ODETTE TOULEMONDE di Eric-Emmanuel Schmitt - LA LOTTERIA di Shirley Jackson
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
Ci insegnavano, ovviamente, a parlare, a esprimerci, a dialogare, la prima persona, la terza persona, il noi e il voi, ci insegnavano dicevano la lingua dei nostri tempi: Le Immagini.
Avete capito bene, "leggevamo" le immagini, parlavamo attraverso le immagini, dialogavamo con esse e attraverso esse. Un tempo remoto mio nonno mi raccontò di una civiltà che non usava solo le immagini, ma che si esprimeva usando le parole; obiettai che anche noi ci esprimevamo usando le parole ma lui mi interruppe e avvicinando la sua bocca al mio orecchio pronunciò quello che aveva l'aria di essere un vocabolo proibito, sapeva di tabacco e nocciola, sapeva di silenzio e clangore, e disse: Scrivevano.
Scrivevano, mi ci vollero anni per comprendere appieno cosa significasse, dopo che udii quella parola capii di non poter avere altro scopo nella vita. Dovevo Scrivere.
Facile direte voi, prendi una penna, unisci le lettere dell'alfabeto fino a formare una parola più o meno lunga, e mentre la scrivi ne scopri il suono nella mente, muovendo quasi impercettibilmente la lingua sul palato.
Ecco, già che ci siamo io non sapevo nemmeno cosa fosse una penna, non sapevo cosa fosse l'alfabeto, sapevo però dirvi cos'era un albero e come era fatto, conoscevo la parola albero, ma solo perchè me l'avevano fatto vedere su una lavagna luminosa in una classe affollata di bambini vestiti tutti uguali.
Eh ma scrivere A L B E R O è tutta un'altra cosa. È l'immagine più potente che esista è come se i colori, la forma, esplodessero letteralmente nelle sinapsi. È come avere un proiettore potentissimo, dietro gli occhi, che occupa tutto il nostro campo visivo con la quercia più grande che abbiate mai visto.
Ero un analfabeta, leggere immagini e comunicare con esse era molto più facile, richiedeva meno impegno, era tutto a portata di indice; a pensarci bene tutto poteva essere additato.
Laddove il semplice indicare non era sufficiente, interveniva un chip neurale il quale collegato in remoto ad una specie di cervellone centrale, faceva si che quelle cose per cui non si riuscivano a trovare immagini a portata di mano, diventassero disponibili su dei piccoli palmari che avevamo sempre con noi.
Un esempio? pensate ad un bambino che piange e ad un genitore che non ne capisce il perchè, di colpo sul palmare del padre e della madre compare l'immagine di un biberon.
Il bambino ha fame, mamma e papà sollevati lo accontentano e il bambino smette di piangere.
Il chip leggeva la nostra mente, le nostre emozioni, sensazioni, bisogni e li traduceva in concetti il più elementari possibili.
È complicato? se lo è per voi, figuratevi per me quanto lo è stato imparare a scrivere.
Dopo quell'incontro con mio nonno, ne fecero seguito altri e ogni volta gli chiedevo di raccontarmi qualche cosa di più, di addentrarsi nei ricordi di quella civiltà, di mettermi a disposizioni gli strumenti per imparare quella che sembrava un'arte magica e antica, potentissima.
Mio nonno era reticente, continuava a ripetere di non parlarne con nessuno, di tenere segreto il contenuto dei nostri incontri, e di comportarmi come sempre.
Mi parlò dei libri, della carta, di matite e dell'inchiostro, dei caratteri, della stampa e dei numeri. Ero affascinato, le sue parole parevano uscire da un carillon che per troppo tempo aveva preso polvere, era una musica arrugginita ma squillante, era il lascito di un uomo a cui mancava irrimediabilmente poter imprimere qualcosa: io ero la sua pagina bianca, la sua voce l'inchiostro.
Vorrei poter continuare a raccontarvi la mia storia, e forse un domani lo farò, ma ora devo andare, vivo in clandestinità. Delle quattro dimensioni mi manca quella fondamentale, così come mancò a mio nonno, il tempo.
Se troverete queste mie parole, e so che le troverete, allora riprendete da dove ho lasciato io.
Tutto quello che vi serve è custodito in questi due oggetti, si chiamano libri, (me li regalò mio nonno) son fatti di carta (fate attenzione alle fonti di calore, tende a prendere fuoco) e si leggono (che parola meravigliosa) da sinistra verso destra, dall'alto verso il basso. Sono le due ultime copie rimaste, credo in tutto il mondo, scoprirete con essi non solo le parole, ma la grammatica, la punteggiatura, l'uso delle virgole e dei punti, sui punti e virgola invece ammetto che ancora adesso ho qualche dubbio.
Non scoraggiatevi, so che tutto questo vi sembrerà un ammasso di simboli neri su sfondo bianco e che vi mancano un sacco di spiegazioni su come si compongono e leggono le parole, ma risolverete l'enigma se avrete utilizzato l'immagine che vi ho lasciato all'inizio di questo racconto. Mettete insieme le lettere e troverete la soluzione: la storia.
Se ci sono riuscito io, allora ce la farete anche voi.
Scrivete, perchè le immagini se non incontrano le parole non diventano mai emozioni.
Sinceramente Vostro
Albero.
RECENSIONE SENSORIALE
VOGLIE IMPULSIVE
PESO IN VALIGIA: 250Grammi in totale
INVESTIMENTO: 8€ + 9.50€
EDITORI: Edizioni e/o (Odette Toulemonde), Adelphi (La Lotteria)
BASTADDI di Stefano Amato
sabato, ottobre 17, 2015
#CoverLetteraria
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#MontagnaDiMerda
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#Progetto52
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sabato, ottobre 17, 2015 #CoverLetteraria , #Libro31 , #Mafia , #MontagnaDiMerda , #Progetto52 , #Provocazione , #Sicilia 0 Comments
- ..Ma son morti tutti? -
- Si perchè? -
- Perchè uno l' avrei ammazzato volentieri -
RECENSIONE SENSORIALE
VOGLIE IMPULSIVE
PESO IN VALIGIA: 276 Grammi
INVESTIMENTO: 16€
EDITORE: Marcos Y Marcos
SETE di KERRY HUDSON
domenica, ottobre 11, 2015
#Amore
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#Clichè
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#Libro30
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domenica, ottobre 11, 2015 #Amore , #Clichè , #Decadenza , #Libro30 , #Londra , #Progetto52 , #Romanzo 0 Comments
Tu sai cosa è un clichè?
Io no, e tu?
A me sembra di averlo appena letto.
RECENSIONE SENSORIALE
VOGLIE IMPULSIVE
PESO IN VALIGIA: 279 Grammi
INVESTIMENTO: 13.90€
FINAL CUT di Vins Gallico
sabato, agosto 22, 2015
#AmoreFinito
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#Libro29
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#Romanzo
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#SeparazioneEmotiva
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sabato, agosto 22, 2015 #AmoreFinito , #Libro29 , #Narrativa , #Progetto52 , #Romanzo , #SeparazioneEmotiva 0 Comments
Se ti sei tagliato, metti un cerotto.
Certo ma se a tagliarmi è stato l'amore?
allora mettici coraggio...
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in Valigia: 304 Grammi
Investimento: 16,00€
Editore: Fandango Libri
SETTE BREVI LEZIONI DI FISICA / NUDI E CRUDI / TROPPA IMPORTANZA ALL'AMORE
All You Need Is Love
Recensione Sensoriale
Voglie impulsive
Peso in Valigia: 335 Grammi
Investimento: 33€ ( 9 + 10 + 14 )
Editori: Adelphi / Einaudi
L'INVENTORE DEI SOGNI (Ian Mcewan) UNA STORIA SEMPLICE (Leonardo Sciascia)
lunedì, luglio 20, 2015
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Giallo
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Racconti Brevi
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Storia per Ragazzi
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lunedì, luglio 20, 2015 #Libro24 , #Libro25 , #Progetto52 , Giallo , Racconti Brevi , Storia per Ragazzi 0 Comments
Recensire due libri è quanto di più ostico si possa fare, soprattutto quando in entrambi non è la storia in sè ad essere il valore aggiunto, il contenuto decisivo, la variabile a farne o meno, di un semplice ventaglio di pagine, un capolavoro. La variabile decisiva è come sempre la scrittura.
Sono in ritardo sulla tabella di marcia del #Progetto52 e questo al netto di quello che comunque la vita continua a propormi, scelte, emozioni, passioni, rimpianti.
Talvolta è come trovarsi davanti alla lavagna fronteggiando i lineamenti tirati e stanchi di una professoressa di matematica oramai troppo avvezza agli anni di insegnamento per non aver capito al primo sguardo, da condannato a morte, dell'alunno che si avvicina a quel blocco nero di ardesia se questi ha studiato oppure no.
La sensazione che a memoria ricordo come ottundente non era tanto l'ignoranza del non conoscere minimamente la materia in questione o la soluzione del problema, erano come sempre gli sguardi, codardi e sollevati del pubblico non pagante. Dei propri compagni che per nulla complici ma bensì spettatori vivevano quasi con gratitudine quei momenti di imbarazzo e vergogna che invece provavo io li sul patibolo.
Già, vergogna, inadeguatezza e a ben poco serviva tornarsene al proprio posto col sorriso beffardo di quello che nonostante la valutazione fosse prossima più allo zero algebrico che all'eccellenza scolastica sembrava aver in tasca il segreto per un domani da uomo realizzato e felice, e fanculo l'algebra che tanto mica mi darà da mangiare.
Eh già, peccato che poi nella vita saper far di conto a volte aiuta, e aver ignorato la logica che deve star dietro al ragionamento per arrivare ad una soluzione può solo portare a non risolvere un granchè; finendo per fare nuovamente, e da adulto, quella faccia abbozzata di chi va a posto impreparato, avendo meno tempo davanti e sè e un numero sempre maggiore di rimpianti a cui trovare una giustificazione.
Sto finendo fuori tema...
altro segno rosso di matita, un segno, che oggi sta diventando ricorrente, cosi come il colore.
Ho letto due storie brevi, la prima è stata L'inventore dei Sogni di Ian Mcewan, la seconda Una storia semplice di Leonardo Sciascia.
Sono due libri che non hanno nulla in comune, il primo è un insieme leggero e delicato di racconti per ragazzi, dove Peter bambino spensierato e fantasioso inizia a tessere legami profondi con la sua immaginazione e attraverso questa a renderci partecipi della sua visione della famiglia, degli affetti e del valore delle parole come dei legami. Quindi nonostante potenti Pomate Svanilline o pindariche fughe dentro le anime altrui o fronteggiando vicini dall'aspetto avvizzito e decadente o prepotenti compagni di scuola, ebbene questi racconti che ci vengono dettagliati in terza persona regalano a tutte le avventure un tocco di leggerezza e armoniosa empatia. Li si può scandagliare, leggere e rileggere solo per il gusto della storia o per cercarne quelle miriadi di significati che solo i bambini riescono a dare al mondo che li circonda, ribaltandone le regole o meglio costruendovi le proprie e i propri valori.
È un libro per tutti, ma soprattutto è il Libro di Peter e della sua portentosa immaginazione.
Una storia semplice di Sciascia è un giallo siciliano, scritto in un italiano ricco e complesso eppure così perfetto da rimanerne affascinati. Una forma cristallina per raccontare una storia assolutamente probabile di una realtà in cui la giustizia non riesce mai a fare appieno il suo percorso lasciando al lettore quella sensazione di mal costume e omertà che sembra essere la pelle ruvida e scabrosa del nostro stivale.
Un brigadiere, la sua intuizione, la risoluzione di un omicidio e Lo Stato che fa / si indigna si impegna / poi getta la spugna con gran dignità ( F. DeAndrè ).
Parole come Mafia, Droga, Viltà, non vengono mai menzionate, ma è chiaro il contesto, è appunto semplice come la storia, così vera e attuale da non farci uscire dalla quotidianità corrotta di alcune persone, dal coraggio di pochi che non vedono mai riconosciuto il loro merito, sacrificio o la loro virtù comunque sminuita dalle azioni e scelte altrui in logiche di potere vigliacche e conservative.
In una data come questa, in cui il ricordo va alla strage di Via D'Amelio e all'omicidio efferato del Giudice Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, non si può far altro che guardare a questi uomini e donne con un senso di profonda e "meschina" gratitudine poiché come nell'ultima parte del libro quando tocca a noi, comuni cittadini, compiere una scelta che possa cambiare il corso delle cose, troppo spesso lasciamo che la macchina vada avanti per la sua strada e nonostante i nostri pensieri vogliano fare inversione di marcia, pensiamo
" E che vado di nuovo a cacciarmi in un guaio, e più grosso ancora? "
Sciascia la butta sull'ironia, sull'essenza caustica del momento, e forse proprio perchè non ci sentiamo toccati nel vivo preferiamo andare avanti anche quando è la stessa storia ad averci già presentato il conto mostrandoci drammaticamente la sua ultima pagina.
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in Valigia: 177 Grammi Totali
Investimento: 9.00€ L'inventore dei sogni + 8.00€ Una storia semplice
Editori: Einaudi / Adelphi
LA CENA di Herman Koch
mercoledì, luglio 08, 2015
#Libro23
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#Progetto52
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Etica
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Famiglia
,
Morale
,
Narrativa
,
Neo-Thriller
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mercoledì, luglio 08, 2015 #Libro23 , #Progetto52 , Etica , Famiglia , Morale , Narrativa , Neo-Thriller 0 Comments
Che cos'è l'intimità
se non l'essere complici di un'intenzione.
Questo Romanzo mi ha travolto, messo letteralmente sottosopra, fatto riflettere a lungo e dato ai miei occhi e alla mie sinapsi il piacere di una lettura scorrevole, cristallina, e per una forma indubbiamente voluta dall'autore, dal potere calmante.
Già l'autore, Herman Koch, giornalista e autore televisivo, un uomo che di immagini e parole ci vive, è impossibile non lasciarsi catturare dal contesto narrativo, dalle ambientazioni semplici ma così vivide e proprio perché comuni vissute da noi tutti nel quotidiano e per questo maggiormente prossime alla nostra totale immedesimazione.
La cena non è un romanzo facile, non tratta mai in modo provocatorio o assoluto i temi che ne contraddistinguono l'importanza, ha il grande pregio di lasciare a noi il potere di decidere.
La storia è raccontata in prima persona, ci viene "mostrato" quello che è successo, punto. Sta a noi nel mentre e ancora dopo averne letto l'ultima riga interrogarci su quale sia la soluzione, su come avremmo affrontato la situazione.
È un romanzo che parla di famiglia, anzi di due a dire il vero, una coppia di fratelli che una sera con le rispettive mogli si ritrovano a cena in un lussuoso ristorante ad Amsterdam per parlare di un evento drammatico che potenzialmente potrebbe cambiare tutto.
La cena, è un modo diverso per suddividere la storia che appunto ci presenta Paul, Professore attualmente in aspettativa per motivi di salute che si accompagna a sua moglie Claire, una donna bella e decisa, complice attiva nella vita e nelle scelte che coinvolgono la loro famiglia.
Gli altri commensali sono Serge, fratello di Paul, politico di rilievo sempre sulle prime pagine dei giornali, candidato alla corsa per diventare Primo Ministro e sua moglie Babette, una di quelle rare donne la cui femminilità rapisce gli sguardi degli altri escludendoli dalla realtà materiale delle cose, lasciando che la propria immaginazione trascenda fino a quando oramai la sua immagine non è troppo lontana, inarrivabile, come forse lo sarebbe comunque per chiunque.
I capitoli vanno dall'Aperitivo fino alla Mancia, la questione così urgente richiede alle due famiglie di doversi confrontare sugli aspetti più profondi e etici delle loro vite e direttamente anche quelle dei loro figli, Michel ( figlio di Paul e Claire ), Rick (figlio di Serge e Babette ) e Beau ( figlio adottivo di Serge e Babette ), tanto da poterne condizionare non solo l'adolescenza ma l'intero percorso di crescita futura.
È sempre Paul a parlare e raccontarci come si è sviluppata la serata, avendo cura di non lesinare nulla, su alcun dettaglio, tornando di tanto in tanto anche ai giorni precedenti o a momenti di vita passata insieme ai propri figli o con le rispettive famiglie. Vuole darci il quadro completo, l'insieme assoluto per non far si che manchi alcun elemento alla storia.
Il ritmo è crescente e gli ultimi capitoli assumono la classica cadenza Thriller dove ogni riga è un gradino da salire per arrivare all'apice della tensione.
A ben leggere questo Romanzo, caso letterario internazionale, non si sbaglia se in fondo si pensa che tutto sia riconducibile alla felicità; a cosa sia realmente e a cosa saremmo disposti a fare, non per raggiungerla, bensì per proteggerla.
La felicità basta a se stessa, non ha bisogno di testimoni
proprio perché il suo opposto cioè
L'infelicità è costantemente alla ricerca di compagnia di attenzioni, di circondarsi di clichè sui quali potersi erigere a paladini dell'etica e della morale guardando tutti dall'alto verso il basso.
Le scelte più difficili, più profonde sono quelle che riguardano sempre un nucleo famigliare e la sua protezione, si chiamano istinti, e quelli di un padre ed una madre possono essere estremi.
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in Valigia: 205 Grammi
Investimento: 9.00€
Editore: Beat
BERSAGLIO NOTTURNO di Ricardo Piglia
martedì, giugno 30, 2015
#Argentina
,
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#Progetto52
,
#Thriller
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martedì, giugno 30, 2015 #Argentina , #Discontinuo , #libro22 , #Progetto52 , #Thriller 0 Comments
Come poteva andare a finire?
Poteva finire, ecco come poteva.
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in Valigia: 285 Grammi
Investimento: 16€
LA REGOLA DELL' EQUILIBRIO di Gianrico Carofiglio
mercoledì, giugno 10, 2015
#Libro21
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#Progetto52
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Avvocato
,
Bari
,
Equilibrio
,
Legal-Thriller
,
Puglilato
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mercoledì, giugno 10, 2015 #Libro21 , #Progetto52 , Avvocato , Bari , Equilibrio , Legal-Thriller , Puglilato 0 Comments
"Hai mai fatto a cazzotti?"
"Dipende, con una persona o con i pensieri"
Ci sono due modi per fare a pugni: la prima prevede l'uso dei guantoni e quello che procurano sono tuttalpiù dei lividi, la seconda invece è con le parole e quello che lasciano sono ferite che non si rimarginano.
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in valigia: N.D (sono in viaggio e non ho un bilancia appresso...amarezza.)
Investimento: Ehm rubato (a mio padre...comunque sarebbero 19€)
Editore: Einaudi
GALVESTON di Nic Pizzolatto
giovedì, giugno 04, 2015
#Libro20
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#Progetto52
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Galveston
,
Noir
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Uragano
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giovedì, giugno 04, 2015 #Libro20 , #Progetto52 , Galveston , Noir , Uragano 0 Comments
And it looks like the sun
but it feels like rain.
In questo clima ogni cosa cerca l'ombra, e quindi una qualità fondamentale del Profondo Sud è che qui tutto è parzialmente nascosto.
Ed è esattamente così che questo romanzo riesce a mettersi in risalto, restando in ombra. Facendosi scoprire parzialmente, sviluppando i suoi personaggi, l'intreccio, i luoghi relegandoli in una porzione corrosiva di oscurità,
Ognuno ha le sue zone buie, antri di sè che rifuggono e rifiutano quella luce che gli altri vedono in noi.
Nic Pizzolatto è sicuramente uno scrittore con il dono della visione, le sue parole riescono a far scorrere immagini ad alta definizione, non per niente in seguito ha scritto la sceneggiatura per la HBO di True Detective, nitide fino allo sfibrarne i colori, le sensazioni, ammantando il tutto di una cappa afosa e salata.
Galveston è un luogo, un posto, a dirla tutta un rifugio per chi non ha altro che dei ricordi di una vita passata sbagliando anche in amore, ma per quanto possano essere errati, questi ricordi sono gli unici ad avere un senso e a rendere la vita ancora una "prospettiva" e non un passaggio "definitivo".
Roy Cady è un uomo del Texas Orientale, porta jeans, magliette nere, giubbotto e stivali da cowboy, l'aspetto è volutamente poco curato, capelli lunghi e barba uguale.
Non ha importanza cosa gli altri pensino di Roy, che lo vedano come un bifolco o uno poco raccomandabile, alla fin fine per il lavoro che deve fare gli fa anche comodo.
Lavorare per un boss che si occupa di vari intrallazzi, nessuno dei quali prettamente legale, porta alla necessità di dover cambiare aspetto e soprattutto luogo in poco tempo e con pochi accorgimenti, fosse anche solo il tagliarsi la barba.
Per arrivare fino a Galveston, non ci vogliono molte ore di viaggio, serve più che altro un pretesto che viene fornito da una giovane e seducente ragazza, Rocky, vittima e testimone di violenza, sbandata e incontrollabile, sgrammaticata ma fatale.
Roy è come il migliore degli assassini, è già morto; probabilmente cancro, una sottile nebbiolina che appunto mette in ombra la vita nei suoi polmoni, deve agire di istinto, per prima cosa salvarsi ma forse come una forma di espiazione dei propri peccati, provare a salvare lei e un'altra vita ancora, quella meno colpevole di tutti in questo romanzo, la piccola Tiffany sorella di Rocky.
Fuggono ma finiscono per doversi fermare, perchè l'idea di cambiare vita, di provarci almeno una volta è più forte, è più ammaliante, ma è dannatamente complicato; per chi non è abituato a fidarsi degli altri, l'unico numero che conta è dispari ed inferiore a tre.
La trama si sviluppa semplice, lineare, quasi come una palude, apparentemente placida ma sotto la cui superficie nasconde predatori letali. È la malinconia di fondo a dettare il ritmo dei dialoghi, dei pensieri che Roy in prima persona ci affida tra le pagine: è un vecchio Blues, che sai esattamente come suonerà ma non riesci a smettere di ascoltarlo.
Non crediate, se avete avuto modo di vederli, di trovarvi di fronte agli episodi di True Detective, qui la potenza dell'immagine è la parola, è il modo in cui vi farà sentire il riverbero insopportabile del sale sotto un sole incessante, di come dietro le porte di un Motel fatiscente si nascondano molte più storie rispetto agli ospiti che vi cercano "protezione".
Immagino che si debba stare molto attenti a come si usano i propri ricordi.
Ecco, quello che è questo noir è tutto qui, in queste parole.
Forse alla fine la luce avrà la meglio, oppure sarà solo un riflesso, e Roy Cady rimarrà nell'ombra solamente aspettando chi più di tutti in questa storia avrà bisogno di "prospettiva".
Ci sono un sacco di cose che non diventano mai quel che dovrebbero.
Recensione Sensoriale
Udito: Do You Feel Loved degli U2
Tatto: Granelli di Sale Grosso
Gusto: Zucchero filato
Olfatto: Lucida-Labbra
Voglie Impulsive
Un Rodeo
Peso in Valigia: 225 Grammi
Investimento: 10€
Editore: Mondadori
DIARIO DI ZONA di Luigi Chiarella (Yamunin)
martedì, maggio 26, 2015
#Libro19
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#Progetto52
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Bicicletta
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Contemporaneo
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Ibrido
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Lotta
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Non-romanzo
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Partigiani
,
Resistenza
,
Torino
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martedì, maggio 26, 2015 #Libro19 , #Progetto52 , Bicicletta , Contemporaneo , Ibrido , Lotta , Non-romanzo , Partigiani , Resistenza , Torino 1 Comments
"Non Aprire, magari hanno sbagliato"
"Magari, invece, a sbagliare siamo noi..."
Diario di Zona è una lettura che mi è stata consigliata da Einaudi, un simpatico hashtag come #consigliounlibro si è rivelato fonte di ispirazione per le mie letture e dunque materiale sfogliante per #Progetto52.
Questo libro è un vero è proprio caso di serendipità, neologismo che indica la fortuna di fare scoperte che rendono felici; è ambientato a Torino, o meglio ancora le parole risiedono e vivono a Torino, il suo protagonista è un precario, genuino, combattente, un romantico contemporaneo, che vede il mondo che lo circonda per quello che è: stratificato.
È un diario, scritto e vissuto in prima persona, ogni pagina è il racconto di una Zona di Torino. Luigi è un letturista, armato di bicicletta, una divisa ad alta visibilità, palanchino cacciavite e terminale per le letture. Si avventura nelle cantine, nei tombini, nei momenti di quotidianità della città cercando di "leggere" più contatori dell'acqua possibili per poi, terminata ogni zona assegnatagli inviare i dati del consumo dell'acqua alla propria azienda.
È un lavoro, non meno nobile di altri, ma come dice il protagonista, la verità è che Il lavoro mancherà sempre di renderci liberi.
Ed è proprio per trovare un minimo di libertà, di interesse in un lavoro altrimenti monotono e faticoso che Luigi dipinge attraverso le parole l'immagine di quello che è Torino oggi.
Una città che solo vista dai margini, dalle periferie, attraverso chi la abita si rivela per quello che è; Torino è fatta a strati, è sotto se stessa. Basta scavare.
Gli incontri di Luigi sono tutt'altro che monotoni, il tessuto sociale che li abita è variopinto. Citofonare in un palazzo di una via sconosciuta e chiedere di aprire il portone per fare il proprio lavoro si può rivelare una impresa.
Ci ritroviamo tutti nei modi di fare e di dire di chi risponde al citofono, nei luoghi comuni, nei "è pieno di quelli li, che rubano, zingari marocchini" nei "no qui non c'è nessuno, io non le apro", "vatteneaffanculo cazzovuoi" , "sei furbo, fammi vedere il tesserino".
Non ci sono solo anziani, immigrati, indigeni, ci sono le realtà di vite vissute piano sullo sfondo di solitudini, di fallimenti, di un razzismo di seconda generazione e arroganza.
Certo strappano risate i dialoghi seppur simili tra loro, ogni volta così presenti nel lessico quotidiano di chi vivendo a Torino incontra per le strade; la fatica di Luigi è doppia, gli spostamenti per un anno in bici, le pedalate, il pericolo del traffico, la città che si evolve, il Tav, i nuovi fascisti del lavoro come della politica, il voler alzare i pugni al cielo e pigliarlo a cazzotti, cambiare tutto quando è proprio il tutto ad essere così soffocante così sottile come polvere che quotidianamente ci cade addosso e ci appesantisce, e per sentirsi leggeri non basta una scrollata, una potente pedalata.
È un romanzo ibrido, un non genere, un Oggetto Narrativo Non identificato (come spiega Wuming1 nella quarta di copertina) e per questo è unico, inconfondibile con uno stile secco, diretto, a tratti punk per la sua capacità di contaminazione dove musica, concetti e poesia si fondono in un unico continuo narrativo facendoci tenere il tempo quasi seguissimo una partitura.
La cosa che più mi ha colpito è che il Libro è attivo, forse perché racconta della mia città, perché simpatizzo per molte delle "lotte" che l'autore porta avanti, perché si rende omaggio alla storia e alla Resistenza, perché c'è il Grande Torino, il Filadelfia, Superga e non come credo calcistico ma come immagine ruvida e potente di grandezza e degrado.
Già la Resistenza, quella dei Partigiani, ragazzi e ragazze, uomini e donne, lavoratori e studenti che ora ci osservano passare frenetici da una strada all'altra, da un lavoro ad un altro, da una presunta libertà ad un altra, fissandoci immobili dall'alto di qualche targa cementata, sopra qualche monumento, incastonata in qualche ricordo.
La città è fatta di strade di numeri e di incroci, ma la strada, quella vera, la toponomastica della nostra esistenza è fatta dalle persone che han sacrificato se stessi per una idea, per un domani.
La vera punteggiatura di questo romanzo sono loro, sono il ricordo, e il non smettere mai di resistere quando l'ingiustizia diventa legge.
Luigi metaforicamente sta suonando al palazzo in cui tutti noi viviamo, e se volete un consiglio apritegli perché è un incontro che va vissuto.
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in Valigia: 380 Grammi
Investimento: 16€
Editore: Alegre
LA COMMEDIA UMANA di William Saroyan
martedì, maggio 19, 2015
#Libro18
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#Progetto52
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America
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Odissea
,
Romanzo
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Seconda Guerra Modiale
,
Telgrafo
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martedì, maggio 19, 2015 #Libro18 , #Progetto52 , America , Odissea , Romanzo , Seconda Guerra Modiale , Telgrafo 0 Comments
È successo veramente
Me lo stai dicendo o me lo stai chiedendo...
"Hai mai letto Carver?"
"No mai."
"E Saroyan eh? Hai mai letto Saroyan?"
"Mmm, no, non mi dice niente Saroyan."
"Ok! Ok, non importa, allora di Carver devi leggere Cattedrale,
mentre di Saroyan sicuramente La Commedia Umana."
"Bè insomma non li conosco, cioè di cosa parlano?"
"...Della vita, ecco, ti piace la vita?
Ti piace l'essere umano?
Scrivono di questo; niente di più, loro parlano di noi."
Sono dialoghi così che ti cambiano le giornate, quando hai la sensazione che l'emozione, l'impazienza, la necessità di comunicare qualche cosa abbiano il sopravvento su tutto e tutti, ed è come se un treno in corsa non possa che travolgerti.
Ovviamente il consiglio lo raccogli come si raccolgono le mani per abbeverarsi ad una fontana, ti infili nella libreria in cui inciampi per foga e ancora fuori equilibrio ti allunghi verso la Libraia, dai capelli corvino e sguardo alla nocciola.
"Carver Cattedrale!"
( magari un ciaobuongiorno non avrebbe guastato )
- gli occhi da nocciola le diventano giallo tempesta -
"Buon giorno, stai cercando un libro o una persona?"
"oh bè se non c'è prendo Saroyan La commedia Umana"
( sei un genio, no dico sul serio, praticamente per rimediare tra una brutta impressione e una pessima figura hai scelto la strada che porta direttamente al materiale organico di bovino adulto )
- non le è cambiato lo sguardo, sono cambiate le condizioni climatiche del negozio, inizia a fare freddo -
"Dunque...se stai cercando due autori e le loro opere sei nel posto giusto"
- le parole sono tese, ma il sorriso quello no, quello è indifferente, come plastica -
"Mmm, ecco io..."
( Taci...ti prego TACI! )
"Sfortunatamente per te non sono io la persona giusta per aiutarti"
- un ciuffo di capelli le si sposta in avanti, tagliandole il viso, come una linea di matita che segni una pagina più per lasciare una traccia che per esprimere un significato, riuscendoci. -
"No si, cioè, scusa, ciao ecco, buongiorno, mi chiedevo se avevate..."
( ci sai fare, non c'è dubbio )
"Cattedrale di Carver o La commedia Umana di Saroyan ho indovinato?"
- ha il dono della sospensione, come se le parole si sollevassero da terra e rimanessero li a mezz'aria, aspettando di essere afferrate. -
"Scusami, davvero, è che sono di corsa, non ho fatto caso alle parole, perdono!"
( la maleducazione non è una mancanza di fiato, è una mancanza di tatto...)
- si è già mossa, verso uno scaffale, poi un altro, due libri in mano, uno sguardo non più velato da nubi, ed un sorriso, questa volta umano. -
"Capisco, e mi dispiace per te"
"....?"
( si esatto quella faccia li, falla, ti riesce benissimo, è la stessa da 36 anni. Una smorfia senza suono con la giusta punteggiatura, da Oscar )
"Intendo che mi dispiace perché sei di corsa, i libri sono qui, ma non sai nulla di loro, ed è un peccato.
Sono 19,60€ vuoi una borsa?"
- Solleva un libro giallo, quasi a volermi ammonire per la fretta, la maleducazione, per tutto insomma.
Lo solleva davanti ai suoi occhi ad un braccio di distanza; è un libro non tanto più grande di uno degli smartphone di nuova generazione, poi lo appoggia sul bancone vi posa una mano sopra quasi a dover tenere giuramento e per la prima volta il suo sguardo mi colpisce non per il suo colore ma per la sua profondità. Sono quegli occhi che iniziano a parlarmi e non smetteranno più, finché morte non ci separi. -
" Vedi, William Saroyan era un ragazzo Armeno, nato in America in California, rimase presto orfano di padre e coi fratelli finì in orfanotrofio.
Rifiutò l'istruzione, quella scolastica, e si mantenne facendo lavori umili, dal fattorino allo strillone, la sua educazione fu la strada, la sua passione i libri che divorava nelle biblioteche durante il suo tempo libero.
Diventò un grande scrittore del '900 Americano e del neo-realismo, non per vocazione ma per auto-imposizione, poiché era convinto che lo sarebbe diventato. Ovviamente una vita tormentata non gli bastava quindi al successo si aggiunsero la passione per il gioco d'azzardo e l'alcoolismo, così lo stereotipo del grande scrittore fu completo.
La Commedia Umana è una moderna e succinta Odissea che non si sposta per mare ma su cavi adagiati sui fondali, che non è racchiusa in volumi e inchiostro ma in linee e punti che corrono veloci da un capo del mondo all'altro.
Ed è a questo capo del mondo esattamente ad Ithaca in California che il giovane Homer Macauley quattordicenne ma dall'aspetto più maturo, aspetta che il signor Grogan ricevuto e trascritto il messaggio all'ufficio telegrafico gli consegni la busta con l'indirizzo a cui portarlo; Homer inforca la bici e inizia a spingere sui pedali cercando di raggiungere nel minor tempo possibile la destinazione assegnatagli per consegnare quelle parole che arrivano da così lontano. Homer fa il turno serale, la città è un luogo sospeso nel tempo, sono gli anni della seconda guerra mondiale, la vita come la morte sono presenti ovunque, sia nelle buste che il giovane Homer deve consegnare sia nelle case dove famiglie intere aspettano, cercando di ingannare il tempo, notizie dei loro cari, dei loro figli, dei loro amati.
La Famiglia Macauley è una di queste, Marcus è partito per la guerra e a casa oltre alla madre e alla ragazza lascia i due fratelli, Homer appunto e Ulysses, un vispo tipetto di quattro anni, curioso e sfrontato, per niente intimorito dalle cose e dalle persone. Il padre è morto anni prima ma ha fatto in tempo a lasciarci in eredità una bella famiglia, unita e sincera.
È una Odissea moderna perché in un certo senso è un ritorno a casa, è l'attesa di un ritorno. È la vita che va avanti e che fa scoprire il mondo al piccolo Ulysses quanto i sentimenti contraddittori dell'età adulta a Homer. Quello che traspare dalle parole mai banali di questo romanzo, così ben scritto, morbido e avvolgente, è la sensazione che nonostante le belle giornate, le scoperte, i giochi dei ragazzi e i canti a messa, la vita del negoziante e dell'immigrato, del disperato come del vincente, si aspetti sempre l'inevitabile, la notizia.
Questa notizia in fondo è il quotidiano, sono gli eventi che non si fermano ad aspettare che sia sorto o meno il sole per accadere, in realtà semplicemente e talvolta crudelmente accadono.
Mentre leggerai questo romanzo ti accorgerai di quanto in fondo il tuo punto di vista sia quello di Ulysses, quasi lo scrittore voglia regalarti l'ingenuità e innocenza di tornare ad avere quattro anni, cosicchè sarai convinto di dover stare dovunque ci sia qualche cosa di interessante da vedere.
Ecco, il romanzo è più o meno tutto qui, quello che ti colpirà di più è la coerenza, sia narrativa che morale, William Saroyan è ovunque in questo scritto, e se mi concedi, e penso di meritarmeli ancora due minuti, voglio leggerti una parte che adoro e che in qualche modo ti riguarda:
Un essere umano, chiunque sia, lo considero amico. Il mio conflitto non è con lui, ma con quella parte sfortunata di lui che prima di tutto son costretto a distruggere in me stesso."
- le parole ora non erano solo da afferrare, erano scalini da salire per arrivare alla sua altezza -
"Ecco, penso di averne, di tempo intendo e tu?"
( grammaticamente orribile, ma emotivamente plausibile, t'apprezzo!)
"Dipende, Carver La Cattedrale!
- e le scappa da ridere imitando l'enfasi della mia voce -
ti interessa sapere cosa racconta?"
( se te la giochi male giuro che ti abbandono, cazzo, lo giuro su queste parentesi )
"No, non mi interessa sapere cosa ma chi me lo sta raccontando..."
- Quel ciuffo tagliente sul viso con un gesto naturale quanto delicato lo sposta dietro l'orecchio.
Il suo sguardo è basso, quasi avesse trovato un tesoro in fondo a quelle copertine adagiate sul bancone.
Le labbra si muovono, forse un sorriso, un piccolo morso, e quegli occhi si alzano, sono nocciola, e non sono più uno sguardo ma un sapore, quello del domani. -
Recensione Sensoriale
Voglie Impulsive
Peso in Valigia: 212 Grammi
Investimento: 10€
Editore: Marcos y Marcos
Luca Morello
Porto con me un anno dispari e un giorno pari, due sillabe, una palla a spicchi, un pugno chiuso, e una città di un solo colore
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