di una realtà in cui la giustizia non riesce mai a fare appieno il suo percorso lasciando al lettore quella sensazione di mal costume e omertà che sembra essere la pelle ruvida e scabrosa del nostro stivale.<br />
Un brigadiere, la sua intuizione, la risoluzione di un omicidio e<i> Lo Stato che fa / si indigna si impegna / poi getta la spugna con gran dignità ( F. DeAndrè ).</i><br />
Parole come Mafia, Droga, Viltà, non vengono mai menzionate, ma è chiaro il contesto, è appunto semplice come la storia, così vera e attuale da non farci uscire dalla quotidianità corrotta di alcune persone, dal coraggio di pochi che non vedono mai riconosciuto il loro merito, sacrificio o la loro virtù comunque sminuita dalle azioni e scelte altrui in logiche di potere vigliacche e conservative.<br />
In una data come questa, in cui il ricordo va alla strage di Via D'Amelio e all'omicidio efferato del Giudice Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, non si può far altro che guardare a questi uomini e donne con un senso di profonda e "meschina" gratitudine poiché come nell'ultima parte del libro quando tocca a noi, comuni cittadini, compiere una scelta che possa cambiare il corso delle cose, troppo spesso lasciamo che la macchina vada avanti per la sua strada e nonostante i nostri pensieri vogliano fare inversione di marcia, pensiamo<br />
<i><br /></i>
<i>" E che vado di nuovo a cacciarmi in un guaio, e più grosso ancora? "</i><br />
<i><br /></i>
Sciascia la butta sull'ironia, sull'essenza caustica del momento, e forse proprio perchè non ci sentiamo toccati nel vivo preferiamo andare avanti anche quando è la stessa storia ad averci già presentato il conto mostrandoci drammaticamente la sua ultima pagina.<br />
<br />
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Banchi di scuola / Macerie</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=1WMLdc1a7hQ" target="_blank">Antonio Caponnetto</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: La schiena di un gatto / Un interruttore</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Gelato / Milza</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Gelsomino / Sterpaglie bruciate</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Innocenza e Verità</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">177 Grammi Totali</span></h4>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">9.00€ <i>L'inventore dei sogni</i> + 8.00€ <i>Una storia semplice</i></span></h4>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Editori: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.einaudi.it/" target="_blank">Einaudi</a></span> / <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.adelphi.it/" target="_blank">Adelphi</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-82214501657270068292015-07-08T13:43:00.003+02:002015-07-08T13:43:45.954+02:00LA CENA di Herman Koch<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWqMTrOoyU88y2cjEyAv9MzVCGHB3okvfd10thCNPvAhLBIHz2L3h5d_fWsI8pf1OcKKDYoLkr05Ykm-ZQMj1mU8wSjVROGCa48pioASNk8sviqkMeumQw8-Uk1rmjd2nF82YsBPepaxhf/s1600/Lacena.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWqMTrOoyU88y2cjEyAv9MzVCGHB3okvfd10thCNPvAhLBIHz2L3h5d_fWsI8pf1OcKKDYoLkr05Ykm-ZQMj1mU8wSjVROGCa48pioASNk8sviqkMeumQw8-Uk1rmjd2nF82YsBPepaxhf/s1600/Lacena.jpg" title="La Cena di Herman Koch" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
Che cos'è l'intimità</h2>
<h3>
se non l'essere complici di un'intenzione.</h3>
<br />
Questo Romanzo mi ha travolto, messo letteralmente sottosopra, fatto riflettere a lungo e dato ai miei occhi e alla mie sinapsi il piacere di una lettura scorrevole, cristallina, e per una forma indubbiamente voluta dall'autore, dal potere calmante.<br />
<br />
Già l'autore, <i>Herman Koch, </i>giornalista e autore televisivo, un uomo che di immagini e parole ci vive, è impossibile non lasciarsi catturare dal contesto narrativo, dalle ambientazioni semplici ma così vivide e proprio perché comuni vissute da noi tutti nel quotidiano e per questo maggiormente prossime alla nostra totale immedesimazione.<br />
<br />
<i>La cena</i> non è un romanzo facile, non tratta mai in modo provocatorio o assoluto i temi che ne contraddistinguono l'importanza, ha il grande pregio di lasciare a noi il potere di decidere.<br />
La storia è raccontata in prima persona, ci viene "mostrato" quello che è successo, punto. Sta a noi nel mentre e ancora dopo averne letto l'ultima riga interrogarci su quale sia la soluzione, su come avremmo affrontato la situazione.<br />
<br />
È un romanzo che parla di famiglia, anzi di due a dire il vero, una coppia di fratelli che una sera con le rispettive mogli si ritrovano a cena in un lussuoso ristorante ad Amsterdam per parlare di un evento drammatico che potenzialmente potrebbe cambiare tutto.<br />
<br />
La cena, è un modo diverso per suddividere la storia che appunto ci presenta Paul, Professore attualmente in aspettativa per motivi di salute che si accompagna a sua moglie Claire, una donna bella e decisa, complice attiva nella vita e nelle scelte che coinvolgono la loro famiglia.<br />
<br />
Gli altri commensali sono Serge, fratello di Paul, politico di rilievo sempre sulle prime pagine dei giornali, candidato alla corsa per diventare Primo Ministro e sua moglie Babette, una di quelle rare donne la cui femminilità rapisce gli sguardi degli altri escludendoli dalla realtà materiale delle cose, lasciando che la propria immaginazione trascenda fino a quando oramai la sua immagine non è troppo lontana, inarrivabile, come forse lo sarebbe comunque per chiunque.<br />
<br />
I capitoli vanno dall'Aperitivo fino alla Mancia, la questione così urgente richiede alle due famiglie di doversi confrontare sugli aspetti più profondi e etici delle loro vite e direttamente anche quelle dei loro figli, Michel ( figlio di Paul e Claire ), Rick (figlio di Serge e Babette ) e Beau ( figlio adottivo di Serge e Babette ), tanto da poterne condizionare non solo l'adolescenza ma l'intero percorso di crescita futura.<br />
<br />
È sempre Paul a parlare e raccontarci come si è sviluppata la serata, avendo cura di non lesinare nulla, su alcun dettaglio, tornando di tanto in tanto anche ai giorni precedenti o a momenti di vita passata insieme ai propri figli o con le rispettive famiglie. Vuole darci il quadro completo, l'insieme assoluto per non far si che manchi alcun elemento alla storia.<br />
<br />
Il ritmo è crescente e gli ultimi capitoli assumono la classica cadenza Thriller dove ogni riga è un gradino da salire per arrivare all'apice della tensione.<br />
<br />
A ben leggere questo Romanzo, caso letterario internazionale, non si sbaglia se in fondo si pensa che tutto sia riconducibile alla felicità; a cosa sia realmente e a cosa saremmo disposti a fare, non per raggiungerla, bensì per proteggerla.<br />
<br />
<i>La felicità basta a se stessa, non ha bisogno di testimoni</i><br />
<i><br /></i>
proprio perché il suo opposto cioè<br />
<br />
<i>L'infelicità è costantemente alla ricerca di compagnia </i>di attenzioni, di circondarsi di clichè sui quali potersi erigere a paladini dell'etica e della morale guardando tutti dall'alto verso il basso.<br />
<br />
Le scelte più difficili, più profonde sono quelle che riguardano sempre un nucleo famigliare e la sua protezione, si chiamano istinti, e quelli di un padre ed una madre possono essere estremi.<br />
<br />
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Un piatto vuoto</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=bpOSxM0rNPM&list=LLOlxxUIBUqLoQ8bGLZhYMvA&index=51" target="_blank">Do I Wanna Know degli Artic Monkeys</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Il bordo di un bicchiere</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Una bistecca oramai fredda</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Acqua stagnante</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Non dover guardare il conto e pagare</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Uno sguardo complice</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Sfogare la rabbia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">205 Grammi</span></h4>
<div>
<br /></div>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">9.00€</span></h4>
<div>
<br /></div>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.beatedizioni.it/" target="_blank">Beat</a></span></h4>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-49375438358844808662015-06-30T15:30:00.001+02:002015-06-30T15:30:05.781+02:00BERSAGLIO NOTTURNO di Ricardo Piglia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIQgkEhjgzR0uYMUF3uXnrvPN7TEUUhQsIF6NfFVVE31tGi9DJ65y3tYSXAHE4m_gt22yBYV6w4fsEOoyfRs4l0lZbOnQmCFMdVkj7a2SW91PlYZQxJP0uFJByv1wwDEa5y05dP6bT9bgc/s1600/bersaglionotturno_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIQgkEhjgzR0uYMUF3uXnrvPN7TEUUhQsIF6NfFVVE31tGi9DJ65y3tYSXAHE4m_gt22yBYV6w4fsEOoyfRs4l0lZbOnQmCFMdVkj7a2SW91PlYZQxJP0uFJByv1wwDEa5y05dP6bT9bgc/s1600/bersaglionotturno_.jpg" /></a></div>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT"><br /></span></h2>
<h2>
<span lang="IT">Come poteva
andare a finire?</span></h2>
<h3>
<span lang="IT">Poteva finire,
ecco come poteva.</span></h3>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Ci sono, sono
vivo e scrivente, il che potrebbe per molti me in primis non essere una
consolazione ma un abuso, di tempo e di spazio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Ho iniziato a
leggere il ventiduesimo libro esattamente 19 giorni fa, avrei dovuto pubblicare
la sua recensione sette giorni dopo, dai facciamo otto perché mi volevo
riposare…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Ho finito di
leggere questo romanzo ieri sera. Appena chiuso l’ultimo capitolo, e voltato il
libro sul dorso ho proprio pensato che non avevo mai faticato così tanto a
leggere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Intendiamoci, la
fatica, quella vera, quella che imperla la fronte e fa bruciare muscoli e
polmoni è ben altra cosa, leggere invece un libro che non ti piace non ti
cattura non ti ammicca mai, neanche per un istante, è spossante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Lo guardi li sul
comodino inerme nel suo involucro di cellulosa e inchiostro e pensi che non gli
faresti un torto così grave ignorandolo per l’eternità. Non ho letto un romanzo
di formazione o una rilettura in chiave futurista di un classico della
letteratura paleocristiana (ammesso che esista un’opera di tale bruttezza).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">No, era
semplicemente un romanzo “giallo” ambientato nella pampa argentina, con un
contesto socio politico delicato come solo gli anni 70 per il mondo in generale
lo sono stati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Un commissario
burbero e malconcio con delle visioni che lo portavano vicino alla soluzione
del caso ma lontano dalla realtà delle cose, delle <i>intuizioni</i> filosofiche, ecco questo era il Commissario Croce, uomo
rispettato dal paese ma inviso al potere costituito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Un brillante
quanto affascinante mulatto americano, che agli occhi dei cittadini del paese
non era nient’altro che un negro. Tony Duran, simpatico, spigliato, che
suscitava invidia per le sue conoscenze altolocate e per le due gemelle
Belladonna alle quali spesso si accompagnava agli eventi mondani suscitando
maldicenze e qualche rancore, non del tutto infondate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Un vecchio e
granitico proprietario terriero, il Vecchio Belladonna, che era legato alla
terra, al suo paese, perché lo reputava come una proprietà privata avendolo
praticamente fondato quando emigrò dall’ Italia e più precisamente da Torino
dopo aver combattuto per l’esercito nella prima guerra mondiale ed aver
ottenuto importanti onorificenze.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Le Gemelle
Belladonna, Ada e Sofia, così simili, così spigliate così sognatrici di una
vita di lusso e eccessi che non si sono mai preoccupate delle conseguenze e
delle voci sul loro conto, perché quando si è ricchi e si vuol vivere da ricchi
non si deve risultare simpatici, ma semplicemente un gradino sopra agli altri,
comunque.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Il figlio del
Vecchio Belladonna, Luca, triste e solitario rinchiuso nella sua fabbrica,
nella sua officina meccanica che anni addietro dava lavoro ai Gaucho di paese
ma che pur di salvarla dagli interessi di gruppi di investimento internazionali
si era voluto accollare il peso di mantenerla in piedi circondato da pochi
fedeli e indebitando se stesso e i suoi sogni fino a farli diventare una
ossessione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">È un thriller,
c’è un omicidio e il tentativo di risolverlo, ma tutto prende una piega
decisamente obliqua, in cui sono le storie di questi personaggi ad intrecciarsi
in un modo talvolta complicato e che una scrittura ricca, oltre l’eccesso, e
discontinua portano ad un affaticamento e ad una scarsa empatia col libro in
sé.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Certo c’è
qualche cosa che si “salva” ad esempio il sig Renzi, giornalista, inviato per il
giornale di Buenos Aires arrivato nella triste e immensa pampa Argentina a
raccontare attraverso le sue parole i fatti sull’efferato omicidio avvenuto
nella tranquillità rurale di campagna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Renzi segue i
deliri del commissario Croce, si appassiona alla storia alle vicende
centrifughe del paese e rimane anche egli incastrato in questi giochi di potere
dove i segreti e le rivalità di una famiglia influiscono per sempre sulla vita
delle persone che anche solo ne lambiscono i confini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Qualcuno ha
definito<i> Ricardo Piglia</i> il Faulkner del Sud America. Permettetmi, se Faulkner
ha scritto <i>luce d’Agosto</i> ecco Piglia ha scritto allora Il Buio di Novembre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Un romanzo in
definitiva, fumoso e pretestuoso, avvincente a tratti, ma che mai ha avuto la
forza di tenermi concentrato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Certo lo stato
d’animo con cui si affronta una lettura influisce sempre sul piacere della
lettura stessa, ammetto per dovere di cronaca che se dovessi definire il mio
sentire nel mentre leggevo <i>Bersaglio Notturno</i> di <i>Ricardo Piglia</i> la parola più
ricorrente sarebbe Deluso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Detto questo, il
libro ha un grande pregio, una copertina che invoglia e incuriosisce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">Ma volendo essere
superficiale, e voglio, potrei chiudere questa recensione con un semplice e scontato modo
di dire:<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT">L’abito non fa il
monaco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Un montacarichi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=O1fHxPY3TJo" target="_blank">Civil War dei Guns N' Roses</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Scheggia di legno</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Bile</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Pelle sudata</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Cambiare libro</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Cambiare lavoro</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Cambiare vita</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia:<span style="font-weight: normal;"> 285 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">16€</span></h4>
<div>
<b>Editore: </b><a href="http://www.lafeltrinelli.it/" target="_blank">Feltrinelli</a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-13013996098451046772015-06-10T00:59:00.000+02:002015-06-10T14:10:10.790+02:00LA REGOLA DELL' EQUILIBRIO di Gianrico Carofiglio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigzug4kS5O7rO6Nq8iWVoQvc8XSyUakOO635QkYEnGPzaEeXpHPU_J2zjso_wQqT7AQB0HjkNv3h0ElctSKzE7glPOQZLDMwBUNTBBBBoaOE7Egxv4BkueTsZzC0RRaNHWqQvsm04uTzZ6/s1600/La_regola_dell_equilibrio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigzug4kS5O7rO6Nq8iWVoQvc8XSyUakOO635QkYEnGPzaEeXpHPU_J2zjso_wQqT7AQB0HjkNv3h0ElctSKzE7glPOQZLDMwBUNTBBBBoaOE7Egxv4BkueTsZzC0RRaNHWqQvsm04uTzZ6/s1600/La_regola_dell_equilibrio.jpg" title="La regola dell'equilibrio di Gianrico Carofiglio" /></a></div>
<h2 style="height: 0px; text-align: center;">
</h2>
<h2 style="height: 0px; text-align: left;">
"Hai mai fatto a cazzotti?"</h2>
<h3>
</h3>
<h3>
</h3>
<h3>
</h3>
<h3>
</h3>
<h3>
"Dipende, con una persona o con i pensieri"</h3>
<br />
Ci sono due modi per fare a pugni: la prima prevede l'uso dei guantoni e quello che procurano sono tuttalpiù dei lividi, la seconda invece è con le parole e quello che lasciano sono ferite che non si rimarginano.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
Dovevo leggere un altro libro, in realtà l'avevo già iniziato: <i>Bersaglio Notturno</i> di <i>Ricardo Piglia </i>un romanzo giallo ambientato a Buenos Aires, solo che come spesso accade non smetto mai di sfogliare i libri che mi capitano sotto mano. </div>
<div>
Così domenica all'ora di pranzo mentre mio padre si apprestava ad imbandire la tavola ed io <i>cazzeggiavo </i>stancamente tra i libri di casa dei miei genitori, la mia attenzione si posa su un titolo che sembra contenere, neanche a farlo apposta, la formula pratica a risolvere questo particolare momento della mia esistenza: <i>La Regola dell' Equilibrio.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Giusto il tempo di sentire la fatidica frase "È pronto!" che chiudo il libro e segno la pagina a cui ero arrivato: Pagina 50.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Come pagina 50? Controllo che il libro non avesse una prefazione che ho saltato o qualsiasi altra cosa che potesse spiegare come in mezz'ora, il tempo trascorso tra la presa del libro e il richiamo ai doveri mandibolari, abbia potuto leggere così tante pagine.</div>
<div>
In definitiva è facile dedurre che il libro mi ha preso, già nella giornata di Domenica l'avevo praticamente finito, mi sono giusto lasciato l'ultimo capitolo da leggere come compagnia per accomodare il sonno in una stanza di albergo di una città non mia.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Gianrico Carofiglio </i>ha tessuto una storia che si adagia su quello che sembra un tappeto musicale, che suona come un Legal Thriller, ma spesso come per trovare un equilibrio che non sarebbe possibile altrimenti, viene accompagnato da note Noir e da piccoli accenni al romanzo di formazione. Il risultato è di una musicalità quasi perfetta, i dialoghi sono pennellate di puro realismo, non c'è bisogno di descrizioni e contesti elaborati ne tanto meno di più piani narrativi. </div>
<div>
È un romanzo Giallo, lineare ma sbalorditivo tanto più quando pur usando dove richiesto un linguaggio tecnico giuridico riesca a comunicare semplicemente tutti gli aspetti del sentire umano, anche quelli più delicati come la vita, la morte, la moralità, l'amore e il dubbio.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La regola dell'equilibrio, mi viene quasi il sospetto che <i>Carofiglio</i> abbia voluto cimentarsi in un esercizio di stile, riuscendovi, facendo si che anche il lettore non possa che essere affascinato da questa ponderatezza senza che questa risulti mai banale.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Guido Guerrieri </i>l'avvocato Barese protagonista di questa vicenda (quinta avventura della sua saga) è un uomo di mezza età, molto indipendente come modo di pensare e non vincolato e spento come un <i>azzeccagarbugli</i> di manzoniana memoria. Il suo lavoro lo appassiona, la legge viene intesa non solo come materia di applicazione ma come momento di studio e riflessione, per aiutarsi in queste "sessioni" di pensiero preferisce indossare un paio di guantoni da boxe e sfidare <i>Mr Sacco</i> in una conversazione di sola andata fatta di montanti, periodi, e schivate.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Continuo a fare pugilato perchè la liturgia sempre uguale dell'allenamento mi colloca in un segmento mitico del mio tempo.</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
L'attività dello studio legale è serrata e l'efficienza dei suoi collaboratori è preziosa quanto la stima reciproca che si dimostrano gli uni con gli altri. L'avv. Guerrieri è bravo e lo sa, una punta di vanità lo spinge a compiacersi della sua etica, del suo equilibrio, ed è anche per questo che non può rifiutarsi di aiutare un suo ex compagno di Università che ha avuto una brillante carriera diventando Giudice a soli 24 anni e ora vede la sua reputazione a rischio per una storia dai contorni sbiaditi di una presunta corruzione.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questa volta non basteranno le lunghe sedute con Mr Sacco o le passeggiate notturne per una Bari sonnolenta e radiosa nonostante una Estate che non vuole ancora manifestarsi e sembra essersi presa una pausa, per aiutare <i>Guido</i> a trovare la serenità necessaria e il giusto bilanciamento del corpo per non finire al tappeto, schiacciato da troppe paure e troppi riflessi ingannevoli.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
A stringere i lacci del romanzo, per farlo calzare a perfezione sul lettore, serviva una figura femminile come <i>Annapaola.</i></div>
<div>
Una ex giornalista, dal passato burrascoso, dalle risorse infinite che gira in sella ad una moto nera e cattiva svanendo senza preavviso per intere giornate.</div>
<div>
Per poi ripresentarsi al citofono come se nulla fosse per aiutare l'Avvocato a ritrovare la sua autostima con una cena etnica ed una bella rissa paesana, dove sfoggia rudimenti di <i>softball </i>liceali prendendo letteralmente a mazzate alcuni malcapitati. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Alcuni libri sono così immediati che quasi dispiace congedarsi dai protagonisti, ma questa recensione non vuole essere un commiato, piuttosto l'ennesima riprova che</div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>La vera unità di misura del tempo sono gli accadimenti inattesi.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
È la vita, è tutta qui.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Una Palestra vuota e luminosa</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=d6nRGEXPEIw" target="_blank">Ali In The Jungle dei The Hours</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Cuciture di pelle</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Curcuma</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Pop-Corn</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Rivedere Il Socio</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Saltare la corda</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Sentire suonare al citofono</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in valigia: <span style="font-weight: normal;">N.D (sono in viaggio e non ho un bilancia appresso...amarezza.)</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">Ehm rubato (a mio padre...comunque sarebbero 19€)</span></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.einaudi.it/" target="_blank">Einaudi</a></span></h4>
<div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-91132267410983145012015-06-04T23:56:00.000+02:002015-06-04T23:56:37.482+02:00GALVESTON di Nic Pizzolatto<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkyRBDo0gbFm5_vCz6ZbtHIMtcEUPMtmRJOHzQgagtTSOFlzThRVCaNxz1Qk87vAxbLFERbLXTJZ1NYFktl2TCgr_0ASlWSZCI_46RShyphenhyphen0Ge5eg_VwqXYl8YzMv2_Ge3JH05pw9D6Cchd-/s1600/Galveston_rece.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkyRBDo0gbFm5_vCz6ZbtHIMtcEUPMtmRJOHzQgagtTSOFlzThRVCaNxz1Qk87vAxbLFERbLXTJZ1NYFktl2TCgr_0ASlWSZCI_46RShyphenhyphen0Ge5eg_VwqXYl8YzMv2_Ge3JH05pw9D6Cchd-/s1600/Galveston_rece.jpg" title="Galveston di Nic Pizzolatto" /></a></div>
<br />
<h2>
And it looks like the sun</h2>
<h3>
but it feels like rain.</h3>
<i><br /></i>
<i>In questo clima ogni cosa cerca l'ombra, e quindi una qualità fondamentale del Profondo Sud è che qui tutto è parzialmente nascosto.</i><br />
<i><br /></i>
Ed è esattamente così che questo romanzo riesce a mettersi in risalto, restando in ombra. Facendosi scoprire <i>parzialmente</i>, sviluppando i suoi personaggi, l'intreccio, i luoghi relegandoli in una porzione corrosiva di oscurità,<br />
Ognuno ha le sue zone buie, antri di sè che rifuggono e rifiutano quella luce che gli altri vedono in noi.<br />
<i>Nic Pizzolatto </i>è sicuramente uno scrittore con il dono della visione, le sue parole riescono a far scorrere immagini ad alta definizione, non per niente in seguito ha scritto la sceneggiatura per la HBO di True Detective, nitide fino allo sfibrarne i colori, le sensazioni, ammantando il tutto di una cappa afosa e salata.<br />
<br />
<i>Galveston </i>è un luogo, un posto, a dirla tutta un rifugio per chi non ha altro che dei ricordi di una vita passata sbagliando anche in amore, ma per quanto possano essere errati, questi ricordi sono gli unici ad avere un senso e a rendere la vita ancora una "prospettiva" e non un passaggio "definitivo".<br />
Roy Cady è un uomo del Texas Orientale, porta jeans, magliette nere, giubbotto e stivali da cowboy, l'aspetto è volutamente poco curato, capelli lunghi e barba uguale.<br />
Non ha importanza cosa gli altri pensino di Roy, che lo vedano come un bifolco o uno poco raccomandabile, alla fin fine per il lavoro che deve fare gli fa anche comodo.<br />
Lavorare per un boss che si occupa di vari intrallazzi, nessuno dei quali prettamente legale, porta alla necessità di dover cambiare aspetto e soprattutto luogo in poco tempo e con pochi accorgimenti, fosse anche solo il tagliarsi la barba.<br />
<br />
Per arrivare fino a Galveston, non ci vogliono molte ore di viaggio, serve più che altro un pretesto che viene fornito da una giovane e seducente ragazza, Rocky, vittima e testimone di violenza, sbandata e incontrollabile, sgrammaticata ma fatale.<br />
Roy è come il migliore degli assassini, è già morto; probabilmente cancro, una sottile nebbiolina che appunto mette in ombra la vita nei suoi polmoni, deve agire di istinto, per prima cosa salvarsi ma forse come una forma di espiazione dei propri peccati, provare a salvare lei e un'altra vita ancora, quella meno colpevole di tutti in questo romanzo, la piccola Tiffany <i>sorella</i> di Rocky.<br />
<br />
Fuggono ma finiscono per doversi fermare, perchè l'idea di cambiare vita, di provarci almeno una volta è più forte, è più ammaliante, ma è dannatamente complicato; per chi non è abituato a fidarsi degli altri, l'unico numero che conta è dispari ed inferiore a tre.<br />
<br />
La trama si sviluppa semplice, lineare, quasi come una palude, apparentemente placida ma sotto la cui superficie nasconde predatori letali. È la malinconia di fondo a dettare il ritmo dei dialoghi, dei pensieri che Roy in prima persona ci affida tra le pagine: è un vecchio Blues, che sai esattamente come suonerà ma non riesci a smettere di ascoltarlo.<br />
<br />
Non crediate, se avete avuto modo di vederli, di trovarvi di fronte agli episodi di True Detective, qui la potenza dell'immagine è la parola, è il modo in cui vi farà sentire il riverbero insopportabile del sale sotto un sole incessante, di come dietro le porte di un Motel fatiscente si nascondano molte più storie rispetto agli ospiti che vi cercano "protezione".<br />
<br />
<i>Immagino che si debba stare molto attenti a come si usano i propri ricordi.</i><br />
<i><br /></i>
Ecco, quello che è questo <i>noir</i> è tutto qui, in queste parole.<br />
Forse alla fine la luce avrà la meglio, oppure sarà solo un riflesso, e Roy Cady rimarrà nell'ombra solamente aspettando chi più di tutti in questa storia avrà bisogno di "prospettiva".<br />
<br />
<i>Ci sono un sacco di cose che non diventano mai quel che dovrebbero.</i><br />
<br />
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
Vista: L'Aurelia al Tramonto<br />
<br />
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=fTyIThyzpNw" target="_blank">Do You Feel Loved degli U2</a><br />
<br />
Tatto: Granelli di Sale Grosso<br />
<br />
Gusto: Zucchero filato<br />
<br />
Olfatto: Lucida-Labbra<br />
<br />
<br />
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br />
Un Rodeo</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Aria umida e stantia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Una notte in un Motel a Big Sur<br />
<br />
<br />
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">225 Grammi</span></h4>
</div>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">10€</span></h4>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://oscar.librimondadori.it/contemporanea/piccola-biblioteca-oscar" target="_blank">Mondadori</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-3461409095230967552015-05-26T18:12:00.003+02:002015-05-26T18:13:11.393+02:00DIARIO DI ZONA di Luigi Chiarella (Yamunin)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_mst2kiuwU0CdNVfmCz8lk-UEhhID4aNTnP8ziOS7HpT50QKT7TH_a1Ob_BjVjSPbXI1B7mLThO97EKuT0F3WQ1xPOO7RYEz38xp6qAGM-aMs5amslajq-DPVjtV0anztA7fWJBv4dJFD/s1600/Diario_di_Zona.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_mst2kiuwU0CdNVfmCz8lk-UEhhID4aNTnP8ziOS7HpT50QKT7TH_a1Ob_BjVjSPbXI1B7mLThO97EKuT0F3WQ1xPOO7RYEz38xp6qAGM-aMs5amslajq-DPVjtV0anztA7fWJBv4dJFD/s1600/Diario_di_Zona.jpg" title="Diario di Zona di Luigi Chiarella" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
"Non Aprire, magari hanno sbagliato"</h2>
<h3>
"Magari, invece, a sbagliare siamo noi..."</h3>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>Diario di Zona</i> è una lettura che mi è stata consigliata da Einaudi, un simpatico <i>hashtag </i>come #consigliounlibro si è rivelato fonte di ispirazione per le mie letture e dunque materiale <i>sfogliante </i>per #Progetto52.<br />
<br />
Questo libro è un vero è proprio caso di serendipità, neologismo che indica la fortuna di fare scoperte che rendono felici; è ambientato a Torino, o meglio ancora le parole risiedono e vivono a Torino, il suo protagonista è un precario, genuino, combattente, un romantico contemporaneo, che vede il mondo che lo circonda per quello che è: stratificato.<br />
<br />
È un diario, scritto e vissuto in prima persona, ogni pagina è il racconto di una <i>Zona </i>di Torino. Luigi è un letturista, armato di bicicletta, una divisa ad alta visibilità, palanchino cacciavite e terminale per le letture. Si avventura nelle cantine, nei tombini, nei momenti di quotidianità della città cercando di "leggere" più contatori dell'acqua possibili per poi, terminata ogni zona assegnatagli inviare i dati del consumo dell'acqua alla propria azienda.<br />
È un lavoro, non meno nobile di altri, ma come dice il protagonista, la verità è che <i>Il lavoro mancherà sempre di renderci liberi.</i><br />
<i><br /></i>
Ed è proprio per trovare un minimo di libertà, di interesse in un lavoro altrimenti monotono e faticoso che Luigi dipinge attraverso le parole l'immagine di quello che è Torino oggi.<br />
Una città che solo vista dai margini, dalle periferie, attraverso chi la abita si rivela per quello che è; <i>Torino è fatta a strati, è sotto se stessa. Basta scavare.</i><br />
<i><br /></i>
Gli incontri di Luigi sono tutt'altro che monotoni, il tessuto sociale che li abita è variopinto. Citofonare in un palazzo di una via sconosciuta e chiedere di aprire il portone per fare il proprio lavoro si può rivelare una impresa.<br />
Ci ritroviamo tutti nei modi di fare e di dire di chi risponde al citofono, nei luoghi comuni, nei "è pieno di quelli li, che rubano, zingari marocchini" nei "no qui non c'è nessuno, io non le apro", "vatteneaffanculo cazzovuoi" , "sei furbo, fammi vedere il tesserino".<br />
Non ci sono solo anziani, immigrati, indigeni, ci sono le realtà di vite <i>vissute piano sullo sfondo</i> di solitudini, di fallimenti, di un razzismo di seconda generazione e arroganza.<br />
<br />
Certo strappano risate i dialoghi seppur simili tra loro, ogni volta così presenti nel lessico quotidiano di chi vivendo a Torino incontra per le strade; la fatica di Luigi è doppia, gli spostamenti per un anno in bici, le pedalate, il pericolo del traffico, la città che si evolve, il Tav, i nuovi fascisti del lavoro come della politica, il voler alzare i pugni al cielo e pigliarlo a cazzotti, cambiare tutto quando è proprio il tutto ad essere così soffocante così sottile come polvere che quotidianamente ci cade addosso e ci appesantisce, e per sentirsi leggeri non basta una scrollata, una potente pedalata.<br />
<br />
È un romanzo ibrido, un non genere, un <i>Oggetto Narrativo Non identificato (come spiega Wuming1 nella quarta di copertina) </i>e per questo è unico, inconfondibile con uno stile secco, diretto, a tratti punk per la sua capacità di contaminazione dove musica, concetti e poesia si fondono in un unico continuo narrativo facendoci tenere il tempo quasi seguissimo una partitura.<br />
La cosa che più mi ha colpito è che il Libro è attivo, forse perché racconta della mia città, perché simpatizzo per molte delle "lotte" che l'autore porta avanti, perché si rende omaggio alla storia e alla Resistenza, perché c'è il Grande Torino, il Filadelfia, Superga e non come credo calcistico ma come immagine ruvida e potente di grandezza e degrado.<br />
<br />
Già la Resistenza, quella dei Partigiani, ragazzi e ragazze, uomini e donne, lavoratori e studenti che ora ci osservano passare frenetici da una strada all'altra, da un lavoro ad un altro, da una presunta libertà ad un altra, fissandoci immobili dall'alto di qualche targa cementata, sopra qualche monumento, incastonata in qualche ricordo.<br />
La città è fatta di strade di numeri e di incroci, ma la strada, quella vera, la toponomastica della nostra esistenza è fatta dalle persone che han sacrificato se stessi per una idea, per un domani.<br />
La vera punteggiatura di questo romanzo sono loro, sono il ricordo, e il non smettere mai di resistere quando l'ingiustizia diventa legge.<br />
<br />
Luigi metaforicamente sta suonando al palazzo in cui tutti noi viviamo, e se volete un consiglio apritegli perché è un incontro che va vissuto.<br />
<br />
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Lo schermo di un cellulare</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=ELKVW8HiUTE" target="_blank">Push dei The Cure</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Muffa</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Della fatica, del sudore</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Una maniglia ghiacciata</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Guardare avanti</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Scendere in Cantina</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Voltare Pagina</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">380 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">16€</span></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.ilmegafonoquotidiano.it/" target="_blank">Alegre</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-86231013390466404542015-05-19T00:07:00.002+02:002015-05-19T00:07:24.871+02:00LA COMMEDIA UMANA di William Saroyan<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMe_GrLVIfstrTF6MC8eHDAIYyzepwzVLotqCrXTNRalSYAqarRPawT57OhvHLbxdClnYGmzT15oz193Xdm1uMYD1SosECI0R1TmDmfSV3XE8_kG6feIiHS7AQcqKdry50s9WfT_BqpQE/s1600/LaCommediaUmana.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMe_GrLVIfstrTF6MC8eHDAIYyzepwzVLotqCrXTNRalSYAqarRPawT57OhvHLbxdClnYGmzT15oz193Xdm1uMYD1SosECI0R1TmDmfSV3XE8_kG6feIiHS7AQcqKdry50s9WfT_BqpQE/s1600/LaCommediaUmana.jpg" title="La Commedia Umana di William Saroyan" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
È successo veramente</h2>
<h3>
Me lo stai dicendo o me lo stai chiedendo...</h3>
<br />
<br />
"Hai mai letto Carver?"<br />
<br />
"No mai."<br />
<br />
"E Saroyan eh? Hai mai letto Saroyan?"<br />
<br />
"Mmm, no, non mi dice niente Saroyan."<br />
<br />
"Ok! Ok, non importa, allora di Carver devi leggere Cattedrale,<br />
mentre di Saroyan sicuramente La Commedia Umana."<br />
<br />
"Bè insomma non li conosco, cioè di cosa parlano?"<br />
<br />
"...Della vita, ecco, ti piace la vita?<br />
Ti piace l'essere umano?<br />
Scrivono di questo; niente di più, loro parlano di noi."<br />
<br />
<br />
Sono dialoghi così che ti cambiano le giornate, quando hai la sensazione che l'emozione, l'impazienza, la necessità di comunicare qualche cosa abbiano il sopravvento su tutto e tutti, ed è come se un treno in corsa non possa che travolgerti.<br />
<br />
Ovviamente il consiglio lo raccogli come si raccolgono le mani per abbeverarsi ad una fontana, ti infili nella libreria in cui inciampi per foga e ancora fuori equilibrio ti allunghi verso la Libraia, dai capelli corvino e sguardo alla nocciola.<br />
<br />
"Carver <i>Cattedrale</i>!"<br />
( magari un <i>ciaobuongiorno</i> non avrebbe guastato )<br />
<br />
- gli occhi da nocciola le diventano giallo tempesta -<br />
<br />
"Buon giorno, stai cercando un libro o una persona?"<br />
<br />
"oh bè se non c'è prendo Saroyan <i>La commedia Umana</i>"<br />
( sei un genio, no dico sul serio, praticamente per rimediare tra una brutta impressione e una pessima figura hai scelto la strada che porta direttamente al materiale organico di bovino adulto )<br />
<br />
- non le è cambiato lo sguardo, sono cambiate le condizioni climatiche del negozio, inizia a fare freddo -<br />
<br />
"Dunque...se stai cercando due autori e le loro opere sei nel posto giusto"<br />
<br />
- le parole sono tese, ma il sorriso quello no, quello è indifferente, come plastica -<br />
<br />
"Mmm, ecco io..."<br />
( Taci...ti prego TACI! )<br />
<br />
"Sfortunatamente per te non sono <i>io </i>la persona giusta per aiutarti"<br />
<br />
- un ciuffo di capelli le si sposta in avanti, tagliandole il viso, come una linea di matita che segni una pagina più per lasciare una traccia che per esprimere un significato, riuscendoci. -<br />
<br />
"No si, cioè, scusa, ciao ecco, buongiorno, mi chiedevo se avevate..."<br />
( ci sai fare, non c'è dubbio )<br />
<br />
"<i>Cattedrale </i>di Carver o <i>La commedia Umana </i>di Saroyan ho indovinato?"<br />
<br />
- ha il dono della sospensione, come se le parole si sollevassero da terra e rimanessero li a mezz'aria, aspettando di essere afferrate. -<br />
<br />
"Scusami, davvero, è che sono di corsa, non ho fatto caso alle parole, perdono!"<br />
( la maleducazione non è una mancanza di fiato, è una mancanza di tatto...)<br />
<br />
- si è già mossa, verso uno scaffale, poi un altro, due libri in mano, uno sguardo non più velato da nubi, ed un sorriso, questa volta umano. -<br />
<br />
"Capisco, e mi dispiace per te"<br />
<br />
"....?"<br />
( si esatto quella faccia li, falla, ti riesce benissimo, è la stessa da 36 anni. Una smorfia senza suono con la giusta punteggiatura, da Oscar )<br />
<br />
"Intendo che mi dispiace perché sei di corsa, i libri sono qui, ma non sai nulla di loro, ed è un peccato.<br />
Sono 19,60€ vuoi una borsa?"<br />
<br />
- Solleva un libro giallo, quasi a volermi ammonire per la fretta, la maleducazione, per tutto insomma.<br />
Lo solleva davanti ai suoi occhi ad un braccio di distanza; è un libro non tanto più grande di uno degli smartphone di nuova generazione, poi lo appoggia sul bancone vi posa una mano sopra quasi a dover tenere giuramento e per la prima volta il suo sguardo mi colpisce non per il suo colore ma per la sua profondità. Sono quegli occhi che iniziano a parlarmi e non smetteranno più, finché morte non ci separi. -<br />
<br />
" Vedi, William Saroyan era un ragazzo Armeno, nato in America in California, rimase presto orfano di padre e coi fratelli finì in orfanotrofio.<br />
Rifiutò l'istruzione, quella scolastica, e si mantenne facendo lavori umili, dal fattorino allo strillone, la sua educazione fu la strada, la sua passione i libri che divorava nelle biblioteche durante il suo tempo libero.<br />
Diventò un grande scrittore del '900 Americano e del neo-realismo, non per vocazione ma per auto-imposizione, poiché era convinto che lo sarebbe diventato. Ovviamente una vita tormentata non gli bastava quindi al successo si aggiunsero la passione per il gioco d'azzardo e l'alcoolismo, così lo stereotipo del grande scrittore fu completo.<br />
<i><br /></i>
<i>La Commedia Umana </i>è una moderna e succinta Odissea che non si sposta per mare ma su cavi adagiati sui fondali, che non è racchiusa in volumi e inchiostro ma in linee e punti che corrono veloci da un capo del mondo all'altro.<br />
<br />
Ed è a questo capo del mondo esattamente ad Ithaca in California che il giovane Homer Macauley quattordicenne ma dall'aspetto più maturo, aspetta che il signor Grogan ricevuto e trascritto il messaggio all'ufficio telegrafico gli consegni la busta con l'indirizzo a cui portarlo; Homer inforca la bici e inizia a spingere sui pedali cercando di raggiungere nel minor tempo possibile la destinazione assegnatagli per consegnare quelle parole che arrivano da così lontano. Homer fa il turno serale, la città è un luogo sospeso nel tempo, sono gli anni della seconda guerra mondiale, la vita come la morte sono presenti ovunque, sia nelle buste che il giovane Homer deve consegnare sia nelle case dove famiglie intere aspettano, cercando di ingannare il tempo, notizie dei loro cari, dei loro figli, dei loro amati.<br />
La Famiglia Macauley è una di queste, Marcus è partito per la guerra e a casa oltre alla madre e alla ragazza lascia i due fratelli, Homer appunto e Ulysses, un vispo tipetto di quattro anni, curioso e sfrontato, per niente intimorito dalle cose e dalle persone. Il padre è morto anni prima ma ha fatto in tempo a lasciarci in eredità una bella famiglia, unita e sincera.<br />
<br />
È una Odissea moderna perché in un certo senso è un ritorno a casa, è l'attesa di un ritorno. È la vita che va avanti e che fa scoprire il mondo al piccolo Ulysses quanto i sentimenti contraddittori dell'età adulta a Homer. Quello che traspare dalle parole mai banali di questo romanzo, così ben scritto, morbido e avvolgente, è la sensazione che nonostante le belle giornate, le scoperte, i giochi dei ragazzi e i canti a messa, la vita del negoziante e dell'immigrato, del disperato come del vincente, si aspetti sempre l'inevitabile, <i>la</i> notizia.<br />
Questa notizia in fondo è il quotidiano, sono gli eventi che non si fermano ad aspettare che sia sorto o meno il sole per accadere, in realtà semplicemente e talvolta crudelmente accadono.<br />
<br />
Mentre leggerai questo romanzo ti accorgerai di quanto in fondo il tuo punto di vista sia quello di Ulysses, quasi lo scrittore voglia regalarti l'ingenuità e innocenza di tornare ad avere quattro anni, cosicchè <i>sarai convinto di dover stare dovunque ci sia qualche cosa di interessante da vedere.</i><br />
<i><br /></i>
Ecco, il romanzo è più o meno tutto qui, quello che ti colpirà di più è la coerenza, sia narrativa che morale, William Saroyan è ovunque in questo scritto, e se mi concedi, e penso di meritarmeli ancora due minuti, voglio leggerti una parte che adoro e che in qualche modo ti riguarda:<br />
<br />
<i>Un essere umano, chiunque sia, lo considero amico. Il mio conflitto non è con lui, ma con quella parte sfortunata di lui che prima di tutto son costretto a distruggere in me stesso."</i><br />
<br />
- le parole ora non erano solo da afferrare, erano scalini da salire per arrivare alla sua altezza -<br />
<br />
"Ecco, penso di averne, di tempo intendo e tu?"<br />
( grammaticamente orribile, ma emotivamente plausibile, t'apprezzo!)<br />
<br />
"Dipende, Carver <i>La Cattedrale!</i><br />
<i> </i>- e le scappa da ridere imitando l'enfasi della mia voce -<br />
ti interessa sapere cosa racconta?"<br />
<i><br /></i>
( se te la giochi male giuro che ti abbandono, cazzo, lo giuro su queste parentesi )<br />
<br />
"No, non mi interessa sapere <i>cosa </i>ma <i>chi </i>me lo sta raccontando..."<br />
<br />
- Quel ciuffo tagliente sul viso con un gesto naturale quanto delicato lo sposta dietro l'orecchio.<br />
Il suo sguardo è basso, quasi avesse trovato un tesoro in fondo a quelle copertine adagiate sul bancone.<br />
Le labbra si muovono, forse un sorriso, un piccolo morso, e quegli occhi si alzano, sono nocciola, e non sono più uno sguardo ma un sapore, quello del domani. -<br />
<i><br /></i>
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: I cavi sospesi dal finestrino di un treno in movimento</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=ECRJL_8kQes" target="_blank">My Babe di Little Walter</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Torta di mele</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Sali Minerali</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Grasso per catene</div>
<br />
<br />
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Una Libreria</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Capelli Color Corvino</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Occhi Sapor Nocciola</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">212 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">10€</span></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.marcosymarcos.com/" target="_blank">Marcos y Marcos</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-90237839002809952182015-05-13T01:04:00.000+02:002015-05-13T01:04:15.404+02:00A con ZETA di Hakan Günday<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh24z8GZV3J3qNPtu1Uooz-iekOXn_UXV52iJmdzgWVziKUMmU6kDv_WcSIFU8hjy-Zp2e8e5kfstRUShUXvra9TGG-Iuga-ei-0J4iE1uxEPmscSZUDrNfiWWgwkLPR_OE30Zj8ZITxD4P/s1600/AZ.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh24z8GZV3J3qNPtu1Uooz-iekOXn_UXV52iJmdzgWVziKUMmU6kDv_WcSIFU8hjy-Zp2e8e5kfstRUShUXvra9TGG-Iuga-ei-0J4iE1uxEPmscSZUDrNfiWWgwkLPR_OE30Zj8ZITxD4P/s1600/AZ.jpg" title="A con Zeta di Hakan Gunday" /></a></div>
<h2 style="text-align: center;">
<br /></h2>
<h2>
Nell'alfabeto ci sono tutte le storie del mondo</h2>
<h3>
alcune hanno un nome, se siamo fortunati due.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Oğuz Atay:</div>
<div>
Leggere un libro spesso porta a guardare oltre la trama, i personaggi o lo stile narrativo; leggere un libro è porre attenzione ai dettagli di una storia, è entrare nelle parole di chi l'ha scritto e scovare la scintilla primordiale; la costante che ha messo al suo posto ogni singolo punto, paragrafo, personaggio, intreccio.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ecco chi è <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/O%C4%9Fuz_Atay" target="_blank">Oğuz Atay</a> in questo arguto romanzo di Hakan Gunday. </div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>A con Zeta </i>in realtà parla brevemente di questo scrittore scomparso prematuramente nel 1977, fu il padre della narrativa Turca contemporanea, annegò il romanzo realista Turco in una pozza fatta di quotidiano, di complesse realtà individuali, raccontandone l'alienazione, il disagio, il conflitto con sé stessi e con le convenzioni sociali.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma per arrivare ad Oguz bisogna passarne tante di lettere dell'alfabeto, almeno cinque, che si moltiplicheranno allo specchio, per essere sempre le stesse ma di genere differente.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ed è così che Derdâ poco più che bambina commette il suo primo crimine, o tuttalpiù è così che si sente, semplicemente colpevole. Il suo essere bambina finisce da li a poco, la sua innocenza si frantuma contro la rigidità delle tradizioni rurali, nonostante il <i>chador </i>nero che l'avvolge, la vita penetra attraverso l'unica cosa che le rimane scoperta: lo sguardo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
I suoi occhi di pece si poseranno su tutto, soprattutto sul male, sul dolore, provato ed inferto quasi in un contrappasso Dantesco dove Derdâ tra l'adolescenza e l'età adulta passerà dall'essere vittima di violenze sessuali ad utilizzare la violenza per indurre piacere.</div>
<div>
Una <i>Mistress </i>dal fascino Orientale che recita in porno sado-maso, mentre pare aver chiesto indicazioni precise per la deriva, sia del corpo che dell'animo e dal sadismo al masochismo il passo è breve così come si può passare dalle caramelle ad una dose di eroina.</div>
<div>
<i>Il Sadomasochismo non è altro che un modo per capire la realtà delle cose.</i></div>
<div>
La tossicodipendenza, la cura, l'amore che nasce, quello puro incontaminato di una madre acquisita, il riscatto e il sorriso.</div>
<div>
Derdâ è un racconto, delicato nonostante le sue componenti più cupe, ironico nonostante la crudeltà e l'efferatezza dei gesti, dei momenti, delle persone; un racconto che a tratti sembra non veder mai sorgere il sole ma laddove la tenebra sembra più fitta è proprio il suo sguardo ostinato al futuro a regalarci speranza.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ed è così che Derda (senza accento) poco più che bambino si incammina secchio in mano per guadagnare qualche spicciolo lavando le tombe al cimitero. Derda è analfabeta e più che lavorarci al cimitero ci vive, in una baracca che si regge grazie al muro di cinta dei campi elisi moderni; il padre in carcere, la madre morta; la vita di Derda è segnata, vivere di espedienti per sopravvivere è l'unica alternativa, <i>perchè aspettare la paura è peggio della paura stessa.</i></div>
<div>
Finisce per lavorare, oramai cresciuto troppo per impietosire le elemosine al cimitero, in una stamperia pirata ed è proprio qui che Derda si imbatte nell'incontro che gli cambierà la vita. </div>
<div>
Sono proprio due parole, che per un analfabeta non sono null'altro che disegni senza alcun significato, a riportare Derda al cimitero, alla sua infanzia e ad una tomba lavata e curata per anni su cui quei simboli senza significato ora sono gli stessi che tiene tra le mani, su una copertina di un libro;</div>
<div>
<br /></div>
<div>
ci siete arrivati sicuramente, ma ve lo dico lo stesso, quelle otto lettere potevano vestire una sola persona:</div>
<div>
Oğuz Atay!</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Derda (senza accento) è un racconto, delicato nonostante la sua irruenza, risoluto come il suo protagonista.</div>
<div>
Derda scoperto quel nome, Oğuz Atay, imparerà a leggere e a scrivere, imparerà che per arrivare a trovare sé stesso e superare la sua alienazione, il suo disagio, dovrà farlo a colpi di pistola ed anni di carcere. Ucciderà il suo essere Kafkiano ( pur non avendo idea di cosa sia esserlo ) eliminerà da sé stesso l'insicurezza, la paura, la solitudine, l'assurdità e l'incomunicabilità. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Farà tutto questo con una lettera, ricevendone un'altra in cambio.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Az</i> in Turco significa <i>poco </i>ma nell'interminabile spazio che separa la A dalla Zeta ci sono tutte le parole che servono per far si che questo spazio si restringa quanto basta per portare due nomi ad essere uno solo.</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: le vetrine di un Sexy-Shop a Soho</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=N9CbhqnAuBc&index=1&list=LLOlxxUIBUqLoQ8bGLZhYMvA" target="_blank">Love & Feeling di Chet Faker</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: L'odore di pagine non ancora sfogliate</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Mandorla</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Stagnola</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Imparare il Turco</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Sentire il canto del Muezzin all'alba</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Lottare per me stesso</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">503 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">18€</span></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.marcosymarcos.com/" target="_blank">Marcos y Marcos</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-40155440538255846752015-05-01T00:44:00.001+02:002015-05-01T00:44:08.369+02:00IL PUZZLE DI DIO di Laura Costantini e Loredana Falcone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSRj8ycdYIgLhJXLj7agI4nJFE-T20O1yx-ybBwQd5Fto3x6y82FIgoBmrGi-1P5fy77yCuAMm1Cf1HMaF6uT0KviaCdmsava_GMnXZGNmtmRObvFaKt8Hd2f8JLQq0E5enSLcAgpN-vGM/s1600/IlPuzzle_di_dio.jpg" imageanchor="1"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSRj8ycdYIgLhJXLj7agI4nJFE-T20O1yx-ybBwQd5Fto3x6y82FIgoBmrGi-1P5fy77yCuAMm1Cf1HMaF6uT0KviaCdmsava_GMnXZGNmtmRObvFaKt8Hd2f8JLQq0E5enSLcAgpN-vGM/s1600/IlPuzzle_di_dio.jpg" title="Il Puzzle di Dio" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
Dio non può avere frammenti,</h2>
<h3>
solo l'uomo ha il potere di spezzarsi.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Il ritardo con cui mi accingo a scrivere questa recensione è figlio, anzi no è Padre: nel senso che è autore di quelle che sono delle emozioni che conserverò per sempre. Ma questi discorsi esulano il contesto letterario e al fondo della recensione ne capirete l'origine.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questo Romanzo è stato il mio primo e-book in assoluto, la <a href="http://www.goware-apps.com/ebook/" target="_blank">goWare</a> casa editrice digitale mi ha supportato nel #Progetto52 portando alla mia attenzione il lavoro di Laura Costantini e Loredana Falcone; un giallo scritto a quattro mani e probabilmente centinaia di ore di ricerca per quello che posso serenamente reputare un Thriller curato in ogni dettaglio, dalla scrittura alla caratterizzazione dei personaggi quanto alle nitide atmosfere dal sapore medio-orientale.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Due donne che scrivono una spy-story. È facile immaginare uomini abili e dal carattere ben delineato, è così è: Il colonnello Demedici ed il Maggiore Landi sono Romani, addestrati, efficienti e indubbiamente affascinanti. Sono militari, ma rivelano attraverso un dialogo in bilico sul filo dell'amicizia e del rispetto dei ruoli, la difficoltà di far trasparire i sentimenti a scapito dell etica professionale.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Donne che scrivono di donne.<br />
La vera chiave di volta di questo mistero "digitale" è la grandezza delle due figure femminili che si muovono tra l'interlinea e l'immaginazione del lettore: Sumitra e Nesayem.<br />
non sono "amiche", vengono da due parti del mondo distanti migliaia di chilometri, quello che le unisce è il fatto stesso di essere tessere di un puzzle, e che seppur consapevoli o meno della loro importanza in questo rompicapo, hanno dalla loro due storie incredibili ambientate in luoghi e tradizioni che vengono gradualmente svelati.<br />
Posti come il Nepal o il deserto del Sahara, popolazioni sperdute nel tempo, i Berberi, una lingua che rischia l'estinzione così come il suo popolo, Roma, una caccia internazionale a tessere di pietra grandi quanto un tavolo da pranzo ed un Planisfero composto da 348 di queste ultime; un mosaico, un <i>Puzzle di Dio</i> che sembra giungere a noi direttamente dalle epoche preistoriche ma che custodisce un messaggio cupo e sinistro...quasi quanto la Bassa vercellese e i suoi scheletri nascosti in <i>piscine di cemento.</i></div>
<div>
<br />
In tutto questo, quasi non bastasse ci sono da aggiungere ancora un paio di elementi degni di nota, un agente Americano tendenzialmente sociopatico e sanguinario: <i>Mister Liberty,</i> e due all'apparenza felici innamorati Saro e Daniel che fanno del loro amore il perfetto rifugio da una vita di soprusi e intolleranza ma che nasconde qualche cosa di ben più premeditato e definitivo.<br />
<br />
Nonostante la mole di informazioni e personaggi dove facilmente ci si sarebbe potuti perdere o creare un continuo e fastidioso rimbalzo tra le parti, è stata vincente l'attenta analisi e costruzione dei capitoli ed in questo il mio plauso va a chiunque abbia optato per una costruzione così organica e funzionale della storia rendendola piacevole e fruibile.<br />
<br />
Il lavoro di ricerca sia storico che geografico hanno contribuito a trasformare un intreccio tutto sommato "semplice" in un impianto narrativo complesso e stratificato.<br />
<br />
Forse in conclusione manca un po' di originalità ma il rischio di rovinare tutto in modo grossolano e incoerente ha giustamente posto un freno alla fantasia privilegiando la storia, che come sempre è la sola, in questi casi, a contare.<br />
<br />
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Fata_morgana_%28ottica%29" target="_blank">L'Effetto Fata Morgana nel deserto</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=KhsPYRUqphk&index=1&list=LLOlxxUIBUqLoQ8bGLZhYMvA" target="_blank">Comfortably Numb dei Pink Floyd ( Cover di Thomas Leeb )</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Capelli bagnati</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Cumino</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Silicio</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Rivincere il Derby della Mole</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Comprarmi un Kindle ( lo ammetto, ho odiato l'Ipad per leggere l'E-book per via dei riflessi sullo schermo e delle ditate che vanno a "sporcare" la lettura e ad affaticare gli occhi )</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Sprofondare i piedi nella sabbia bollente</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Peso in Valigia: 613 Grammi ( Peso dell Ipad Second Generation )</b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Investimento:</b> 4.99€ </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Editore:</b> <a href="http://www.goware-apps.com/" target="_blank">GoWare</a></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-23003583205884306022015-04-21T23:42:00.000+02:002015-04-21T23:42:28.574+02:00LA VITA DAVANTI A SÉ di Romain Gary<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGY2kOu0QmNOO6J9PbJXJPTrrQ9-76bx8207dpiIrBWLr2w2_EbLZVSQIfoYk1UMWAxTDkuwhSNKZlcJl_EEhCiqyww9CUCbcNsxYXWWLSK-Y3nezEraBg7nGPjyW4_rsaUPDbhypA4lRs/s1600/LaVitaDavantiaS%C3%A9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGY2kOu0QmNOO6J9PbJXJPTrrQ9-76bx8207dpiIrBWLr2w2_EbLZVSQIfoYk1UMWAxTDkuwhSNKZlcJl_EEhCiqyww9CUCbcNsxYXWWLSK-Y3nezEraBg7nGPjyW4_rsaUPDbhypA4lRs/s1600/LaVitaDavantiaS%C3%A9.jpg" title="La vita davanti a sé" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
Hai presente il Giovane Holden</h2>
<h3>
ecco se fosse nato nelle Banlieue sarebbe Momò</h3>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Come escono le parole da
queste pagine?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Quale archimedica spinta
ricevono per poter galleggiare sulla superficie umida degli occhi?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
È una lingua meticcia, di
sostanza adulta ma nella forma bambina; è come tornare indietro nel tempo quando
anche ciò che non aveva un nome lo si comunicava attraverso l’uso di parole
prese in prestito dai grandi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Quella ricerca affannosa
dei bambini di potersi esprimere ma soprattutto di essere capiti, poiché è la
via più semplice per essere amati.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Romanin Gary, la cui esistenza
non ha resistito forse al peso della vita stessa (è morto suicida a 66 anni ), ha scritto questo romanzo, La
Vita Davanti A Sé, raccontando di un ragazzo e dei suoi dieci anni. È la Parigi
degli anni 70, dove i quartieri più poveri vedono la maggior concentrazione di
immigrati i quali <i>sono</i> il popolo<i> </i>ed i francesi una sparuta
minoranza. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
È il racconto della vita
nelle Banlieue quando ancora queste non sapevano di essere tali, è un incrocio
di lingue, razze, traffici, mestieri e personaggi che, visti con occhio adulto,
non potrebbero riservare alcuna sorpresa se non pietà o ribrezzo ma, agli
occhi di un bambino queste figure assumono i contorni della famiglia. Laddove
la povertà, la provvisorietà, la paura sono il quotidiano e<i> dato che la felicità è nota per la sua scarsità</i> sono le persone e
il loro animo ad essere l’unica ricchezza, l’unico rifugio, la sola speranza.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Questa storia appartiene
a Mohammed detto Momò, ragazzino sveglio e sensibile, consegnato a Madam Rosa
in una sorta di casa famiglia dove condivide con altri bambini la stessa sorte,
quella di essere dei <i>figli di puttane</i>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Così Momò ci racconta che
le donne che <i>facevano la vita</i> <i>non hanno diritto di avere la patria
potestà, è la prostituzione che lo richiede, </i>al fine di evitare di perdere
il bambino e di vederselo consegnato al Brefotrofio si preferiva affidarlo a
gente che si conosceva e la cui discrezione era assicurata.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Madam Rosa è una matrona,
tanto grassa che quando cammina <i>sembra
essere un trasloco</i> vive al sesto piano in un condomino a Belleville e si
prende cura di questi figli del <i>Mestiere </i>ricevendo
in cambio un vaglia mensile per il loro mantenimento. La condizione di questi
bambini è pressoché permanente, le madri non torneranno, Madam Rosa è l’unica
donna della loro vita.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ma questa è la storia di
Momò e di quei giorni, quando scopre l’amore, quello di essere figlio e farà di
tutto perché questo amore non finisca mai perché c’è una cosa ben peggiore
dell’essere soli al mondo, ed è esserlo in due.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Tutto intorno ruotano
personaggi meravigliosi nella loro semplicità, da Madam Lola il travestito del
Bois de Boulogne, ex pugile, scolpito
nella pelle color ebano ma dall’animo delicato, passando per Hamil, l’amico
anziano di Momò che parla ed affascina perché usa termini da saggio ed ha una
viscerale passione per Victor Hugo, fino al Dottor Katz che più che curare deve
rassicurare Madam Rosa e la sua ipocondria.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Commuove e riesce a far
sorridere l’innocenza che sostiene questo romanzo, c’è quello che nel mondo
d’oggi non si vuole, ci sono le persone prima della razza, le storie prima
della lingua, i sentimenti prima delle religioni. No, non è Momò a farci da
traghettatore in queste questioni così “adulte” di rilevanza così sociale,
perché non saprebbe neanche come poterle esprimere ma, dove non arrivano le
parole arriva il suo agire, ingenuo e sbruffone, ed è la miglior risposta a
tutte le domande che il mondo, forse da sempre, si pone di fronte ai “problemi”
di integrazione:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<i><br /></i></div>
<div class="MsoNormal">
<i>Bisogna volersi bene.</i></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E se lo dice Momò che ha
dieci anni e forse qualcuno in più, vale la pena dargli ascolto.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Scatola di Scarpe</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=51I1Fl7qhHw" target="_blank">Almost hear you sigh dei Rolling Stones</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Carta stagnola</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Miele</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Una candela appena spenta</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
L'odore dell'acqua di colonia di mio padre</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Un pallone, un cortile e una estate senza fine</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Un sacchetto di caramelle</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Peso in Valigia: </b>286 Grammi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Investimento:</b> 9.90€</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Editore:</b> <a href="http://www.neripozza.it/" target="_blank">Neri Pozza</a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-32036922719881466062015-04-15T01:41:00.000+02:002015-04-15T01:54:28.855+02:00SOSPETTO di Percival Everett<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzJFlsdSnwdNcc6Np63oaKOXDlWHvOeDQjnabgoRSfo8gJnWf2j4KsFGNFCM5qmSwyTubIoR8Ix-2zvc5UZ3EIxfQ792JmZo3H9M2hJF3JYqxksNYjgfRhWEumAuNwCESmkJ2R7rVtp9q-/s1600/Sospetto_15.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzJFlsdSnwdNcc6Np63oaKOXDlWHvOeDQjnabgoRSfo8gJnWf2j4KsFGNFCM5qmSwyTubIoR8Ix-2zvc5UZ3EIxfQ792JmZo3H9M2hJF3JYqxksNYjgfRhWEumAuNwCESmkJ2R7rVtp9q-/s1600/Sospetto_15.jpg" title="Sospetto di Percival Everett" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
"Per uccidere un uomo</h2>
<h3>
il piombo è l'ultimo dei rimedi."</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Lessi anni fa uno dei romanzi di <i>Percival Everett</i> per la precisione <i>Ferito,</i> una storia ambientata nel Wyoming con protagonista un cowboy eclettico di mezza età che si ritrova suo malgrado a fronteggiare una situazione che aveva a che fare con un "crimine d'odio".</div>
<div>
Ciò che allora mi aveva colpito nel leggere questa storia fu come attraverso un uso pressoché maniacale di periodi essenziali, della punteggiatura e di dialoghi ridotti all'osso, l'autore riuscisse a trasmettere e bene ogni singola sfumatura sia dei personaggi che del contesto in cui erano inseriti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questo essere deciso, tagliente, granitico non pesava sul romanzo, anzi mi restituiva la netta percezione di dove ero e a che punto della storia e che tutto quello che sarebbe accaduto non mi avrebbe mai e poi mai sorpreso del tutto poiché era già <i>scritto</i> dovesse accadere.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Sospetto </i>è esattamente così. Gioca con il lettore Percival Everett con una storia di <i>crime fiction </i>che in ultima analisi lo è nell'intento ma non nella forma; son tre racconti, brevi, che funzionano solo nel loro insieme. È la storia di un vice-sceriffo in un paesino tra i monti e il deserto del New Mexico, Ogden Walker, afroamericano, patito di pesca con la mosca e abile fautore di esche tanto da sembrare un novello modellista mentre armeggia tra ami, piume e fili vari sul suo banco di lavoro.</div>
<div>
È il perfetto prototipo della piccola borghesia americana, così lontana dai grattacieli, dallo stress e dai ritmi frenetici delle Big Town; vive in una realtà dove non succede mai niente e sembra che però tutti non aspettino altro che invece accada qualcosa e come dicevo prima <i>inevitabilmente</i> accade.</div>
<div>
Ogden si troverà suo malgrado a dover indagare su tre casi di omicidio a macinare chilometri spostandosi tra grandi città e minuscole comunità montane, affrontando tutto quello che l'america lontana dai grandi palcoscenici rivela: droga, prostituzione, fallimenti, alcool, razzismo, sangue.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Unico rifugio a questa "confusione" la sua roulotte ai margini del deserto, la pesca con la mosca e l'affetto e preoccupazione di una madre che sa Sempre ciò che accade in città poiché anche lei <i>ha i suoi informatori.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Il vice-sceriffo dovrà indagare su tre casi distinti di omicidio, e tutte e tre le volte come in un buon romanzo giallo la verità verrà a galla, soldi ben spesi dunque, non fosse per il semplice dettaglio che è proprio nell'inizio che il romanzo nasconde il suo cuore più nero.</div>
<div>
<i>Sospetto </i>non sarà più solo un titolo ma ben presto diventerà una condizione. La verità sarà da ricercare percorrendo insieme a Ogden le più tortuose ed impervie strade del New Mexico a bordo del suo datato ma affidabile pick-up.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ci si addentrerà nella vita delle persone, nella loro disperazione e semplicità, nei loro fallimenti e lealtà; in quella fragilità che è propria di ogni essere umano e che neanche la vera amicizia talvolta riesce ad intuire.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Percival Everett ci lascia vivere Ogden Walker più di quanto lo stesso vice-sceriffo probabilmente vorrebbe, il suo essere decisamente cinico ed arguto, simpatico ma scostante fa di lui il perfetto ritratto di un uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>"La gente mi fa paura".</i></div>
<div>
<i>"Anche a me, tesoro".</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
C'è un punto preciso in cui quella paura si fa viva, ed una volta scoperto è impossibile liberarsene;</div>
<div>
Ogden Walker ci sta conducendo proprio li.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Macchie di caffè sulla tovaglia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=nmlEL1DeaKg" target="_blank">Post-Modern Sleaze dei Sneaker Pimps</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Una palla da Bowling</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Uova Strapazzate</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Cuoio</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
</div>
<div>
<br />
Una camicia di Flanella</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tazza di caffè americano e ciambella</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Aldol Darkene Triptizol</div>
<div>
Noan Anasclerol</div>
<div>
Valitran Serpax Vatran<br />
<br />
<h4>
</h4>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">309 Grammi</span></h4>
</div>
<h4>
</h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">16€</span></h4>
<h4>
</h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.nutrimenti.net/" target="_blank">Nutrimenti</a></span></h4>
<div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-19115465136681075542015-04-07T22:33:00.000+02:002015-04-07T22:56:04.954+02:00IL FIGLIO di Philipp Meyer<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik4qQUZ5CmnOgjUpLqskQK5k55h8_cCYFDJ0A4yl73-2QiQxsp0_TvE6JJFiT2GCuVScHNmg6wHOaPjLyjpd7vtCr-sOD1Z5EMnKR6fW2LolgCRd1KVpfYhJA6mJ3dF7vUedJcIBQSWCOA/s1600/Libro13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik4qQUZ5CmnOgjUpLqskQK5k55h8_cCYFDJ0A4yl73-2QiQxsp0_TvE6JJFiT2GCuVScHNmg6wHOaPjLyjpd7vtCr-sOD1Z5EMnKR6fW2LolgCRd1KVpfYhJA6mJ3dF7vUedJcIBQSWCOA/s1600/Libro13.jpg" title="Il Figlio - Philipp Meyer" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
Dio benedica il Texas,</h2>
<h3>
</h3>
<h3>
e Dio benedica gli Stati Uniti d'America.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Il figlio </i>di <i>Philipp Meyer</i> è sia un romanzo storico che una saga famigliare. L'intuizione geniale per rendere sopportabile una tale mole di informazioni, di immagini e di usi e costumi persi nel tempo è stata quella di raccontare la storia di una sola famiglia, utilizzando principalmente tre personaggi:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Eli McCullough, secondo genito del capostipite Armstrong McCullough.</div>
<div>
Peter McCullough figlio di Eli</div>
<div>
Jeanne Anne, nipote di Peter.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Sono tre voci, isolate nello schema della narrazione, ognuna con la sua storia, che non si sovrappongono mai. Raccontano a loro modo, con le tribolazioni, gli scontri, le incomprensioni, delusioni, speranze e rancori, quello che è stato ed è "servito" per fare dei McCullough una delle famiglie più rispettate e potenti del Texas per ben sette generazioni.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
A ben vedere è la storia di come gli Stati Uniti d'America siano diventate una potenza a livello Mondiale, e che forse Dio ha iniziato a benedire quando anche l'ultima pistola nell'ultimo appezzamento di terreno ad Ovest, ai confini col Messico, ha smesso di fumare.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Eli è un ragazzino, è il 1846, suo padre fa parte di quei primi coloni che si trasferiscono oltre la linea dei primi insediamenti urbani, in una terra avuta in concessione dal governo. La terra è viva, brulica di creature selvagge, libere e tutto è rigoglioso, ma se l'unico difetto è che quel piccolo paradiso è territorio di caccia <i>Comanche,</i> l'unico problema invece <i>è quello di tenersi lo scalpo attaccato alla testa.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Peter è un cuore nobile, colto, idealista ma in fondo vigliacco. Anche lui, come tutti nella famiglia, deve portare l'onore e l'ònere di essere un McCullough ed è attrraverso i suoi diari che veniamo a conoscenza di come e a che prezzo, questa rocciosa famiglia sia diventata una icona non solo del Texas del sud, ma di tutti gli ex stati confederati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Jeanne Anne è una guerriera, una "indiana" come spirito. Una donna cresciuta in un contesto prettamente maschilista dove la sua colpa più grande è il suo sesso e questo le preclude tutto. La sua voglia di emergere di essere come "loro", come il padre e soprattutto accettata come i fratelli fa di lei grazie alle attenzioni del <i>Colonnello</i> (il Nonno) una donna risoluta e orgogliosa. Forte come una mandria di bisonti e sola come un lupo che ha perso le tracce del suo branco.</div>
<div>
È la custode ultima del nome dei McCullough, dei loro segreti più reconditi, del loro sangue così come di quello che è stato versato.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La narrazione è densa, non si adegua ai personaggi e non cerca di smussarne gli aspetti del loro carattere, è come se fosse l'albero genealogico a parlare e gli spigoli, così come gli accenti, sono tutti marcati nessuno escluso. </div>
<div>
C'è sangue, odio, ricchezza, la pace quella non esiste, nemmeno la morte lo è nella sua eternità.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Eli da ragazzino viene rapito dagli indiani che sterminano la sua famiglia, la sua prigionia negli anni si evolve e lui diventa sempre più parte della tribù, vive con loro e ne sposa usi e costumi. Tutti gli indiani son figli di qualche prigioniero: è così che la loro stirpe si è evoluta finché i <i>bianchi </i>non hanno iniziato a sterminarli. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Eli, diventato uomo, è ritornato alla civiltà e ha deciso che per rivivere quegli anni selvaggi, quell'essere libero e senza alcuno a condizionarne le scelte sia di vita che di morte (altrui), deve mettere i soldi al suo servizio. Qualche intuizione, le nuove possibilità di appezzamenti rigogliosi e sterminati vicino ai confini col Messico, il saper e voler usare la pistola fanno di lui e di quello che sarà la sua famiglia una icona temuta e rispettata.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Peter vorrebbe seppellire tutto questo, tornare ad una vita più semplice, fare pace col passato della famiglia e con le sue onte. Cercare un compromesso che faccia felici tutti e che liberi dall'incombenza di essere un McCullough le generazioni future. Il suo "tradimento" non porterà da nessuna parte anzi rafforzerà ancora di più l'idea granitica che la famiglia viene prima di tutto a tutti i costi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Jeanne Anne si adopererà affinché questo impero continui per le prossime dieci o cento generazioni, utilizzerà le terre per ricavarne petrolio laddove prima si allevavano bisonti, terrà alto il nome della famiglia perdendo gradualmente i propri affetti, facendo di tutto per essere pari coi maschi del Sud che la vedono come un intralcio, una alterazione e non come una donna capace, risoluta, scaltra, e più intelligente di loro.</div>
<div>
La ricerca disperata di un legame, di una radice comune che tutti potessero riconoscerle e il continuo e ingeneroso paragone coi morti della sua stirpe, così immobili nella loro perfezione e così lontani eppure intatti, mentre giorno dopo giorno la sua carne diventava sempre più debole e il suo Orgoglio le sopravviveva.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
È una storia di ombre che si muovono come spiriti su una terra allora rigogliosa e col passare del tempo sempre più povera e sporca.</div>
<div>
Non sono i Cowboy dello spaghetti western o gli indiani degli scontri con il Generale Custer, non sono nemmeno gli anni dove si è fatta l'America e la sua democrazia. Non è una fiction, è la vita delle persone e di come queste attraverso le proprie passioni e il libero arbitrio abbiano manipolato, modificato ed infine generato la convinzione che <i>finché una cosa non porta il tuo nome, quella non vale un cazzo.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Possediamo tutti il copyright della nostra esistenza, ma solo se ci viene riconosciuto dallo sguardo succube di chi ci osserva allora capiamo che la nostra posizione nel mondo sarà sempre quella di una casa bianca in cima alla collina, che domina incontrastata e per migliaia di acri su un cielo carta da zucchero e polvere cremisi all'orizzonte.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: nuvole di polvere al tramonto</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=d7at7p--lKI" target="_blank">Coda di Lupo di Fabrizio De Andrè</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: le frange di un plaid di lana grezza</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: un bastoncino di liquirizia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: resina fresca </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Rileggere <b>La casa degli spiriti </b>di Isabel Allende</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Comprare uno <b><a href="http://www.stetsonhat.com/" target="_blank">Stetson</a></b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Leggere un libro più facile ( faccina che ride )</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Peso in Valigia:</b> 614 Grammi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Investimento: </b>20€</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Editore: </b><a href="http://www.einaudi.it/" target="_blank">Einaudi</a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-49153249438641018462015-04-01T01:32:00.000+02:002015-04-01T01:44:47.571+02:00L'ERBA DELLE NOTTI di Patrick Modiano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihOXJ06aMRTl4jH_UCHr8HnmFgfYa8z33O7kSpMgJwZc39y3w3u-2vKdQQCkl51s1p6QkrDYeX-XDbyDBcmK5kh8VpXYFjlgfkfnLrDfaj2b9PUi03N3425ivyABHtn6-k2_f0rm5-Gzcj/s1600/lerbadellenotti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihOXJ06aMRTl4jH_UCHr8HnmFgfYa8z33O7kSpMgJwZc39y3w3u-2vKdQQCkl51s1p6QkrDYeX-XDbyDBcmK5kh8VpXYFjlgfkfnLrDfaj2b9PUi03N3425ivyABHtn6-k2_f0rm5-Gzcj/s1600/lerbadellenotti.jpg" title="L'erba delle Notti di Patrick Mondiano" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
"....La butto in caciara,</h2>
<h3>
faccio menar le mani tra pagine e cuore."</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Si dice che gli eventi maturino, cioè non che accrescano il nostro grado di saggezza o esperienza, bensì che per un principio riconducibile a qualche postulato delle leggi di Murphy ci si trovi dinnanzi ad un particolare evento e che questo una volta accaduto sia capace di ripetersi in maniera del tutto simile nel giro di pochi tagli di tempo.</div>
<div>
La scorsa <a href="http://lostinatolettore.blogspot.it/2015/03/Recensione-piccoli-suicidi-tra-amici-Arto-Paasilinna.html" target="_blank">Recensione</a> parlavo di come una postfazione mi avesse svelato un mondo di narrazione che non avevo saputo riconoscere ed apprezzare.</div>
<div>
Perfetto, in modo simile, ci risiamo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il libro di Patrick Modiano (Premio Nobel per la Letteratura 2014) <i>L'erba delle Notti </i>invece di svelarsi grazie a qualche ulteriore pagina posta tra la parola <i>fine</i> e il piatto posteriore aveva nascosto nel risvolto di copertina un nome particolare, che grazie a qualche ricerca storiografica mi ha reso più compiuto il senso dell'opera.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ora, di cosa vi posso parlare?</div>
<div>
Del libro, che è un viaggio in prima persona frugando tra i ricordi scaturiti da un taccuino nero, di una Parigi sotterranea e carbonara dove avvenivano incontri in certi caffè a tarda notte presidiati dalla buoncostume, di vie, quartieri, appartamenti che il tempo ha cambiato, ridipinto ma il cui fascino e inquietudine di quei giorni riemergono prepotenti.</div>
<div>
Appunti in un taccuino nero, alcuni nomi stranieri e di concittadini, ovviamente una donna affascinante e il sospetto che sia stato commesso <i>qualche cosa di grave, una frattura, uno svantaggio.</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Perchè leggere dunque una specie di diario che viaggia avanti e indietro nel tempo?</div>
<div>
Perchè leggere di un giovane scrittore che cerca di ricostruire una storia che lo aveva coinvolto non solo emotivamente?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Una risposta? Non lo so.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
È una lettura che da la sensazione di essere ad un passo dal riunire tutti i frammenti e l'oggetto che ci verrà restituito sarà inevitabilmente simile all'originale, ma crepato, rovinato dalla caduta, dalla gravità dell'evento e dal tempo, che non cauterizza ma dilata le ferite.</div>
<div>
Cicatrici buie e profonde dove si perdono le parole e la superficie frastagliata dei ricordi non coincide mai perfettamente con quella dei rimpianti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
È stata una lettura difficile, trangugiata quasi.</div>
<div>
La scrittura non ha colpa alcuna anzi, ma per via delle condizioni in cui ho dovuto leggere questo libro l'ho patito.</div>
<div>
Essermi posto l'obiettivo di completare la lettura di 52 libri in 52 settimane fino ad adesso mi aveva solo restituito belle storie, emozioni sparse e impressioni da affidare ai pixel di uno schermo; ciò che ignoravo è che la vita ci riserva situazioni a cui non siamo preparati, ed una cosa che da sempre affianchiamo allo svago o evasione come la lettura invece diventa obbligo e etimologicamente siamo vincolati a rispettare questo patto anche quando la mente, gli occhi, i pensieri dovrebbero e vorrebbero essere da tutt'altra parte.</div>
<div>
Sì, mi sono cacciato in gola letteralmente questo libro, l'ho letto controvoglia, contro-tempo finanche contromano.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
"Il potere delle storie" qualcuno lo chiamerebbe, l'onda lunga di un racconto, ecco oggi mi trovo a scrivere questa confessione più che recensione perchè quel dannato risvolto di copertina e quel fatto storico (che non vi svelo per darvi al solito il modo di andare in libreria, aprire il libro, sbirciare, digitare su google e poi bullarvi al bar) hanno rilanciato con forza la sensazione che quello che avevo appena letto fosse un opera affascinante. </div>
<div>
L'uso iniziale di ripetizioni costanti, di rimandi come se si leggesse davvero un taccuino di appunti presi e dimenticati, il cercare di svicolare una matassa tra l'hall di un albergo e stanze sconosciute, in cui, una volta abbandonate ci si ricorda di aver lasciato la luce accesa. Più per aver presente a sè stessi di esserci passati, di averci vissuto, che per una dimenticanza non programmata.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questo viaggio inizia esattamente nel giorno in cui ogni settimana io devo portarlo a compimento e Modiano, da Premio Nobel per la letteratura quale è, semplicemente in sedici parole ci spiega perchè è il momento in cui tutto accade:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Ma se sei da solo, sopratutto nel tardo pomeriggio,</i></div>
<div>
<i>le Domeniche aprono una breccia nel tempo.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Buona Lettura. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Inevitabilmente Rue du Montparnasse</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=5rbnJ6nYKFQ&index=1&list=LLOlxxUIBUqLoQ8bGLZhYMvA" target="_blank">Your Love Is Killing Me di Sharon Van Etten</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Tende di velluto rosso</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Liquore triple sec</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Inchiostro</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Origliare una conversazione sussurrata</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Prendere una decisione</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Fare una scelta giusta per la ragione sbagliata</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">288 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">18€ </span></h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.einaudi.it/" target="_blank">Einaudi</a></span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-90577793277344544262015-03-25T00:31:00.000+01:002015-03-25T00:31:34.396+01:00PICCOLI SUICIDI TRA AMICI di Arto Paasilinna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixTEsQahcX-gpz6grgOXC90tCWg7AiFfyw1aXAkNwrFf1wArlpdZhmBH9WXSOcwmdh0SZYpqLCOFukx-lNrxzzRYFdoAgnd7c07F4LJCfyu8u35BhIQtOstYeOscGgw9hZ5KZo9VA5zlW7/s1600/Piccoli_suicidi_tra_amici.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixTEsQahcX-gpz6grgOXC90tCWg7AiFfyw1aXAkNwrFf1wArlpdZhmBH9WXSOcwmdh0SZYpqLCOFukx-lNrxzzRYFdoAgnd7c07F4LJCfyu8u35BhIQtOstYeOscGgw9hZ5KZo9VA5zlW7/s1600/Piccoli_suicidi_tra_amici.jpg" title="Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna" /></a></div>
<br />
<h2>
L'ultima pagina</h2>
<h3>
ecco a volte c'è anche dell' altro.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Il Libro di <i>Arto Paasilinna Piccoli Suicidi Tra Amici </i>è stata forse la prima vera delusione.</div>
<div>
La prima in 11 settimane, l'undicesimo libro mi è stato "fatale".</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il perchè è presto detto, non avevo letto la Postfazione.</div>
<div>
Tollero di buon grado le Prefazioni, mi piace quell'idea che qualcun altro abbia avuto il piacere e il modo di scrivere qualche parola introduttiva sull'opera che mi appresto a leggere, che mi sia data la possibilità di sbirciare dallo spioncino delle parole quello che sarà il contenuto del libro.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma no, la Postfazione è un abuso del mio tempo. Ma come, ho letto tutto, fino all'ultima pagina cosa c'è da dire ancora? cosa mai ci sarà di così importante da dedicare ancora ben sei pagine alla postfazione.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La storia l'ho trovata carina, semplice, scorrevole, con qualche risata a denti stretti, una delicata ironia di fondo, personaggi scapestrati ma credibili e una sequela di eventi che alimentano la voglia di andare a vedere dove "andrà a parare".</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ecco. Prendete questo pugno di righe e mettetelo a rosolare in padella, aggiungete un pizzico di superficialità e stupore, supponenza quanto basta e lasciate cuocere senza coperchio. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Chiedo scusa a <i>Arto Paasilinna, </i>una volta letta la Postfazione l'avventura da lui narrata compie una mirabolante acrobazia in avanti, si proietta come un'opera sottile e geniale dove il significato profondo è molto più radicato di quanto le semplici parole lascino intendere.</div>
<div>
C'è la Finlandia, il suo popolo, la sua terra, la sua storia, molto alcool ma anche cibo in dosi massicce, coraggio e viltà, umiltà e amore, rimorso ma mai rancore.</div>
<div>
Il mio compito ora è quello assai difficile, non svelandovi troppo su personaggi e trama, di invogliarvi a leggere questo libro senza passare in libreria, cercarlo sullo scaffale in esposizione e andare a curiosare tra le ultime pieghe di questa storia.</div>
<div>
<br /></div>
<h3>
Prefazione "di" e a questo punto anche "per" Luca Morello.</h3>
<br />
Una delle cose più belle dei romanzi di <i>Paasilinna</i> è che prima ancora di leggerlo ti domandi come cacchio si pronuncia <i>Arto Paasilinna</i>.<br />
In sè il problema appare ad una prima occhiata insolvibile ma è ancora peggio quando ci si imbatte in <i>Onni Rellonen, Hermanni Kempainen, Helena Puusaari</i> .<br />
Si dice che il ceppo linguistico ungaro-finnico sia quasi insormontabile, che non vi sia alcuna parola di senso compiuto ad avere una qualunque attinenza con le lingue non solo di origine latina, ma a questo punto anche aliena vien da pensare.<br />
<i>Come il portoghese deriva dal basso latino, così il lappone deriva dal bramito delle renne</i><br />
e se ce lo ricorda <i>Arto</i> nel libro vale la pena credergli.<br />
Questi tre singolari personaggi, in ordine di apparizione: un marito e uomo d'affari fallito, un colonnello senza stimoli e senza guerre da combattere ed una vicepreside sensuale ma paranoica, si adopereranno per riuscire a coordinare un gruppo di aspiranti suicidi ad intraprendere nel modo più "dignitoso" possibile l'ultimo viaggio della loro vita.<br />
<i>Onni </i>e<i> Hermanni </i>si incontrano casualmente in un capanno vicino ad un lago, poichè entrambi hanno scelto inconsciamente il medesimo posto per suicidarsi questo inconveniente spegne sul nascere le loro ardimentose e definitivamente autolesionistiche intenzioni. Da questa esperienza <i>preliminare</i> grazie all'estate, al lago e a qualche goccetto di troppo viene loro l'idea che in fondo suicidarsi non è cosa così semplice. Ci vuole, metodo, disciplina, organizzazione e buona compagnia.<br />
Così decidono di inserire un annuncio su un quotidiano Nazionale per radunare gli aspiranti suicidi della Terra di Finlandia. Ovviamente è un successo e le lettere li sommergono letteralmente.<br />
<br />
La Grande Macchina della fine di tutto si mette in moto, saranno 33 (come gli anni di Cristo) i discepoli che intraprenderanno il Gran tour del Macabro, a bordo di un pullman di lusso a viaggiare per la Finlandia fino al limite estremo della Norvegia per poi tuffarsi in picchiata verso sud, passando la Germania, l' Alsazia, la Svizzera e il passo del Furka fino a deviare verso la Spagna e il Portogallo.<br />
Ogni luogo sarà buono per farla finita, ma quello dopo sarà sempre meglio.<br />
Un viaggio rincorrendo la Morte per poi essere sempre al foto-finish con la vita.<br />
Incontri e scontri non mancheranno, perchè <i>si può scherzare con la morte, ma con la vita no!</i><br />
<i><br /></i>
La semplicità del racconto e della sua scia di eventi lo rende quasi una limpida confidenza, un modo di accusare una società oramai troppo veloce e inquinata da ambizioni e indifferenza da lasciare indietro i suoi figli, che seppur sbagliando, arrancando come tutti, vorrebbero farcela. Riuscire nell'impresa che sembra la più facile mentre si rivela sempre la più irrisolta: esser felici.<br />
<br />
La Finlandia è una terra dove la natura è padrona, spazi sconfinati e capaci di straordinaria bellezza quanto di struggente malinconia. <i>Arto Paasilinna </i>ci guida in questa quotidianità, non dimenticando mai piccoli ma delicati dettagli, dalle scorte di cibo e legna, all'immancabile bottiglia per condividere con una bevuta un particolare momento fino alle votazioni per alzata di mano sul dove si va e perchè...e dire che quando si va verso la fine, qualunque meta parrebbe buona...ma per un Finlandese No!<br />
<br />
Gireremo a lungo su questo Pullman "la Saetta della Morte" prima di giungere ad una destinazione, che poi questa sia fine od inizio non è compito mio svelarvelo.<br />
Scopritelo.<br />
<br />
<br />
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Renne sullo sfondo di un cielo dove il blu diventa nero</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=bTqUaeDL0pk" target="_blank">Perfect Darkness dei Fink</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Il filo di una lama</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Sabbia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Monossido</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Il calore di un falò</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il lato ancora fresco del cuscino</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Un buon blues</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">255 Grammi</span></h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">14€ (Oppure leggetevi di nascosto la Postfazione di Diego Marani)</span></h4>
<h4>
Editore: <a href="http://iperborea.com/" style="font-weight: normal;" target="_blank">Iperborea</a></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-40042184756936293112015-03-16T10:02:00.000+01:002015-03-16T10:09:38.073+01:00RESISTERE NON SERVE A NIENTE di Walter Siti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCSTQ2ubKPmQtVDlD3-_TPv-VNtCwYdFGO784c8tifAzOcxdPbAqiNUUnbH8z43Uq3-Xd_AYtQh8rOnUneb6-beUcAOuRaYlJL9xb8-iIpaRFzXWWrEcdlmiyu1_eMrHEaqTEojqFYcC5A/s1600/Resistere_non_serve_a_niente.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCSTQ2ubKPmQtVDlD3-_TPv-VNtCwYdFGO784c8tifAzOcxdPbAqiNUUnbH8z43Uq3-Xd_AYtQh8rOnUneb6-beUcAOuRaYlJL9xb8-iIpaRFzXWWrEcdlmiyu1_eMrHEaqTEojqFYcC5A/s1600/Resistere_non_serve_a_niente.jpg" title="Recensione #Libro10 - Resistere Non Serve a Niente" /></a></div>
<br />
<br />
<h2>
Le cose che possiedi,</h2>
<h3>
alla fine ti possiedono.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Resistere Non Serve a Niente</i> di <i>Walter Siti</i> è stato vincitore del <a href="http://www.premiostrega.it/" target="_blank">Premio Strega 2013</a>. Penso meritatamente.</div>
<div>
Il premio Strega è il più rinomato riconoscimento letterario Italiano, nonostante questo, ammetto di non aver mai seguito con vivo interesse questo Premio e di aver letto in tempi ben diversi dalla sua proclamazione alcuni libri vincenti; anche questo libro non si è sottratto a questa regola. Confermandola.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Penso che l'abbia vinto meritatamente poichè non conoscevo prima d'ora la produzione letteraria di Walter Siti e mi era oscura la sua scrittura, il suo ritmo, la sua prosa.</div>
<div>
È difficile leggere un libro che pagina dopo pagina si ha l'impressione sia più intelligente di te. </div>
<div>
Probabilmente in mano ad altri scrittori riuscire nell'impresa di esprimere gli stessi concetti che <i>Siti</i> racchiude in 319 pagine richiederebbe stesure superiori alle 800 pagine. </div>
<div>
<i>Walter Siti</i> non usa la lingua Italiana, la eleva. </div>
<div>
Ci sono stati passaggi dove ho avuto, e non mi vergogno a dirlo, bisogno del dizionario per scoprire il significato di alcune parole a me nuove; "occhi vagamente<i> basedowiani" </i>Ecco questa è stata solo la prima di una lunga serie.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
L'inizio è spiazzante, un breve scritto in corsivo e poi una digressione in tutt'altro stile e carattere con una singolare parabola etologica di un esperimento sulle scimmie per un articolo di giornale sulla Prostituzione percepita.</div>
<div>
Poche pagine ma singolari che comunque hanno il merito di farsi leggere in punta di naso, senza mai farmi staccare gli occhi dal libro, incuriosendomi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ed è allora che lo scrittore si palesa, si scusa e da qui inizia "formalmente" il romanzo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Per tutto il testo avremo Walter Siti che sarà la nostra voce narrante onnisciente; attraverso un singolare e quantomeno fortunato incontro ad una festa del jet-set Romano fa la conoscenza di Tommaso, padrone di casa, che viene dai bassifondi e che si è arricchito grazie alla matematica e alla sua applicazione nei nuovi mercati finanziari. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
La recensione di fatto finisce qui, perchè il libro è la storia di Tommaso e di Walter Siti che la racconta non lesinando nulla su quello che il nuovo amico gli confida; tutti i retroscena della sua vita, fin da quando era bambino: l'obesità che lo escludeva da tutto e da tutti, la perdita di peso, la conoscenza di uno <i>Sponsor </i>che gli cambierà la vita<i> , </i>gli studi, la madre da donna di periferia a matrona, il padre galeotto, il flusso di soldi enorme gestito grazie alla matematica finanziaria, la ricchezza, le donne, le perversioni e il bisogno di amare con l'ostinata necessità di essere corrisposto mentre spesso <i>"...Si scambiano opinioni trendy al posto dei sentimenti"</i> .</div>
<div>
La crisi finanziaria, i fondi che non garantiscono più stabilità, le cattive conoscenze e la fedeltà alla nuova criminalità.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>"...Il possesso è l'unica misura del valore"</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
È il racconto di un personaggio attuale e verosimile, la nuova classe dirigente Italiana, il suo potere e il suo esercizio.</div>
<div>
Per interi capitoli si mescolano fluidi organici e termini tecnici di finanza avanzata, incisi in dialetto romano e personaggi poco limpidi che cresciuti fuori dai patrii confini studiano, si evolvono, imparano e progettano le basi per il nuovo corso dalla criminalità 2.0.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La bravura di un tale spaccato dei giorni nostri sta proprio nel non incartarsi in tecnicismi, vengono invece buttati ( mai a caso) nel discorso come chiazze di colore, per dare un tono, una impronta che probabilmente chi è avvezzo a tali discorsi si ritroverà perfettamente a suo agio, mentre chi come me ne è completamente digiuno non ne patisce la presenza anzi continua a poter godere della trama, del racconto.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Come ho già detto è la storia di Tommaso, e chiusa l'ultima pagina compresa quella dei ringraziamenti il pensiero è che questo Tommaso esista veramente. Che tutto quello che c'è dentro questo libro non sia solo la geniale opera di una autore che ha volutamente smesso di scrivere <i>"un libro per froci" </i>come rozzamente lo condanna il suo Editor, bensì escluso l'input omosessuale, ma non quello sessuale di cui il romanzo è gravido, siamo davanti ad una pseudo confessione dove non c'e alcuna ammissione di colpa ma viene lasciato a noi lettori il compito di decidere se accettare o meno che possano esistere personaggi o mostri simili.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il dolore più grande è accorgersi in chiusura che per buona parte del libro abbiamo simpatizzato per questi personaggi, perché il loro raccontarsi è mettere in bella vista tematiche della nostra quotidianità solo che tutto questo è dopato, è gonfiato ed è una iperbole della realtà. Una curva troppo alta e troppo inclinata per poter anche solo immaginare il senso di vertigine o assoluto che si possa provare.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ebbene cos'è questo libro? </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Un romanzo storico. lo dichiara l'autore stesso e non possiamo non crederci. anche se alla fine davvero lo vorremmo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>" Non si penetra davvero la bellezza, come non si riesce a passare sotto l'arcobaleno; appena un corpo lo usi lo deformi e si deforma anche il tuo desiderio per quel corpo; la perfezione non si evolve, può solo allontanarsi o decadere. "</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Il corpo, il denaro, la bellezza, il potere, è il racconto di queste fascinazioni. A cui tutti almeno una volta, a turno, abbiamo ammiccato e anelato.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
C'è chi invece questa fascinazione non la subisce bensì la gestisce tutti i giorni e per averla probabilmente ha venduto la propria anima, magari tra un rialzo in borsa e una gita in barca, ma come a voler chiudere un cerchio...</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Le cose che possiedi</div>
<div>
alla fine ti possiedono.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Un'icona lampeggiante sullo schermo del Computer.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=6POmPgeLW2U" target="_blank">We Didn't Start The Fire by Billy Joel</a> ...fino al 1989 e questo fuoco brucia ancora.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Cemento</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Marshmallow</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Banconote </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Volgie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
I Cento Passi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Il Capitale</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Lupo Alberto</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">430 Grammi + 2454 Grammi del Dizionario della Lingua Italiana</span></h4>
<h4>
</h4>
<h4>
Investimento: <span style="font-weight: normal;">13€</span></h4>
<h4>
</h4>
<h4>
Editore: <span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.rizzoli.eu/" target="_blank">Rizzoli</a> Vintage</span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-62750497973955718652015-03-09T02:12:00.000+01:002015-03-09T02:44:25.328+01:00Recensione #Libro9 - L'Invenzione Della Madre - Marco Peano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6uejcxo4ZNPHqOrulGAhPSNxSv6qhtxgP6GD2tjQu-Fxj3zswjHODzpwRgC9sjy1dh0ydkxD2a5o43Rrowh_WUOhdLapiiRJlweCScjMhsbx33k8IUtnH8KqigOqLM1c6dDaAuVRN6SmY/s1600/linvenzionedellamadre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6uejcxo4ZNPHqOrulGAhPSNxSv6qhtxgP6GD2tjQu-Fxj3zswjHODzpwRgC9sjy1dh0ydkxD2a5o43Rrowh_WUOhdLapiiRJlweCScjMhsbx33k8IUtnH8KqigOqLM1c6dDaAuVRN6SmY/s1600/linvenzionedellamadre.jpg" title="Recensione - L'invenzione della madre" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
Si dice che il dolore non abbia forma,</h2>
<h3>
sicuramente ha una dimensione: la nostra.</h3>
<div>
<br /></div>
Ci sono letture che ci mettono a nudo, quasi a disagio, non in senso strettamente negativo, perché le parole che vanno sommandosi in realtà si uniscono a formare una leva.<br />
<div>
Ma una leva per principi fisici ha bisogno di un punto d'appoggio per compiere la sua funzione e così se le parole sono la leva, il nostro corpo è un punto d'appoggio perfetto per sollevare ricordi, esperienze, per far saltare letteralmente i cardini profondi della propria intimità.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Leggere <i>L'Invenzione Della Madre</i>, esordio letterario del Torinese Marco Peano pubblicato da <i>Minimum fax</i>, è stato come assistere al funzionamento di questa primordiale <a href="http://bmscience.altervista.org/blog/la-leva-di-1-genere-2-genere-e-3-genere/" target="_blank">"macchina semplice"</a>. </div>
<div>
È la storia di Mattia, ragazzo cresciuto nella <i>provincia</i> e non importa sapere quale; ha 26 anni è patito di cinema, è fidanzato e da nove anni la madre è malata di cancro. </div>
<div>
Veniamo presi per mano in questa lettura dall'uso della terza persona e dell'indicativo presente che sapientemente ci fanno da guida nel dolore di Mattia, in questo malessere palindromo che unisce la madre e il figlio. Ma quello a cui assistiamo in realtà è <i>un verbo che si contraddice all'evidenza </i>è il gerundio degli istanti di Mattia, è il mentre in cui sta <i>vivendo.</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
La scrittura è potente, risoluta, precisa, non declina mai nel drammatico o nel pietismo, è come se le parole possedessero una sfericità, che senza il minimo sforzo scivolando su un piano inclinato ne assorbiamo il loro significato.</div>
<div>
Mattia non sta condividendo con noi il suo dolore, è suo. Lo possiede, così come la madre ne è l'origine così lui ne è la prosecuzione.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
È un rapporto impari quello tra madre e figlio, non potrebbe essere altrimenti, lei è l'autrice dei suoi giorni, lui il semplice testimone di solo una parte dei suoi. C'è questa continua ricerca da parte di Mattia di conservare tutto il ricordo possibile della madre, si dice che un orologio rotto comunque due volte al giorno segni l'ora esatta; i ricordi per Mattia sono questo orologio, alcuni sono luce, altri oscurità, ma questo non ha importanza davanti alla possibilità di averli per sé, al di la del tempo, per sempre.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Veniamo portati nell'intimità di una famiglia, nei suoi luoghi di vita e di morte, nel paese, al cinema, in cucina, per strada, al lavoro, in ospedale, in un letto, in una musicassetta. Tutto scandisce un tempo che inevitabilmente smetterà di essere presente. Ma non c'è rassegnazione in questo anzi per come vediamo Mattia la condizione sua essenziale è la lucidità, la inevitabile e sottile rabbia che non detona mai, ma che lo porta talvolta ad essere scostante o indelicato ma mai ingestibile. </div>
<div>
L'equilibrio è quello che più ci colpisce e funziona esattamente come la luce che passa attraverso una lente per poi impressionare una pellicola, capovolgendo l'immagine per restituircela come l'avevamo inquadrata. Un modo per creare una distanza, perché altrimenti ci sarebbe impossibile leggere gli eventi senza provare anche per un solo istante il bisogno di staccarci, di smetterla di guardare quel dolore che per quanto possiamo aver provato, non vogliamo cedergli nuovamente e così lasciamo che sia Mattia a farlo per noi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Nonostante questo il libro non si concede mai delle pause, è un <i>page-turner </i>che<i> </i>non si smette di leggere.</div>
<div>
Gli occhi cercano le parole e le trovano sempre, come quelle leve di cui parlavo all'inizio, a fare il loro lavoro, macchine semplici; all'apparenza svantaggiose vista la grande capacità di forzare la nostra sensibilità, ma come delle pinzette sanno essere precise e sicure poiché riescono a prendere una parte delicatissima di noi, tirarla fuori senza strappo alcuno e rimetterla al suo posto una volta che anche l'ultima riga di questa storia si è depositata nel <i>suono [...] più docile e più forte che lui abbia mai pronunciato e mai pronuncerà:</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>Mamma</i>.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: La Brughiera</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=HC4Tb727aGA" target="_blank">Girl by The Beatles</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Pelle screpolata</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Riso bollito</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Crema per le mani</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
L'odore di <i>quel</i> grembiule appena usato</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Uno sguardo tra l'azzurro e la cenere</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Una cioccolata calda durante <a href="http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,16/articleid,0987_01_1986_0026_0016_13510104/" target="_blank">la nevicata del famoso 1986</a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">348 Grammi</span></h4>
<div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-46680454216998423092015-03-03T00:55:00.001+01:002015-03-03T01:18:03.683+01:00Recensione #Libro8 - Casino Totale - Jean-Claude Izzo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8tdhpicha91Oyo3lq3BL0UduO_wzq6GfdSsjRnEAQcYJR83CnRFIm0yL90uWx3HHpFaPX_VuF9yO8SacCLnR7BD6f-L9seynz5MpD2c3lSLmobgX3AK0rdLOu4bNiP1y0GN5HTHb2t7VT/s1600/CasinoTotale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8tdhpicha91Oyo3lq3BL0UduO_wzq6GfdSsjRnEAQcYJR83CnRFIm0yL90uWx3HHpFaPX_VuF9yO8SacCLnR7BD6f-L9seynz5MpD2c3lSLmobgX3AK0rdLOu4bNiP1y0GN5HTHb2t7VT/s1600/CasinoTotale.jpg" title="Casino Totale Noir" /></a></div>
<h2>
</h2>
<h2>
L'amicizia ha un suo valore</h2>
<h3>
</h3>
<h3>
Sulla strada la vita è la moneta corrente.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Esistono in tutte le arti i cosiddetti Capisaldi, soprattutto per ogni genere artistico esistente ne troviamo sicuramente un paio che servono sia da guida che da monito, che dettano una linea, uno stile oppure arrivano addirittura a chiuderne una intera produzione diventando di colpo l'Alfa e l'Omega di uno stile, di una caratterizzazione di una idea.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Trovarsi davanti ad un Libro considerato come uno dei Capisaldi della letteratura contemporanea, almeno per quanto riguarda il <i>Noir Metropolitano </i>non è facile. Ne percepisci il peso, mentre leggi ti domandi come lo recensirai, cosa ne dirai, quali emozioni ti avrà suscitato e se queste saranno concordi col giudizio oramai "insindacabile" della storia, di altri lettori, di critici e di semplici appassionati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ma la bellezza della lettura è il suo lasciarci immergere come meglio possiamo in una storia, lasciando che sia il nostro <i>Sentire </i>ad entrare in contatto o meno con i personaggi, con la trama, con le ambientazioni e piani narrativi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>Casino Totale </i>è un romanzo che non ho trovato affatto semplice seppur la sua scrittura sia indubbiamente immediata e avvincente. La sviluppo tende a confondere, il sovrapporsi di nomi, eventi, luoghi odori sensazioni è dirompente. Non per forza questo va visto come un male, anzi, questa ( mia ) confusione ha fatto si che apprezzassi moltissimo lo spaccato storico che le pagine raccontavano attraverso l'intreccio di vite dentro una città come Marsiglia.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
C'è la storia di un Mediterraneo che non conosciamo, fatto di immigrazione, di degrado di povertà e di intolleranza ( sembra scritto oggi ) di tradizioni e di linguaggi che si mescolano e prendono forma nella strada, dove si stringono patti e amicizie, dove la scuola di vita è semplice quanto la differenza fra vivere e sopravvivere.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tre amici, Manu, Ugo e Fabio. Tutti e tre cresciuti con e per la strada, tutti e tre figli di immigrati. Crescono con la città, tra contraddizioni e speranze. Un futuro che è più facile "rapinare" che conquistare e come sempre la vita presenta il conto, ed è li che le scelte si fanno forzate perchè <i>Le albe non sono che l'illusione della bellezza del mondo. Quando il mondo apre gli occhi, la realtà riprende i suoi diritti. E riappare il merdaio.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Fabio è diventato Poliziotto, Manu e Ugo in momenti diversi ma per ragioni simili sono stati ammazzati. L'amicizia è un legame immutabile e la giustizia non trova la corretta applicazione nei testi di diritto o dietro le afose pareti di una centrale di Polizia.</div>
<div>
A complicare le cose c'è Marsiglia con il suo porto, le sue contaminazioni, la Mafia, la disoccupazione le amicizie e le donne. È un percorso fatto di scelte che sembrano del tutto normali poichè guidate dai sentimenti, ma quando si rappresenta la legge, i sentimenti possono uccidere quanto ucciderti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
C'è tanta rassegnazione in alcuni passaggi, Marsiglia sembra riservare ceffoni per tutti <i>Perchè le sberle sono le caramelle dei poveri</i> ed è proprio in queste caramelle che si scopre tutto l'essere madre di una città a me ignota, minacciosa e amorevole. Descritta alla perfezione che è un piacere farsi guidare tra le sue vie e piazze.</div>
<div>
Fabio che di cognome fa Montale è un personaggio tangibile, solitario, colto solo come chi ha scoperto che per sentirsi vivi bisogna conoscere non solo il mondo ma attraverso il mondo di cui si è figli, trovare sè stessi. Ha una grande passione per la musica, per la pesca e la cucina.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
In questo Romanzo la Metropoli è protagonista, <i>Marsiglia appartiene a chi ci vive, </i>non ci sono pagine in cui non sia presente l'asfalto o il suo profilo visto dal mare, i colori i suoni e i profumi sono il suo modo di comunicare con chi si muove sullo sfondo con i suoi <i>echi e reminiscenze.</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
<i>Casino Totale </i>è il primo romanzo di una Trilogia ma può tranquillamente essere letto come un episodio unico, non sono sicuro che leggerò i restanti due romanzi, ma sono sicuro di una cosa, che <i>Jean-Claude Izzo</i> avesse un'etica ferrea. Fabio Montale è per moltissimi versi autobiografico, lo stesso <i>Izzo</i> fu figlio di immigrati, sia da parte di padre, di origini Italiane, che di madre, figlia di immigrati spagnoli. </div>
<div>
Tutto lo scritto ha come comune denominatore il <i>Rispetto, </i>per le persone, per i sentimenti, per le tradizioni e per la semplicità delle cose; ed è immediato capire che <i>Il piacere passa attraverso il rispetto. A cominciare dalle parole.</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i></i>Mentre Marsiglia rimane li, ed è l'unica cosa alla fine di cui possiamo essere certi poiché è l'unica in definitiva ad essere reale.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: Gli alberi spogli delle navi ormeggiate</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=dlGQSEVowLM" target="_blank">Un po' di la del Mare</a> di GianMaria Testa</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: i solchi di un Vinile</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Mirto</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Cumino</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Lo sciabordio delle Onde</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Un pavimento freddo sotto i piedi un pomeriggio d'Agosto</div>
<div>
<br /></div>
<div>
La luce possente dell'Estate</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">211 Grammi</span></h4>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2495726836840089079.post-15335474698198575492015-02-23T19:22:00.000+01:002015-02-23T19:22:50.041+01:00Recensione #Libro7 - La Felicità delle Piccole Cose - Caroline Vermalle<h2>
<br /></h2>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw_S5Ilt_0BXGOO1e8HXTH8tRLoxEmiS_bbQ3Jv6aMctBGWwC8kpmUaWPb2Kh4wIsk8qkZ-99qxEsXzVUZWPJCRQ6Jd07Imbb8JNKy4mwvCALAyZLZ3VaUrXYOTKvqjsDdS_L4lRd727qn/s1600/La_felicita_delle_piccole_cose.jpg" imageanchor="1"><img alt="www.lostinatolettore.blogspot.it" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw_S5Ilt_0BXGOO1e8HXTH8tRLoxEmiS_bbQ3Jv6aMctBGWwC8kpmUaWPb2Kh4wIsk8qkZ-99qxEsXzVUZWPJCRQ6Jd07Imbb8JNKy4mwvCALAyZLZ3VaUrXYOTKvqjsDdS_L4lRd727qn/s1600/La_felicita_delle_piccole_cose.jpg" title="La_Felicità_delle_piccole_cose" /></a></div>
<h2>
<br /></h2>
<h2>
La felicità per molti è una ossessione,</h2>
<h3>
per alcuni eletti una caccia al tesoro.</h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Scrivo colpevolmente in ritardo la recensione al bel romanzo di Caroline Vermalle - <i>La Felicità delle piccole cose</i> - poiché restando in tema di piccole cose, son giorni che una forte forma influenzale ha deciso di mettere K.O il mio sistema immunitario.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
È stata una lettura intensa, come velocità e sensazioni; il libro, la sua idea di fondo, ha molto a che vedere a mio avviso con la ricerca di questa felicità soprattutto da parte dell'autrice, e sembra ben spiegata in questo passaggio di una intervista rilasciata sul <a href="http://nuvoledinchiostro.blogspot.it/2014/11/conversando-con-gli-autori-7-intervista.html" target="_blank">Romanzo</a></div>
<div>
<i><b><br /></b></i></div>
<div>
<i><b>- Quando è perchè ha deciso di diventare scrittrice? -</b></i></div>
<div>
<i><b><br /></b></i></div>
<div>
<i><b>- Avevo Otto anni. Contemporaneamente ho deciso che sarei stata un' esploratrice, una regista, un' arredatrice e un' archeologa. Oggi ho 41 anni, ho spuntato un po di cose di questa lista, ma non ho ancora finito. -</b></i></div>
<div>
<i><b><br /></b></i></div>
<div>
Già, detta così la felicità potrebbe apparire come una lista di cose da fare, che si è buttato giù tra una merendina e una discesa sullo scivolo quando si aveva appena otto anni, perseguendole ostinatamente, fino al raggiungimento delle medesime. </div>
<div>
Ma la vera domanda è : - Perché non dovrebbe essere così? -</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>La Felicita delle Piccole Cose </i>è un romanzo per la memoria, anzi un pro-memoria. Ci mette in guardia dal dimenticare che <i>" è attraverso lo studio delle piccole cose che noi raggiungiamo la grande arte di subire la minor infelicità e di godere della maggior felicità possibili " ( S. Johnson )</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div>
Il Libro è la storia di Frèdèric Solis avvocato di un rinomato studio legale Parigino; uomo dai lineamenti marcati e con una espressione da divo del cinema d'altri tempi, coltiva una grande passione ereditata fin dalla più tenera età, quella per l'arte, ma sopratutto per i quadri degli impressionisti e per le loro opere aventi come soggetto i paesaggi innevati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questa passione-ossessione lo porta ad investire ed indebitarsi pur di entrare in possesso di un opera di uno di questi artisti. L'acquisto di quest'opera non è che l'inizio di una serie di eventi e circostanze che sciamano con forza all'interno della vita impeccabile dell'avvocato. Bastano una eredità ed una mappa che sembra tanto di un tesoro, di piccoli enigmi scritti su biglietti anonimi del treno e di musei, una segretaria fin troppo sensibile e zelante e la compostezza emotiva e le certezza di Fèdèric evaporano. L'assioma, successo uguale felicità, aveva da sempre retto al richiamo di un passato famigliare oscuro e di un amore perduto perché andare oltre avrebbe significato <i>commetter il peggiore dei crimini cioè la perpetuazione di altre creature destinate a soffrire. </i>(Schopenhauer dixit)</div>
<div>
ma questa volta il centro dell'attenzione è sulle piccole cose, su quei piccoli oggetti e simboli enigmatici che incuriosiscono l'avvocato e alimentano la sua passione-ossessione per l'arte degli impressionisti poiché tutto spinge in quella direzione.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Caroline Vermalle non dipinge un romanzo impressionista, non ci catapulta nella seconda metà dell' Ottocento, ci porta invece in una Parigi Natalizia e contemporanea, la cui presenza e atmosfera viene ovattata da una sferzante tormenta di neve. Tuttavia vuoi l'ambientazione, vuoi la scrittura l'impressionismo letterario c'è eccome; la Vermalle riproduce la vita per quello che è, e la ricerca della felicità è una caccia ad un tesoro che non può essere fatta da soli mentre nulla può essere lasciato al caso e nessuna coincidenza va persa.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
C'è chi trova la propria felicità nel preparare un dolce o nel leggere un bel romanzo e c'è chi invece trova la felicità facendo pace con sé stesso, che forse è una felicità piccola ma fa parte di quelle cose che sono molto più grandi di noi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Recensione Sensoriale</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
Vista: <i>Solo nella neve si vedono le orme delle persone che se ne sono andate</i></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Udito: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=PYD-DIggB2k" target="_blank">April Come She Will</a> by Simon & Garfunkel ( perché anche le stagioni hanno la loro felicità )</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tatto: Vernice</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gusto: Armagnac</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Olfatto: Pasta Frolla</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<h4>
Voglie Impulsive</h4>
<div>
<br /></div>
<div>
<a href="http://www.musee-orsay.fr/it/visita/orari/orari-dapertura.html" target="_blank">Visitare</a> il Musée D' Orsay</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Dormire su un dondolo</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Parigi</div>
<div>
<br /></div>
<h4>
<br /></h4>
<h4>
Peso in Valigia: <span style="font-weight: normal;">318 Grammi</span></h4>
<div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00205074416711859889noreply@blogger.com0