LA COMMEDIA UMANA di William Saroyan
È successo veramente
Me lo stai dicendo o me lo stai chiedendo...
"Hai mai letto Carver?"
"No mai."
"E Saroyan eh? Hai mai letto Saroyan?"
"Mmm, no, non mi dice niente Saroyan."
"Ok! Ok, non importa, allora di Carver devi leggere Cattedrale,
mentre di Saroyan sicuramente La Commedia Umana."
"Bè insomma non li conosco, cioè di cosa parlano?"
"...Della vita, ecco, ti piace la vita?
Ti piace l'essere umano?
Scrivono di questo; niente di più, loro parlano di noi."
Sono dialoghi così che ti cambiano le giornate, quando hai la sensazione che l'emozione, l'impazienza, la necessità di comunicare qualche cosa abbiano il sopravvento su tutto e tutti, ed è come se un treno in corsa non possa che travolgerti.
Ovviamente il consiglio lo raccogli come si raccolgono le mani per abbeverarsi ad una fontana, ti infili nella libreria in cui inciampi per foga e ancora fuori equilibrio ti allunghi verso la Libraia, dai capelli corvino e sguardo alla nocciola.
"Carver Cattedrale!"
( magari un ciaobuongiorno non avrebbe guastato )
- gli occhi da nocciola le diventano giallo tempesta -
"Buon giorno, stai cercando un libro o una persona?"
"oh bè se non c'è prendo Saroyan La commedia Umana"
( sei un genio, no dico sul serio, praticamente per rimediare tra una brutta impressione e una pessima figura hai scelto la strada che porta direttamente al materiale organico di bovino adulto )
- non le è cambiato lo sguardo, sono cambiate le condizioni climatiche del negozio, inizia a fare freddo -
"Dunque...se stai cercando due autori e le loro opere sei nel posto giusto"
- le parole sono tese, ma il sorriso quello no, quello è indifferente, come plastica -
"Mmm, ecco io..."
( Taci...ti prego TACI! )
"Sfortunatamente per te non sono io la persona giusta per aiutarti"
- un ciuffo di capelli le si sposta in avanti, tagliandole il viso, come una linea di matita che segni una pagina più per lasciare una traccia che per esprimere un significato, riuscendoci. -
"No si, cioè, scusa, ciao ecco, buongiorno, mi chiedevo se avevate..."
( ci sai fare, non c'è dubbio )
"Cattedrale di Carver o La commedia Umana di Saroyan ho indovinato?"
- ha il dono della sospensione, come se le parole si sollevassero da terra e rimanessero li a mezz'aria, aspettando di essere afferrate. -
"Scusami, davvero, è che sono di corsa, non ho fatto caso alle parole, perdono!"
( la maleducazione non è una mancanza di fiato, è una mancanza di tatto...)
- si è già mossa, verso uno scaffale, poi un altro, due libri in mano, uno sguardo non più velato da nubi, ed un sorriso, questa volta umano. -
"Capisco, e mi dispiace per te"
"....?"
( si esatto quella faccia li, falla, ti riesce benissimo, è la stessa da 36 anni. Una smorfia senza suono con la giusta punteggiatura, da Oscar )
"Intendo che mi dispiace perché sei di corsa, i libri sono qui, ma non sai nulla di loro, ed è un peccato.
Sono 19,60€ vuoi una borsa?"
- Solleva un libro giallo, quasi a volermi ammonire per la fretta, la maleducazione, per tutto insomma.
Lo solleva davanti ai suoi occhi ad un braccio di distanza; è un libro non tanto più grande di uno degli smartphone di nuova generazione, poi lo appoggia sul bancone vi posa una mano sopra quasi a dover tenere giuramento e per la prima volta il suo sguardo mi colpisce non per il suo colore ma per la sua profondità. Sono quegli occhi che iniziano a parlarmi e non smetteranno più, finché morte non ci separi. -
" Vedi, William Saroyan era un ragazzo Armeno, nato in America in California, rimase presto orfano di padre e coi fratelli finì in orfanotrofio.
Rifiutò l'istruzione, quella scolastica, e si mantenne facendo lavori umili, dal fattorino allo strillone, la sua educazione fu la strada, la sua passione i libri che divorava nelle biblioteche durante il suo tempo libero.
Diventò un grande scrittore del '900 Americano e del neo-realismo, non per vocazione ma per auto-imposizione, poiché era convinto che lo sarebbe diventato. Ovviamente una vita tormentata non gli bastava quindi al successo si aggiunsero la passione per il gioco d'azzardo e l'alcoolismo, così lo stereotipo del grande scrittore fu completo.
La Commedia Umana è una moderna e succinta Odissea che non si sposta per mare ma su cavi adagiati sui fondali, che non è racchiusa in volumi e inchiostro ma in linee e punti che corrono veloci da un capo del mondo all'altro.
Ed è a questo capo del mondo esattamente ad Ithaca in California che il giovane Homer Macauley quattordicenne ma dall'aspetto più maturo, aspetta che il signor Grogan ricevuto e trascritto il messaggio all'ufficio telegrafico gli consegni la busta con l'indirizzo a cui portarlo; Homer inforca la bici e inizia a spingere sui pedali cercando di raggiungere nel minor tempo possibile la destinazione assegnatagli per consegnare quelle parole che arrivano da così lontano. Homer fa il turno serale, la città è un luogo sospeso nel tempo, sono gli anni della seconda guerra mondiale, la vita come la morte sono presenti ovunque, sia nelle buste che il giovane Homer deve consegnare sia nelle case dove famiglie intere aspettano, cercando di ingannare il tempo, notizie dei loro cari, dei loro figli, dei loro amati.
La Famiglia Macauley è una di queste, Marcus è partito per la guerra e a casa oltre alla madre e alla ragazza lascia i due fratelli, Homer appunto e Ulysses, un vispo tipetto di quattro anni, curioso e sfrontato, per niente intimorito dalle cose e dalle persone. Il padre è morto anni prima ma ha fatto in tempo a lasciarci in eredità una bella famiglia, unita e sincera.
È una Odissea moderna perché in un certo senso è un ritorno a casa, è l'attesa di un ritorno. È la vita che va avanti e che fa scoprire il mondo al piccolo Ulysses quanto i sentimenti contraddittori dell'età adulta a Homer. Quello che traspare dalle parole mai banali di questo romanzo, così ben scritto, morbido e avvolgente, è la sensazione che nonostante le belle giornate, le scoperte, i giochi dei ragazzi e i canti a messa, la vita del negoziante e dell'immigrato, del disperato come del vincente, si aspetti sempre l'inevitabile, la notizia.
Questa notizia in fondo è il quotidiano, sono gli eventi che non si fermano ad aspettare che sia sorto o meno il sole per accadere, in realtà semplicemente e talvolta crudelmente accadono.
Mentre leggerai questo romanzo ti accorgerai di quanto in fondo il tuo punto di vista sia quello di Ulysses, quasi lo scrittore voglia regalarti l'ingenuità e innocenza di tornare ad avere quattro anni, cosicchè sarai convinto di dover stare dovunque ci sia qualche cosa di interessante da vedere.
Ecco, il romanzo è più o meno tutto qui, quello che ti colpirà di più è la coerenza, sia narrativa che morale, William Saroyan è ovunque in questo scritto, e se mi concedi, e penso di meritarmeli ancora due minuti, voglio leggerti una parte che adoro e che in qualche modo ti riguarda:
Un essere umano, chiunque sia, lo considero amico. Il mio conflitto non è con lui, ma con quella parte sfortunata di lui che prima di tutto son costretto a distruggere in me stesso."
- le parole ora non erano solo da afferrare, erano scalini da salire per arrivare alla sua altezza -
"Ecco, penso di averne, di tempo intendo e tu?"
( grammaticamente orribile, ma emotivamente plausibile, t'apprezzo!)
"Dipende, Carver La Cattedrale!
- e le scappa da ridere imitando l'enfasi della mia voce -
ti interessa sapere cosa racconta?"
( se te la giochi male giuro che ti abbandono, cazzo, lo giuro su queste parentesi )
"No, non mi interessa sapere cosa ma chi me lo sta raccontando..."
- Quel ciuffo tagliente sul viso con un gesto naturale quanto delicato lo sposta dietro l'orecchio.
Il suo sguardo è basso, quasi avesse trovato un tesoro in fondo a quelle copertine adagiate sul bancone.
Le labbra si muovono, forse un sorriso, un piccolo morso, e quegli occhi si alzano, sono nocciola, e non sono più uno sguardo ma un sapore, quello del domani. -
Recensione Sensoriale
Vista: I cavi sospesi dal finestrino di un treno in movimento
Udito: My Babe di Little Walter
Olfatto: Torta di mele
Gusto: Sali Minerali
Tatto: Grasso per catene
Voglie Impulsive
Una Libreria
Capelli Color Corvino
Occhi Sapor Nocciola
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