CENTRAL PARK di Guillaume Musso
-Di cosa hai paura?-
-Di dimenticarmi-
-Che cosa?-
-Me stesso-
Central Park di Guillaume Musso è un thriller, sembra che l'autore sia stato guidato nella stesura dalla stessa urgenza con cui il lettore vuole arrivarne alla conclusione. Non ci sono tregue, a ben vedere i colpi di scena sono pochi ma strabilianti, l'immediatezza della trama così come la costante tensione emotiva, che solo una scrittura semplice e ritmata possono supportare, fanno di questo libro un piccolo capolavoro.
Il tempo sembra dilatarsi, le pagine una dopo l'altra vengono declinate al passato e se Alice e Gabriel vogliono riuscire a scoprire chi può aver ordito un "gioco" tanto sadico quanto terrificante, dovranno scavare a fondo nelle loro vite, nei loro ricordi, ansie, paure.
Fino a toccare con mano il dolore, vivo e acuto, quel dolore che solo chi ha perso tutto, di chi sente che il proprio presente non conceda più un domani per cui valga la pena portare avanti il peso della propria esistenza, è tenuto a sopportare e ad accettare.
Alice è una poliziotta di Parigi, dirige un nucleo investigativo, l'unica donna fra cinque uomini. È risoluta, determinata, astuta e ciò che più conta attenta ai dettagli anche a quelli all'apparenza insignificanti, ma essere un detective è come dover montare un puzzle di migliaia di tessere.
Non avere davanti però l'immagine esatta di ciò che si deve andare a ricostruire porta a dover usare intuito e razionalità, ma quando queste non son sufficienti per venirne a capo allora adrenalina e vanità fanno si che, anche se incompleto, questo puzzle lo si reputi risolto e si prendano decisioni, talvolta vitali, non solo per se stessi.
Gabriel è un musicista jazz, attraente e sbruffone, il suo vissuto fa di lui il più classico degli "irrisolti" metropolitani, troppo alcool, troppa musica, troppi pensieri, troppe donne, ma Gabriel dietro quello sguardo così accogliente e strafottente nasconde un'anima combattiva, una umanità che lo porta a prendersi a cuore il bene delle persone e come se si fosse svegliato in un labirinto fatto di soli specchi deformati, riesce comunque a trovare una via d'uscita, una soluzione, a tutto, per tutti.
Gabriel ed Alice si svegliano una mattina di Ottobre, l'uno ammanettato all'altra, su una panchina a Central Park. La sera prima l'uno suonava in un club di Dublino, l'altra era uscita a divertirsi con le amiche sugli Champs-Elysées a Parigi.
Quelle manette, che ora ai due segnano i polsi e lacerano la pelle, in breve diverranno un legame che va oltre il freddo dell'acciaio. Non sono in dubbio solo le loro esistenze, in bilico tra il possibile e l'improbabile, ma come in un gioco di ruolo dovranno, l'uno per l'altra, combattere una entità ostile e subdola che fin dal principio sembra aver segnato un percorso a ritroso nel doloroso e fumoso passato di entrambi.
Central Park è come una partita a scacchi, un bagno freddo per la mente.
Ed è come avere il pezzo da muovere sospeso a mezz'aria e proprio nel mentre stiamo per compiere la nostra mossa, la scacchiera stessa prende vita e modifica la situazione di partenza.
Alice si sente esattamente così:
"Mentalmente ricostruisco uno scenario fondato su ipotesi improbabili, alle quali tuttavia desidero credere."
E noi con lei.
C'è un solo modo per ricordarsi di una strada, percorrerla a ritroso.
RECENSIONE SENSORIALE
Vista: Un cumulo di foglie
Gusto: La persistenza di un buon vino
Tatto: I denti di una cerniera
Olfatto: Caldarroste
VOGLIE IMPULSIVE
Il Paese delle Meraviglie
Godermi il finale
Il sole freddo di Novembre
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