GALVESTON di Nic Pizzolatto
And it looks like the sun
but it feels like rain.
In questo clima ogni cosa cerca l'ombra, e quindi una qualità fondamentale del Profondo Sud è che qui tutto è parzialmente nascosto.
Ed è esattamente così che questo romanzo riesce a mettersi in risalto, restando in ombra. Facendosi scoprire parzialmente, sviluppando i suoi personaggi, l'intreccio, i luoghi relegandoli in una porzione corrosiva di oscurità,
Ognuno ha le sue zone buie, antri di sè che rifuggono e rifiutano quella luce che gli altri vedono in noi.
Nic Pizzolatto è sicuramente uno scrittore con il dono della visione, le sue parole riescono a far scorrere immagini ad alta definizione, non per niente in seguito ha scritto la sceneggiatura per la HBO di True Detective, nitide fino allo sfibrarne i colori, le sensazioni, ammantando il tutto di una cappa afosa e salata.
Galveston è un luogo, un posto, a dirla tutta un rifugio per chi non ha altro che dei ricordi di una vita passata sbagliando anche in amore, ma per quanto possano essere errati, questi ricordi sono gli unici ad avere un senso e a rendere la vita ancora una "prospettiva" e non un passaggio "definitivo".
Roy Cady è un uomo del Texas Orientale, porta jeans, magliette nere, giubbotto e stivali da cowboy, l'aspetto è volutamente poco curato, capelli lunghi e barba uguale.
Non ha importanza cosa gli altri pensino di Roy, che lo vedano come un bifolco o uno poco raccomandabile, alla fin fine per il lavoro che deve fare gli fa anche comodo.
Lavorare per un boss che si occupa di vari intrallazzi, nessuno dei quali prettamente legale, porta alla necessità di dover cambiare aspetto e soprattutto luogo in poco tempo e con pochi accorgimenti, fosse anche solo il tagliarsi la barba.
Per arrivare fino a Galveston, non ci vogliono molte ore di viaggio, serve più che altro un pretesto che viene fornito da una giovane e seducente ragazza, Rocky, vittima e testimone di violenza, sbandata e incontrollabile, sgrammaticata ma fatale.
Roy è come il migliore degli assassini, è già morto; probabilmente cancro, una sottile nebbiolina che appunto mette in ombra la vita nei suoi polmoni, deve agire di istinto, per prima cosa salvarsi ma forse come una forma di espiazione dei propri peccati, provare a salvare lei e un'altra vita ancora, quella meno colpevole di tutti in questo romanzo, la piccola Tiffany sorella di Rocky.
Fuggono ma finiscono per doversi fermare, perchè l'idea di cambiare vita, di provarci almeno una volta è più forte, è più ammaliante, ma è dannatamente complicato; per chi non è abituato a fidarsi degli altri, l'unico numero che conta è dispari ed inferiore a tre.
La trama si sviluppa semplice, lineare, quasi come una palude, apparentemente placida ma sotto la cui superficie nasconde predatori letali. È la malinconia di fondo a dettare il ritmo dei dialoghi, dei pensieri che Roy in prima persona ci affida tra le pagine: è un vecchio Blues, che sai esattamente come suonerà ma non riesci a smettere di ascoltarlo.
Non crediate, se avete avuto modo di vederli, di trovarvi di fronte agli episodi di True Detective, qui la potenza dell'immagine è la parola, è il modo in cui vi farà sentire il riverbero insopportabile del sale sotto un sole incessante, di come dietro le porte di un Motel fatiscente si nascondano molte più storie rispetto agli ospiti che vi cercano "protezione".
Immagino che si debba stare molto attenti a come si usano i propri ricordi.
Ecco, quello che è questo noir è tutto qui, in queste parole.
Forse alla fine la luce avrà la meglio, oppure sarà solo un riflesso, e Roy Cady rimarrà nell'ombra solamente aspettando chi più di tutti in questa storia avrà bisogno di "prospettiva".
Ci sono un sacco di cose che non diventano mai quel che dovrebbero.
Recensione Sensoriale
Udito: Do You Feel Loved degli U2
Tatto: Granelli di Sale Grosso
Gusto: Zucchero filato
Olfatto: Lucida-Labbra
Voglie Impulsive
Un Rodeo
Aria umida e stantia
Una notte in un Motel a Big Sur
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