SOSPETTO di Percival Everett
"Per uccidere un uomo
il piombo è l'ultimo dei rimedi."
Lessi anni fa uno dei romanzi di Percival Everett per la precisione Ferito, una storia ambientata nel Wyoming con protagonista un cowboy eclettico di mezza età che si ritrova suo malgrado a fronteggiare una situazione che aveva a che fare con un "crimine d'odio".
Ciò che allora mi aveva colpito nel leggere questa storia fu come attraverso un uso pressoché maniacale di periodi essenziali, della punteggiatura e di dialoghi ridotti all'osso, l'autore riuscisse a trasmettere e bene ogni singola sfumatura sia dei personaggi che del contesto in cui erano inseriti.
Questo essere deciso, tagliente, granitico non pesava sul romanzo, anzi mi restituiva la netta percezione di dove ero e a che punto della storia e che tutto quello che sarebbe accaduto non mi avrebbe mai e poi mai sorpreso del tutto poiché era già scritto dovesse accadere.
Sospetto è esattamente così. Gioca con il lettore Percival Everett con una storia di crime fiction che in ultima analisi lo è nell'intento ma non nella forma; son tre racconti, brevi, che funzionano solo nel loro insieme. È la storia di un vice-sceriffo in un paesino tra i monti e il deserto del New Mexico, Ogden Walker, afroamericano, patito di pesca con la mosca e abile fautore di esche tanto da sembrare un novello modellista mentre armeggia tra ami, piume e fili vari sul suo banco di lavoro.
È il perfetto prototipo della piccola borghesia americana, così lontana dai grattacieli, dallo stress e dai ritmi frenetici delle Big Town; vive in una realtà dove non succede mai niente e sembra che però tutti non aspettino altro che invece accada qualcosa e come dicevo prima inevitabilmente accade.
Ogden si troverà suo malgrado a dover indagare su tre casi di omicidio a macinare chilometri spostandosi tra grandi città e minuscole comunità montane, affrontando tutto quello che l'america lontana dai grandi palcoscenici rivela: droga, prostituzione, fallimenti, alcool, razzismo, sangue.
Unico rifugio a questa "confusione" la sua roulotte ai margini del deserto, la pesca con la mosca e l'affetto e preoccupazione di una madre che sa Sempre ciò che accade in città poiché anche lei ha i suoi informatori.
Il vice-sceriffo dovrà indagare su tre casi distinti di omicidio, e tutte e tre le volte come in un buon romanzo giallo la verità verrà a galla, soldi ben spesi dunque, non fosse per il semplice dettaglio che è proprio nell'inizio che il romanzo nasconde il suo cuore più nero.
Sospetto non sarà più solo un titolo ma ben presto diventerà una condizione. La verità sarà da ricercare percorrendo insieme a Ogden le più tortuose ed impervie strade del New Mexico a bordo del suo datato ma affidabile pick-up.
Ci si addentrerà nella vita delle persone, nella loro disperazione e semplicità, nei loro fallimenti e lealtà; in quella fragilità che è propria di ogni essere umano e che neanche la vera amicizia talvolta riesce ad intuire.
Percival Everett ci lascia vivere Ogden Walker più di quanto lo stesso vice-sceriffo probabilmente vorrebbe, il suo essere decisamente cinico ed arguto, simpatico ma scostante fa di lui il perfetto ritratto di un uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
"La gente mi fa paura".
"Anche a me, tesoro".
C'è un punto preciso in cui quella paura si fa viva, ed una volta scoperto è impossibile liberarsene;
Ogden Walker ci sta conducendo proprio li.
Recensione Sensoriale
Vista: Macchie di caffè sulla tovaglia
Tatto: Una palla da Bowling
Gusto: Uova Strapazzate
Olfatto: Cuoio
Voglie Impulsive
Una camicia di Flanella
Tazza di caffè americano e ciambella
Aldol Darkene Triptizol
Noan Anasclerol
Valitran Serpax Vatran
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