PICCOLI SUICIDI TRA AMICI di Arto Paasilinna
L'ultima pagina
ecco a volte c'è anche dell' altro.
Il Libro di Arto Paasilinna Piccoli Suicidi Tra Amici è stata forse la prima vera delusione.
La prima in 11 settimane, l'undicesimo libro mi è stato "fatale".
Il perchè è presto detto, non avevo letto la Postfazione.
Tollero di buon grado le Prefazioni, mi piace quell'idea che qualcun altro abbia avuto il piacere e il modo di scrivere qualche parola introduttiva sull'opera che mi appresto a leggere, che mi sia data la possibilità di sbirciare dallo spioncino delle parole quello che sarà il contenuto del libro.
Ma no, la Postfazione è un abuso del mio tempo. Ma come, ho letto tutto, fino all'ultima pagina cosa c'è da dire ancora? cosa mai ci sarà di così importante da dedicare ancora ben sei pagine alla postfazione.
La storia l'ho trovata carina, semplice, scorrevole, con qualche risata a denti stretti, una delicata ironia di fondo, personaggi scapestrati ma credibili e una sequela di eventi che alimentano la voglia di andare a vedere dove "andrà a parare".
Ecco. Prendete questo pugno di righe e mettetelo a rosolare in padella, aggiungete un pizzico di superficialità e stupore, supponenza quanto basta e lasciate cuocere senza coperchio.
Chiedo scusa a Arto Paasilinna, una volta letta la Postfazione l'avventura da lui narrata compie una mirabolante acrobazia in avanti, si proietta come un'opera sottile e geniale dove il significato profondo è molto più radicato di quanto le semplici parole lascino intendere.
C'è la Finlandia, il suo popolo, la sua terra, la sua storia, molto alcool ma anche cibo in dosi massicce, coraggio e viltà, umiltà e amore, rimorso ma mai rancore.
Il mio compito ora è quello assai difficile, non svelandovi troppo su personaggi e trama, di invogliarvi a leggere questo libro senza passare in libreria, cercarlo sullo scaffale in esposizione e andare a curiosare tra le ultime pieghe di questa storia.
Prefazione "di" e a questo punto anche "per" Luca Morello.
Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che prima ancora di leggerlo ti domandi come cacchio si pronuncia Arto Paasilinna.
In sè il problema appare ad una prima occhiata insolvibile ma è ancora peggio quando ci si imbatte in Onni Rellonen, Hermanni Kempainen, Helena Puusaari .
Si dice che il ceppo linguistico ungaro-finnico sia quasi insormontabile, che non vi sia alcuna parola di senso compiuto ad avere una qualunque attinenza con le lingue non solo di origine latina, ma a questo punto anche aliena vien da pensare.
Come il portoghese deriva dal basso latino, così il lappone deriva dal bramito delle renne
e se ce lo ricorda Arto nel libro vale la pena credergli.
Questi tre singolari personaggi, in ordine di apparizione: un marito e uomo d'affari fallito, un colonnello senza stimoli e senza guerre da combattere ed una vicepreside sensuale ma paranoica, si adopereranno per riuscire a coordinare un gruppo di aspiranti suicidi ad intraprendere nel modo più "dignitoso" possibile l'ultimo viaggio della loro vita.
Onni e Hermanni si incontrano casualmente in un capanno vicino ad un lago, poichè entrambi hanno scelto inconsciamente il medesimo posto per suicidarsi questo inconveniente spegne sul nascere le loro ardimentose e definitivamente autolesionistiche intenzioni. Da questa esperienza preliminare grazie all'estate, al lago e a qualche goccetto di troppo viene loro l'idea che in fondo suicidarsi non è cosa così semplice. Ci vuole, metodo, disciplina, organizzazione e buona compagnia.
Così decidono di inserire un annuncio su un quotidiano Nazionale per radunare gli aspiranti suicidi della Terra di Finlandia. Ovviamente è un successo e le lettere li sommergono letteralmente.
La Grande Macchina della fine di tutto si mette in moto, saranno 33 (come gli anni di Cristo) i discepoli che intraprenderanno il Gran tour del Macabro, a bordo di un pullman di lusso a viaggiare per la Finlandia fino al limite estremo della Norvegia per poi tuffarsi in picchiata verso sud, passando la Germania, l' Alsazia, la Svizzera e il passo del Furka fino a deviare verso la Spagna e il Portogallo.
Ogni luogo sarà buono per farla finita, ma quello dopo sarà sempre meglio.
Un viaggio rincorrendo la Morte per poi essere sempre al foto-finish con la vita.
Incontri e scontri non mancheranno, perchè si può scherzare con la morte, ma con la vita no!
La semplicità del racconto e della sua scia di eventi lo rende quasi una limpida confidenza, un modo di accusare una società oramai troppo veloce e inquinata da ambizioni e indifferenza da lasciare indietro i suoi figli, che seppur sbagliando, arrancando come tutti, vorrebbero farcela. Riuscire nell'impresa che sembra la più facile mentre si rivela sempre la più irrisolta: esser felici.
La Finlandia è una terra dove la natura è padrona, spazi sconfinati e capaci di straordinaria bellezza quanto di struggente malinconia. Arto Paasilinna ci guida in questa quotidianità, non dimenticando mai piccoli ma delicati dettagli, dalle scorte di cibo e legna, all'immancabile bottiglia per condividere con una bevuta un particolare momento fino alle votazioni per alzata di mano sul dove si va e perchè...e dire che quando si va verso la fine, qualunque meta parrebbe buona...ma per un Finlandese No!
Gireremo a lungo su questo Pullman "la Saetta della Morte" prima di giungere ad una destinazione, che poi questa sia fine od inizio non è compito mio svelarvelo.
Scopritelo.
Recensione Sensoriale
Vista: Renne sullo sfondo di un cielo dove il blu diventa nero
Udito: Perfect Darkness dei Fink
Tatto: Il filo di una lama
Gusto: Sabbia
Olfatto: Monossido
Voglie Impulsive
Il calore di un falò
Il lato ancora fresco del cuscino
Un buon blues
Non è facile iniziare a leggere Paasilinna, narra di una terra dove gli usi ed i costumi sono molto differenti da quelli italiani e centro-europei a cui siamo abituati; per apprezzarlo al meglio ci si deve immergere nell'universo di Paasilinna leggendo alcuni dei suoi libri, meglio se seguendo lo stesso ordine con i quali sono stati scritti.
RispondiEliminaSe posso darti un consiglio per un libro da inserire nella lista ti suggerisco "Marco e Mattio" di Vassalli, oppure "La signora Melograno" di Goli Taraghi, due libri che ultimamente mi hanno colpito